Una conversazione con..., Ennio Masneri

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Terry78
icon12  view post Posted on 5/7/2013, 14:38




1) Ciao Ennio e benvenuto nel mio piccolo spazio virtuale. Leggendo la tua biografia ho scoperto che come tutti gli scrittori ami molto leggere. Infatti, ti sei accostato ad un tipo di lettura molto variegata secondo me, perché non hai esclusivamente letto solo fantasy, ma anche altri generi di romanzi, come quelli storici o i gialli. Alla luce di quanto detto e ripensandoci ora, credi che tutte queste letture hanno influenzato e influenzano il tuo modo di scrivere, o pensi che tutto sia frutto della tua esperienza e degli studi fatti (ti sei laureato in lettere)?

Ciao Teresa e grazie del benvenuto!
Anche se ho pubblicato soltanto un libro e tra poco pubblicherò il secondo sempre su Amazon Kindle, posso già affermare che il mio stile, il quale, come l'autore, matura e si evolve sempre, è influenzato non solo dalle letture di fantasy e di romanzi storici e gialli ma anche dai miei studi archeologici e letterari. Infatti un lettore molto attento ai dettagli può scorgere all'interno delle mie opere qualche sfumatura letteraria (anche omerica) e archeologica (topografia e analisi del territorio), specialmente nei racconti e nei costumi che differenziano le varie genti del mondo fantastico che ho creato senza soffocare la loro umanità e soprattutto la consapevolezza di non essere perfetti. Proprio come noi nella realtà antica e moderna.


2) Ma quando hai iniziato a scrivere non ti sei accostato subito alla narrativa, hai infatti provato con la poesia. Sebbene non proprio piacevole come esperienza, ti va brevemente di parlarcene...

In effetti non è stata un'esperienza molto appagante. Nel bene come nel male, però, ho tratto abbastanza esperienza per concentrarmi poi sulla qualità e sulla musicalità delle parole per non appesantire la lettura. Se prima ero io che sognavo scrivendo, ora scrivo facendo sognare il lettore. Nella poesia, infatti, una parola messa fuori luogo o che ostacola la lettura fluente e armoniosa, non rende il componimento come una "poesia" vera e propria ma come una "prosa" e al lettore non piace. Ho smesso di scrivere poesie perché ero giunto alla completa maturità e avevo trovato ormai me stesso. Per questo ho deciso di non scrivere più poesie. Per me la vera poesia è quella che si dice, si mormora, sulle labbra della donna amata. La parola svanisce, ma il gesto resta ed è quello che davvero conta. Quindi, in conclusione, la magia della poesia preferisco trasmetterla nelle parole di un romanzo per renderlo fluido, o nelle azioni e nei movimenti dei personaggi, senza ovviamente esagerare nell'ampollosità.


3) Finalmente, un bel giorno, hai deciso di scrivere un romanzo, e cioè “La leggenda del Drago D’argento”. Come mai hai scelto il genere fantasy? Cosa ti piace di questo genere letterario?

Dopo aver visto i film del "Signore degli Anelli" e vista la fama di Harry Potter, Twilght, Eragon, insomma notando questa esplosione di fantasy, e spinto anche dalle letture (tra cui Manfredi e gli unici autori fantasy che ho letto con continuità: Brooks e Donaldson) e dai miei studi (Omero dopotutto è il padre del fantasy. Infatti non è che dietro l'angolo troviamo realmente un ciclope o incontriamo una bella sirena che ci vuol mangiare! Cosa che al giorno d'oggi non è poi così raro… metaforicamente parlando) e cercando appunto di fare qualcosa di originale, mi è venuta l'ispirazione di un drago all'interno di un giovane guerriero. Ho voluto renderlo umano e simile a noi che, in fondo in fondo, ci scordiamo a volte di essere umani. Ho notato già da subito che scrivere un fantasy è parecchio difficile non solo per il materiale ampiamente pubblicato ma anche per la sua stesura. Bisognava stare molto attenti alle incongruenze, agli errori banali e così via. Ma aver finito il primo libro (una cosa che all'inizio non credevo ci sarei riuscito) mi ha appagato della fatica!


4) Quando e come è nata l’idea di scriverlo? Nel 2006 dopo che mi sono laureato e volendo tenere la mente occupata mentre cercavo lavoro. L'idea di scriverlo nacque in un momento in cui provavo invidia per tanti scrittori che venivano comprati. Ovviamente usai il mio stato d'animo per spronarmi e iniziare a provare a scrivere in una sorta di sfida con me stesso. Perché hai deciso di intitolarlo così? Mi piaceva il suono del titolo: "la leggenda del drago d'argento" e l'immagine del drago d'argento inteso come forza interna e coscienza. E quanto tempo hai impiegato a scriverlo? Tre anni con pause di riflessione e non e con un fortissimo editing (grazie alla mia qualità di redattore, riuscii ad eliminare più di 100 pagine…). E’ un libro autoconclusivo o sono previsti altri libri? È una saga come quelle di Brooks e Donaldson Se è sì quanti? 4 (o almeno spero come spero nella pazienza dei miei fedeli lettori) Dove si può acquistare? Al momento sempre su Amazon Kindle. In futuro, chissà…




5) Se dovessi “inquadrare” il tuo libro in uno dei tanti sottogeneri del fantasy, a quale sottogenere secondo te apparterrebbe (urban fantasy, fantasy fiabesco, etc.) il tuo romanzo? Al thriller-fantasy decisamente.

6) C’è un aneddoto curioso che ci vuoi raccontare legato alla stesura del tuo libro? Purtroppo nessuno che mi ricordi…


7) Hai voluto dare una morale, un significato nascosto alla tua storia oppure è un romanzo di semplice evasione?

C'è sempre una morale di fondo. Nel mio romanzo ho voluto inserire una morale, un insegnamento non solo umano ma anche sociale e che riguarda la vita di tutti i giorni. Il significato finale, ovviamente, verrà svelato alla fine della saga anche se ho inserito qua e là indizi per spingere il lettore a riflettere e a svelare l'arcano. Finora nessuno c'è riuscito. Nel romanzo intanto, come nei seguenti, c'è la morale dell'onore, della lealtà, della vera amicizia ma anche la lotta e il coraggio di affrontare i pregiudizi e le critiche altrui.


8) Un sogno nel cassetto? Qualcosa che ancora non hai realizzato ma che speri si realizzi presto?

Ah, questa è una domanda davvero interessante! Tutti noi abbiamo un sogno, il difficile è metterci cuore, sacrificio e umiltà. Spero di venire pubblicato da una grossa casa editrice e di venire considerato come uno scrittore serio nel vasto ma anche caleidoscopico – intrigante, invidioso, straordinario! – panorama letterario nazionale. O, almeno, di provarci! Non importa se questo sogno si realizzerà presto o tardi o per niente. L'importante è non avere fretta. È, infatti, meglio la gloria di Achille (il ricordo) piuttosto che una mera (cioè l'oblio) vittoria di Pirro. Sono ambizioso, è vero e non lo nascondo, ma non devo dimenticare di essere umano e, soprattutto, umile.

9) Progetti per il futuro. Qualche anticipazione...

Oltre che iniziare a scrivere il terzo libro della mia saga fantasy, sto iniziando una nuova sfida, cioè un noir autoconclusivo, sotto forma di romanzo breve. Confesso che è un genere totalmente nuovo per me e infatti sto studiando Sciascia e altri autori noir contemporanei. Infatti, è tutto un esperimento atto a migliorarmi e far crescere il mio stile. Se ci riesco, sarà una vittoria per me. Al contrario, potrò dire di aver tentato. Il romanzo si evolve col tempo e si modifica in base anche agli umori dello scrittore. Mi piacerebbe poi provare affrontare anche generi più complessi come il giallo storico o i romanzi impegnativi. Finché vivrò potrò sbizzarrirmi in tutto quello che voglio, seguendo anche l'esempio di Camilleri. E, infatti, spesso, anche analizzando la realtà intorno o notando un piccolo dettaglio insignificante o leggendo addirittura una parola, mi vengono in mente idee nuove che analizzo, scarto, modello in maniera molto severa e faccio maturare nel tempo con ulteriori dettagli o cambiamenti. Se poi verrò pubblicato o notato, meglio così… l'importante è scrivere per se stessi e non per essere pubblicato a tutti i costi. Solo così si comporta un vero scrittore.

10) Vuoi aggiungere qualcos’altro prima di concludere...

Sì. Molte volte, quando scrivo o mi blocco, mi chiedo: "ma chi me l'ha fatto fare?!".... ma, come si suol dire in questi casi, specialmente quando c'è una sfida impegnativa, subito dopo aggiungo: "e andiamo"!
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Potete leggere l'intervista anche qui: http://terrysfantasy.blogspot.it/2013/07/u...io-masneri.html
 
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