Talete 6

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Giovanni Pili
view post Posted on 12/12/2010, 22:05




Puntata sucessiva.

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Con un disumano colpo di reni Talete si aggrappò alla spalla di Anassimandro.
– Sii il mio bastone, disse, dobbiamo presentarci nel teatro prima che il sole sia allo zenit.
Così, curvo sul suo prediletto, seguito dal resto degli allievi, il vecchio proseguì la lezione che non aveva potuto tenere, come di consueto, la notte prima.
– Qual è l’essere più antico, Anassimandro?
– Il dio maestro.
– Potrebbe anche essere l’arché, disse un altro, perché l’origine del tutto è di per sé divina.
– Perché, disse Talete puntando l’indice al cielo, nessuno lo ha generato. Vi ho chiesto quale fosse il più antico, non la sua reale natura, sulla quale noi possiamo solo opinare. Bene, ditemi adesso chi è il più bello.
– Sono io la più bella, disse la meretrice col piccolo putto al seno.
Risate.
– Il più bello è il mondo, disse Talete, ch’è tondo come le tue poppe, ma anche opera divina, che in sé comprende la vita. Seriamente, ammonì, ditemi chi è il più grande.
Silenzio.
– Nessuno lo sa? Anassimandro…
– Il più grande è sempre il mondo, rispose il giovane.
– Lo spazio, disse Talete, che tutto comprende. Ricordatevi sempre che la risposta più semplice è tanto difficile quanto più giusta, mentre complicare le cose; facendo finta di essere per questo saggi – tanto poi non ti capisce nessuno – è tanto facile. Essa è anche prerogativa dei senatori, e dei politici in generale. Ora ditemi chi è il più veloce.
– Il pensiero, disse il putto.
– Bravo figlio di puttana, l’intelletto, attraverso il quale si possono coprire distanze innumerevoli alla velocità del pensiero, ch’è la stessa della luce, che scalda e ch’è vita. Ora ditemi chi è il più forte.
– La necessità, disse svelto Anassimandro.
– Finalmente ne azzecchi una, disse il maestro pizzicandogli la guancia, la necessità che tutto domina è la più forte. E chi è il più saggio?
– Tu maestro, disse il putto che arrossendo si nascose sotto le vesti della madre.
Talete sorrise lusingato, poi sentenziò: – il più saggio è il tempo, perché tutto rivela. Se invece si vuole essere uomini saggi, continuò, bisogna prima conoscere sé stessi. Questo è molto importante; la saggezza nessuno può insegnarla, perché è uno stato di armonia che ognuno di noi ha con sé medesimo. Ah, eccoci finalmente nel teatro, ed ecco il nobile Fedone, bisognerà ringraziarlo per la bella fasciatura.
A quei tempi il teatro di Mileto, un semicerchio di gradinate all’aperto, era anche la sede della politica e della giustizia, qui si facevano anche gli affari. Da tempo imperversava una crisi nel mercato dell’olio per via di scarsi raccolti di olive. Talete che aveva imparato dai Caldei a studiare il cielo previde per quella stagione un’abbondanza nei raccolti, così fittò a basso costo tutti i frantoi della città, di fronte allo sfottò generale. Le sue previsioni furono corrette. Così Talete riuscì a coronare il sogno della sua vita: vivere senza lavorare.
Mileto apparteneva alla regione della Lidia, nell’Asia minore e da tempo era in guerra contro l’Impero Persiano. Talete grazie alla sua geometria si affermò in città come buon ingegnere, una volta riuscì a deviare il corso di un fiume – memore dell’esperienza in Egitto, dove il fiume Nilo era stato studiato e sfruttato in mille modi – permettendo ai soldati di guadarlo, vincendo una importante battaglia contro il nemico. Tra i vari assi nella manica del saggio Talete, anche la conoscenza delle eclissi solari. Secondo i Caldei, ogni novant’anni si presentava una eclissi totale di sole; quel che vide la notte prima, forte delle sue conoscenze astrologiche, confermava i calcoli dei suoi vecchi maestri. La luna era nella giusta posizione. Entro poche ore il sole si sarebbe oscurato, come già accaduto novant’anni prima, stando agli annali della città.
Talete non aveva motivo di dubitare dei calcoli Caldei, i quali non lo delusero mai; non dopo quello che finalmente vide coi suoi stessi occhi a Babilonia.

Edited by Giovanni Pili - 12/12/2010, 23:29
 
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