Talete 8

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Giovanni Pili
view post Posted on 12/12/2010, 22:27




Puntata sucessiva.

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Mancavano poche ore, prima che il sole fosse allo zenit. Il teatro era gremito di gente, in attesa che Talete parlasse.
– Cittadini, come promessovi eccomi qui a rivelarvi che, se la guerra tra noi e i Persiani non cesserà, quando il sole sarà allo Zenit esso si oscurerà, palesando l’ira degli dei. Se non vorrete ascoltare il monito, Zeus farà in modo di oscurarlo un’altra volta, e per sempre sarà notte.
Il teatro fu coperto da un borbottio incessante, rotto solo dall’intervento di Fedone: – Ebbene, s’è come tu dici, Saggio Talete, allora aspettiamo il monito. Poi decideremo.
Applausi.
E fu l’eclisse. Per circa un’ora tutta la regione della Lidia fu presa dal panico, e nei giorni a venire il nome di Talete sarebbe passato di bocca in bocca. Lui non si scomodò e sedutosi su un gradino del teatro, attese che l’eclissi terminasse in totale tranquillità, tenendo per mano il fedele Anassimandro per rassicurarlo. Poi, soddisfatto che il suo piano stesse andando a buon fine, salutò tutti e tornò a casa. Congedò gli allievi rassicurandoli che presto la guerra sarebbe finita. Anassimandro lo accompagnò fino alla sua dimora, dove ad attenderlo c’era l’ormai vecchia schiava Fatima. Avrebbe voluto affrancarla fin dai tempi del soggiorno in Babilonia, ma lei furba non ci pensava nemmeno; molto meglio vivere senza preoccuparsi di guadagnare il cibo, un tetto e i vestiti.
Lui di sicuro non volle mai sposarla. Quando tornò a Mileto in compagnia della bella amata spiegò che per il matrimonio era troppo presto, ora diceva a tutti che era troppo tardi.
– Che hai fatto alla gamba? Gli chiese ferma nell’uscio.
– Questa notte son caduto in un fosso.
– Oh Talete, rise, tu ti preoccupi delle cose del cielo e non ti accorgi di quelle che hai davanti ai piedi!
– Schiava sfacciata. Meriti una punizione.
– Facciamo la forbice? Chiese lei scoprendo lentamente i seni ormai cadenti.
La forbice era una posizione del Kamasutra, molto indicata per Talete, che vista l’età, aveva problemi a tenere il membro sufficientemente turgido. Si poggiò a lei zoppicante, carezzandole voglioso i peli delle gambe.
Ad amplesso ultimato, e dopo essere riusciti – non senza difficoltà – a disincastrarsi, si tennero abbracciati ancora un po’ nel letto.
– Raccontami ancora del carro di Orus, disse lei.
– Ma c’eri anche tu.
– Io non so raccontarlo, non sono brava come te in queste cose.

Edited by Giovanni Pili - 12/12/2010, 23:39
 
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