Una conversazione con..., Stefano Tomei

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Terry78
icon12  view post Posted on 1/6/2013, 10:35




1) Ciao Stefano e benvenuto nel piccolo spazio. Leggendo la tua biografia, mi sono accorta che prevalentemente hai studiato materie scientifiche (prima un liceo scientifico, poi la laurea in scienze infermieristiche) e che comunque sin da liceo hai coltivato la tua passione per la scrittura, in particolare quella fantasy. Da dove nasce, quindi, tutta questa passione per la letteratura in generale e per quella fantasy in particolare?
Fin da piccolo ho letto un po’ di tutto, già alle elementari divoravo un libro dietro l’altro. Ho cominciato ad appassionarmi al genere fantasy grazie ad una serie di libri per ragazzi che si chiamava “The Animorphs”, di K.A. Applegate, che poi è stato anche ciò che mi ha spinto ai miei primi esperimenti di scrittura. Ma la svolta vera e propria c’è stata quando mi hanno regalato “Il Signore degli Anelli”, di J.R.R. Tolkien. Un vero colpo di fulmine! Ho letto più volte quel libro e, da lì, mi si è aperto il mondo del fantastico… Ho cominciato a leggere vari autori, apprezzandone alcuni più di altri, appassionandomi sempre di più al genere fantasy “classico”. Per me leggere è evadere dalla realtà, e quale genere migliore per far ciò se non il fantasy?
2) Ma oltre alla letteratura, nel tempo libero, ti occupi anche di teatro. Infatti, fai parte di una compagnia teatrale di Lucca che mette in scena rappresentazioni a scopo benefico. Ti interessi al cinema e alla musica. Credo che tutte queste siano delle vere e proprie arti (recitazione, cinema e musica). Secondo te, quanto possono influenzare questi tuoi interessi la tua scrittura? E, soprattutto, che cosa ti danno, cioè che emozioni e che esperienze ti regalano ogni volta?
Andare su un palco, recitare, cantare davanti a un pubblico, è ogni volta un emozione molto forte, specie per un carattere un po’ introverso come il mio. Anche tutte queste cose fanno parte delle mie fonti di ispirazione… tutto ciò che mi tocca all’interno lo è, tutto ciò che mi emoziona e smuove qualcosa dentro di me. E tutte le esperienze che faccio e che vivo sono tasselli preziosi che custodisco e che, al momento giusto, “sfrutto” per raccontare e cercare di spiegare quello che sto scrivendo.
3) “I tre Druidi” edito dalla Edizioni Creativa è il tuo romanzo fantasy d’esordio. Raccontaci qualche curiosità legato ad esso, come ad esempio: la scelta dei nomi, dove hai tratto ispirazione, quanto tempo hai impiegato a scriverlo, come mai hai scelto questo titolo per la tua opera, se è un volume autoconclusivo oppure sono previsti altri libri, etc.
“I tre Druidi” ha dovuto aspettare quasi dieci anni prima di vedere la luce. Ho cominciato a scriverlo da ragazzo, ai tempi del liceo, e nel corso degli anni (tra blocchi dello scrittore, scoraggiamenti e notti passate a scrivere) ha avuto innumerevoli riscritture e correzioni. È il primo libro di una trilogia (almeno nei progetti!!) e il titolo è l’ultima cosa che ho scelto. Volevo che fosse d’impatto, che potesse attirare l’attenzione del lettore e che centrasse il nucleo della storia che racconto. Tutta la parte di preparazione è stata forse quella più divertente: immaginare il mondo di Dorpalan su cui si svolgono le vicende, inventare tutti i nomi più o meno astratti per ogni persona e luogo, descrivere su carta i posti e i personaggi che il protagonista incontrava, cercando di renderli chiari e reali così come li avevo in testa io. È stato un processo anche difficile e minuzioso, in quanto la storia è lunga e le vicende da descrivere sono state tante. Per quanto riguarda l’ispirazione, senza dubbio, almeno per la prima parte della stesura, è venuta da ciò che leggevo e che vedevo… poi, col tempo, crescendo e maturando, ho cercato di limitare questo tipo di ispirazione, inserendo invece tante altre fonti che facevano parte della mia vita reale: le persone che conoscevo, le esperienze vissute, i posti visitati… ho cercato di dare più spazio a queste ispirazioni, nell’intento di rendere più personale e “mio” il romanzo che stavo scrivendo.
4) Ora parliamone un po’ più approfonditamente. La storia parla di Clark Leery, un ragazzino di sedici anni, che grazie ad uno strano individuo scopre di essere uno Stregone, in grado però di fare solo magie a Dorpalan. Ecco... volevo sapere: come hai creato questo mondo fantastico? Ti sei soffermato di più sulle descrizioni particolareggiate o hai lasciato al lettore di immaginarlo liberamente?
Dorpalan è una terra completamente inventata da me, un mondo in cui tutto è possibile, dove la natura è ancora incontaminata e dove esistono posti straordinari e incredibili. Sono molto contento di ciò che ho creato. Per prima cosa ne ho disegnato una cartina, che si vede sulla copertina del libro, per avere la conformazione geografica ben chiara e per rendere plausibili gli spostamenti che i personaggi si trovano a fare durante l’evolversi delle vicende. È stato molto divertente e stimolante! Durante il racconto ho cercato di descrivere i luoghi, le città e gli ambienti nel modo più particolareggiato possibile, così come me li immaginavo io… ma, in questo genere letterario, ognuno si fa un disegno tutto suo di ciò che sta leggendo. Ed è questo il bello! Mi piace pensare che le persone che leggono il mio libro creano nella propria testa una visione personale del mondo di Dorpalan!
5) Nel libro è presente, come in tutti i buoni libri fantasy che si rispettino, la lotta tra il Bene e il Male. Solo che, penso, questa volta il Male, impersonato da Re Gawusch, non è il solito malvagio. E’ così? Parlaci un po’ di questo personaggio. Ad esempio, come l’hai descritto e tecnicamente costruito?
In realtà, almeno per questo libro, Re Gawusch rimane un personaggio nell’ombra… è una figura che viene fuori piano piano nel corso delle vicende, dapprima è addirittura solo nominato di sfuggita. Solo col passare del tempo viene fuori l’importanza di questo personaggio che, tuttavia, non interviene mai direttamente nella storia, ma solo attraverso terze persone. Alla fine, comunque, Clark, il protagonista, si renderà conto che è proprio lui il nemico numero uno, colui dal quale dovrà vedersi in un futuro prossimo. Nei prossimi capitoli Re Gawusch sarà senz’altro un personaggio che verrà sviluppato maggiormente e, finalmente, lo incontreremo anche!
6) Ma nel libro sono anche presenti tanti altri personaggi, come: Charlie, un simpatico mezzelfo, Jake, pirata smemorato, Golvin, un nano, e infine la bella Elizabeth, figlia del Governatore, di cui Clark se ne innamora perdutamente. Parlaci un po’ di questa storia d’amore: è ricambiata o è tormentata? Come si incontrano nel libro?
Come ogni storia degna di essere raccontata, la storia d’amore tra Clark ed Elizabeth attraversa varie fasi di alti e bassi. Si incontrano a Erdanor, l’Accademia di Arti Militari e Stregonesche che entrambi frequentano, ma un po’ per il rango di lei e un po’ per il carattere difficile di Clark, la storia stenta a decollare, sebbene sia chiara ad entrambi la forte attrazione che li unisce. Si metteranno di mezzo anche altri personaggi per ostacolare questo amore, che porterà Clark a scoprire dei piani segreti dai risvolti pericolosi… insomma, la storia sarà tormentata e appassionata, per scoprire come andrà a finire non resta che leggere il libro!
7) Rileggendo ora, a distanza di tempo, il tuo manoscritto pensi che qualcosa dovrebbe essere cambiato, magari dando più spazio ad alcuni personaggi che sono rimasti un po’ nell’ombra, o pensi che possa andare bene anche così? Perché?
Sicuramente il libro non è perfetto, pur nelle innumerevoli correzioni che ho apportato per migliorarlo e renderlo il più interessante possibile. Tuttavia, forse proprio per la fatica che ho fatto per portarlo a termine, non cambierei nulla. Certo, alcuni personaggi e alcune vicende sono rimaste un po’ in secondo piano, tante cose non hanno trovato risposta, ma è proprio per questo che è previsto un secondo capitolo… qui avrò modo di dare le risposte che non ho dato e di far conoscere meglio alcuni personaggi che, per motivi narrativi, sono rimasti un po’ nell’ombra. Sarà divertente poterlo fare!
8) Pensi che il tuo libro si rivolga ad un target di lettori ben definito (ad esempio, i giovani) o è un libro che possono leggere tutti? Hai, dunque, voluto dare una morale alla tua storia o è soltanto un libro di evasione e basta?
Scrivendo il libro non credevo certo che, un giorno, sarei riuscito a pubblicarlo e, di conseguenza, non pensavo certo a un target definito di lettori. A cose fatte, comunque, mi rendo conto che il fantasy è un genere per appassionati del settore, che comunque si trovano di tutte le età. Mi sono trovato a presentare il libro a classi di quinta elementare o di prima media, che hanno apprezzato e accolto con entusiasmo il romanzo, ma anche lettori più adulti e più navigati hanno espresso il loro apprezzamento. Quindi direi che non c’è una categoria o un’età stabilita di lettori per il mio libro… se il genere piace può leggerlo chiunque. Senza dubbio c’è una morale, o comunque ci sono tanti piccoli messaggi che ho voluto far passare, pur raccontando di maghi, magie, elfi e nani. E sono messaggi molto “umani”, quali l’amicizia, la tolleranza, l’amore, la famiglia, la crescita… non volevo scrivere solo una storia carina da leggere, capace di far svagare e basta. Nel mio piccolo volevo trasmettere qualcosa, un messaggio, una mia visione della vita. E credo che, dai commenti che mi vengono fatti, ci sia riuscito.
9) Infine, quale consiglio di scrittura senti di dare ai lettori? Spiega brevemente come scrivi le tue storie: c’è un momento della giornata in cui ti senti maggiormente ispirato? Deve esserci una particolare atmosfera attorno o scrivi benissimo ovunque?
Sono uno scrittore piuttosto esigente, se si può dire così. Ho bisogno del mio ambiente, delle condizioni adatte per scrivere. Ciò non vuol dire che, se ho degli stimoli e degli spunti improvvisi, non mi metta a scarabocchiare anche nel bel mezzo di una piazza piena di gente. Generalmente è la sera il momento che prediligo per scrivere, anche se entrando nel mondo del lavoro, il tempo e lo stile di vita si sono modificati molto rispetto a quando scrivevo al liceo! Comunque qualche spazio da ritagliarmi lo riesco sempre a trovare!

10) Progetti per il futuro. Qualche anticipazione...
Mi sto dando da fare in tutti i modi per promuovere al meglio “I tre Druidi”, soprattutto sul web, ma anche partecipando a manifestazioni letterarie e conoscendo persone. È quasi un secondo lavoro, che impiega gran parte delle mie energie, ma che faccio volentieri perché è una cosa che mi appassiona e in cui credo. Oltre a questo, nei ritagli di tempo, sto portando avanti la stesura del secondo capitolo della storia. Spero di metterci meno tempo rispetto a quello impiegato per riuscire a terminare “I tre Druidi”!
11) Vuoi aggiungere qualcos’altro per concludere?
Vorrei ringraziarti per lo spazio che mi hai dedicato e spero che leggendo queste parole qualche lettore si sia incuriosito e voglia approfondire la conoscenza del mio libro! Ne sarei molto felice!

Potete leggere l'intervista anche qui: http://terrysfantasy.blogspot.it/2013/06/u...fano-tomei.html

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