Ciao a tutti!
Sono di nuovo qui per proporvi un ipotetico prologo di un altro romanzo che da qualche tempo mi frulla per la testa. La trama è appena abbozzata, ma potrei svilupparla più approfonditamente se trovassi l'ispirazione giusta
Mi scuso in anticipo per eventuali errori nel testo, questo prologo è una prima bozza
Vi lascio alla lettura... e grazie in anticipo se la commenterete
"REVERSE: LO SPECCHIO DEI DUE MONDI"
PROLOGO
Diversi
""Diversi"? Come sarebbe a dire "diversi"?"
"Hai capito bene, sono Diversi. Ineguali, dissimili, divergenti, non corrispondenti. Abbiamo bisogno di te."
Intorno a loro calò un silenzio carico di apprensione.
"Ma sei proprio sicuro di quello che dici? Sarebbe terribile, Will. Peggio di quanto ci si possa immaginare."
"E' così Joe, ti dico. Vieni subito a vedere!"
I due dottori percorsero l'asettico corridoio metallico, fino a che non giunsero ad una grande vetrata.
Al di là di questa, attutiti dallo spessore del vetro, si levavano i pianti di moltissimi neonati, che si dimenavano nelle incubatrici in cui erano stati riposti.
Un'ulteriore ampia vetrata divideva perpendicolarmente in due la Stanza dei Neonati. Da entrambe le parti, estese ed ordinate file di incubatrici erano state posizionate in maniera impeccabile.
Joe, ancora intimorito da quanto il suo collega gli aveva riferito, osservava i bambini.
Guardò nel reparto a sinistra, osservando attentamente la prima fila. Lesse i nomi dei primi quattro: Nick, Moira, Ginger, Evan.
Spostò lo sguardo nella parte a destra, di nuovo verso la prima fila. Le targhette applicate sulle prime quattro incubatrici riportavano altrettanti nomi: Evan, Ginger, Moira, Nick.
Le due sale erano disposte l'una come lo specchio dell'altra.
I bambini che erano stati collocati al loro interno erano tutti coppie di gemelli, ma separati l'uno dall'altro.
"Non vedo niente di particolare qui, Will. Le coppie si corrispondono, i gemelli sono reciprocamente identici l'uno con l'altro. Dove sarebbero quelli "diversi"?" puntualizzò Joe.
"Sono nella Camera Blindata. Appena ce ne siamo accorti, io e il resto del team non abbiamo voluto rischiare che qualcuno li vedesse."
Will, il suo collega caporeparto, alzò i tacchi e proseguì oltre la Stanza dei Neonati, facendogli cenno di seguirlo. Il dottor Joe Caller lo seguì.
Arrivarono di fronte ad un massiccio portone rinforzato. Will Lott inserì la password nel dispositivo d'accesso, la porta si aprì, e poterono entrare nella Camera Blindata.
L'aria lì dentro era fredda, la stanza completamente spoglia.
Joe vide un manipolo di persone incamiciate di bianco discutere forsennatamente tra di loro. Poco distante dal gruppo, in un angolo della sala, c'erano due culle.
"Non possiamo permetterci di sbagliare, dobbiamo fare qualcosa."
"Si, sono d'accordo. Bisogna agire in fretta!"
"E cosa facciamo allora? Ce ne liberiamo?"
"Qui rischiamo grosso!"
Le voci dei dottori si aggiungevano l'una sull'altra, in un caotico groviglio di parole. Joe constatò la preoccupazione che aleggiava tra di loro, e se ne sentiva partecipe.
Appena li videro entrare, si voltarono verso di loro.
"Will, Joe! Finalmente siete qui! La situazione è critica." Fu il medico più anziano del gruppo ad iniziare il discorso.
"Lo so, Dottor Jimeny." gli rispose Will Lott. "Ho informato il Dottor Caller dell'accaduto: ritengo sia saggio lasciargli l'ultima parola sulla scelta da farsi. In fondo, non c'è specialista più esperto di lui sulla questione."
Rod Jimeny annuì con la sua testa canuta verso Will, e la schiera di dottori alle sue spalle gli diedero ragione.
Joe chinò il capo in segno di ringraziamento. Sentiva il suo titolo di Identificatore d'Appartenenza pesargli sulle spalle, adesso più che mai.
Procedette subito verso l'angolo dell'androne.
Nella stanza era calato il silenzio più totale.
Arrivato di fronte alle due culle, li vide.
Due bellissimi neonati dagli occhì verdi come lo smeraldo lo fissavano, incuriositi.
Un brivido gli percorse la schiena.
I due bambini era identici tra di loro, ma non il braccialetto che portavano legato al fragile polso.
Uno era azzurro e uno era rosa.
"Un maschio e una femmina?" gridò terrorizzato verso i presenti. "Allora è proprio vero. Sono di sesso diverso, non corrispondono."
L'anziano dottor Jimeny abbassò lo sguardo, affranto e desolato. Joe Caller si sentiva la testa girare.
"E' stato già comunicato al Segretario del Collegio?"
Aveva paura della risposta che gli sarebbe stata data. Ma le parole che udì lo rincuorarono.
"Non ancora."
Joe tornò ad osservare i due gemelli, che iniziavano a chiudere gli occhi per il sonno.
"E' bene che questa cosa non esca dalla nostra Clinica, signori." affermò, con tono fermo. "Se per nostra sfortuna, il Collegio dei Presidenti venisse a sapere di ciò che è successo oggi, probabilmente entro un'ora saremmo tutti morti."
Non ci fu risposta dagli altri dottori.
L'assenza di rumore nella Camera Blindata lo aiutò a riflettere sull'accaduto. Gli balenò in mente la domanda più banale che ci fosse, alla quale però non gli era stata data risposta.
"Dov'è la madre dei due bambini?"
Si levò dalla schiera di camici bianchi la voce di una donna.
La dottoressa Susan McGloover gli riferì quanto sapesse: "La genitrici dei due neonati si chiama Rose Garden. E' una Lavoratrice di 27 anni. Terrestre. Si trova ancora nella sala operatoria in cui ha partorito, presidiata da alcune guardie."
Non ebbe il tempo di formularle la successiva domanda, che la donna lo precedette: "Il padre, tale James Garden, marito di Rose, è anch'egli un Lavoratore, di 28 anni. Terrestre. E' in camera con la donna, e chiede incessantemente spiegazioni sull'accaduto."
"Capisco."
Joe strinse le dita della mani sudate contro i suoi palmi. Doveva prendere una decisione subito, prima che fosse troppo tardi.
"Allora, miei colleghi dottori, ascoltatemi attentamente. Un avvenimento del genere merita purtroppo delle misure di precauzione piuttosto speciali. Vi invito a non fare parola con nessuno, e dico nessuno, di quanto accaduto. Qualora la notizia dovesse trapelare, tutti noi presenti in questa sala dobbiamo prepararci al peggio. E adesso, occupiamoci dei due gemelli."
Infilò una mano in tasca e tirò fuori una chiave d'argento, con la quale si diresse verso un lato della sala. Si fermò davanti ad una parete nera, nella quale si distingueva una serratura.
La dottoressa McGloover e Will Lott avevano preso in braccio i due bambini e si erano posizionati accanto a lui.
Con una presa salda e decisa, infilò la chiave nella fessura, e la girò.
I pannelli che componevano la parete di alzarono verso il soffitto, rivelando due enormi portali ad arco, dai quali spirava una corrente di vento gelido.
Guardò in alto, e lesse per l'ennesima volta i cartelli che definivano la destinazione a cui portava ciascuna delle due porte.
"TERRA" su quella di sinistra.
"ARRET" su quella di destra.
Si alzò un irrequieto brusio nella stanza.
Dalle sue spalle, impaurito e sconvolto, l'anziano dottor Jimeny esclamò: "Li vuoi spedire lo stesso nei Due Mondi? Hai davvero individuato la loro appartenenza? Joe, è una pazzia! Li scopriranno prima o poi, sarà la fine!"
"Non ci sono alternative, Rod. Questi bambini indifesi non hanno colpe, non si meritano la morte. Chiamalo Fato, Destino, come preferisci: esso ha voluto così, per nostra grande sfortuna. Ma non sarò io ad decidere di interrompere la trama del suo grande disegno. Appelliamoci alla nostra buona stella, sperando di aver fatto la scelta giusta."
Joe sapeva benissimo che, a quel punto, comunque andasse, il corso della storia sarebbe inevitabilmente cambiato.
"Susan, tu porta la bambina al portale per Arret, è lì che avrà più possibilità di sopravvivenza."
La donna annuì risoluta.
Si voltò quindi verso l'uomo che aveva accanto: "Sarà invece il bambino ad andare sulla Terra: come maschio, crescerà più forte e più preparato ad affrontare le difficoltà di quel mondo. Will, avvicinati al portale di sinistra."
I due neonati, in braccio ai suoi due colleghi, respiravano quietamente, vittime di un sonno profondo.
Passò la mano delicatamente sulle loro guance, e li sussurrò: "Buona fortuna piccoli."
Susan McGlover e Will Lott si posizionarono l'uno di fronte al portale assegnatogli.
Un istante dopo, secondo l'inquietante rituale che, come Dottori, più e più volte avevano effettuato, allungarono le braccia, facendo scomparire i due esserini nel buio al di là della soglia delle porte.
Un bagliore accecante illuminò la Camera Blindata.
Pochi secondi dopo, Susan e Will ritrassero le proprie mani dalle porte.
Non avevano più niente in mano.
Il volere di Joe Caller, l'Identificatore di Appartenenza, era stato fatto.
I Due Mondi si erano presi i bambini, come sempre facevano, ignari di quanto quei due gemelli fossero in realtà incredibilmente speciali.