Una conversazione con..., Simone Lari4

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Terry78
icon12  view post Posted on 20/5/2013, 08:21




1) Ciao Simone e ribenvenuto nel mio piccolo spazio virtuale. Ancora una volta sei mio graditissimo ospite per parlarci della tua prossima pubblicazione. Ma prima di parlarne, sveliamo a tutti questo tuo grande segreto: come fai a scrivere tanto in così poco tempo? E soprattutto dove trovi tutte queste spettacolari idee?

Ciao Teresa, è sempre un piacere essere tuo ospite. Il mio segreto dici? Beh è piuttosto semplice, vedi, da quando ho pubblicato il mio primo romanzo lo scorso giugno (ormai è passato quasi un anno preciso dalla Nemesi) si è concluso il mio ultimo contratto di lavoro, così, da allora, la mia passione per la scrittura è diventata il mio lavoro a tempo pieno. Scrivere mi piace, e le idee (seguono diversi gesti scaramantici) non mi mancano, anzi, avrei in mente una storia e degli ottimi personaggi per un’altra saga, ma al momento non posso davvero darle corpo, o non potrei portare avanti Nameless e Kage come vorrei. Sul dove le trovo, beh, a volte saltano fuori nei momenti più disparati, o nei contesti più improbabili, anche da una discussione con gli amici magari, come nel caso di Nameless.

2) Non pensi però che ci voglia un po’ di tempo per promuovere i libri, quindi non pensi che le tue pubblicazioni passate possano in qualche modo risentirne perché per curare la promozione ci vuole anche un pochino di tempo... Come fai a conciliare tutte queste cose insieme?

Sicuramente ci vorrebbe più tempo per curare tutti i miei “figli”, cerco comunque di non dimenticarmi mai di nessuna delle mie opere, e di promuoverle al meglio che posso, in un mercato molto concorrenziale, e con moltissima offerta. Infatti, sia Kage che Il Ritorno del Cavaliere Arcano, erano pronti da tempo, ma ho atteso un po’ (e nel frattempo li ho sottoposti ad approfondite letture e analisi da parte di due buone amiche e colleghe) prima di pubblicarli. In verità, però, la vita media di un romanzo su Amazon è piuttosto breve: tempo tre mesi e sei fuori dalle novità, e la tua visibilità si dimezza, e con essa, purtroppo, le vendite e i lettori.

3) Questa volta hai abbandonato il genere fantasy per dedicarti ad un thriller/paranormal. Come mai? Vuoi brevemente spiegare ai lettori quali storie si incastrano in questo genere letterario?

Diciamo che ci sono arrivato per gradi; prima sono passato dall’epic all’urban fantasy, e questo mi ha riportato in epoca e contesti moderni. In seguito ho deciso di mitigare la componente puramente fantasy (magia, superpoteri e simili), privilegiando invece un approccio “paranormale”.
In Kage Queen – L’Eredità, quasi tutti i personaggi, ad eccezione del protagonista, della sua gatta (si, avete letto bene, “della sua gatta”), e alcuni degli antagonisti principali, sono umani a tutti gli effetti. Ma non pensate che i poteri di Kage lo mettano al sicuro, una pallottola ben piazzata lo ucciderebbe come farebbe con qualunque altra persona.

4) In genere, decidi a priori il genere o è la storia che decidi di narrare che sceglie il genere?

Prima di iniziare a scrivere la storia, penso ai personaggi, alle vicende fondamentali, a dove voglio andare a parare insomma. Seguono un paio di giorni diciamo di “brainstorming”, ma potremmo definirli anche di delirio puro, in cui mi appunto freneticamente su ogni supporto possibile, ogni idea, frase o personaggio mi passino per la mente, e dopo, quando ho abbastanza materiale su cui lavorare, comincio a scrivere.

5) Parliamo ora del libro. Domanda d’obbligo. Il libro si intitola “Kage Queen – L’eredità”. Come mai hai deciso di intitolarlo così? E’ un libro autoconclusivo o sono previsti altri volumi?

Ci sono molti motivi che giustificano il nome, e il cognome, di Kage, della sua villa e della sua famiglia. Ma svelarli adesso toglierebbe al lettore il gusto di fare supposizioni, e magari, col tempo, di scoprirli. L’eredità, legata alla morte del padre di Kage, e a tutti gli eventi che ne potrebbero seguire, sono alla base della storia. Capire le scelte di Kage, le sue macchinazioni, le sue decisioni, sarà un percorso che accompagnerà il lettore per tutto il romanzo, grazie anche ad alcuni flashback che il protagonista avrà durante la storia, che narrano brevi passaggi del suo passato, risalenti a quando era ancora un ragazzino. Personalmente non amo leggere e nemmeno scrivere romanzi autoconclusivi. Se i personaggi e le storie che leggo o scrivo mi appassionano, io voglio avere la possibilità di vedere come prosegue la trama, come si evolvono le vite dei protagonisti, insomma, una volta che mi sono affezionato a loro, poi voglio rivederli.

6) Parliamo della bella copertina che cattura subito l’attenzione. Chi l’ha realizzata e chi sono rappresentati in copertina?

La copertina è molto bella e di impatto, ne sono molto soddisfatto. È stata realizzata da Vera Q., che ha dato vita a una mia visione mentale che voleva fortemente questa spaccatura a metà, con Kage da una parte e Lilù dall’altra. L’aggiunta della sottile linea rossa e il sangue, sono state un’ottima cosa direi. Ci tengo a precisare che le immagini di copertina, come risulta dalla mia pagina facebook e dal testo dell’ebook, sono state realizzate da fotografi professionisti, e la licenza d’uso è stata regolarmente acquistata su di un sito specializzato.

7) Il prologo recita: Hai presente quando una gatta fissa insistentemente un punto nel vuoto? Se vedesse qualcosa che l’occhio umano non può scorgere, qualcosa che non è ancora accaduto… e se tu potessi vedere ciò che vede lei?
Cosa faresti se sapessi che il tuo ricco padre, un essere spregevole, arrogante e dispotico, che non vedi da dieci anni, morirà di sicuro tra pochi giorni, nominandoti suo erede universale? Quindi è logico dedurre che sarà co-protagonista una gatta. Come mai hai scelto proprio un gatto come “personaggio” chiave della storia?

Io adoro i gatti, sono misteriosi, enigmatici, ma anche giocherelloni e pazzerelli, un po’ come me. Riflettendo sulla prima frase che hai riportato, mi sono chiesto spesso cosa vedessero in realtà, o cosa pensassero, nei momenti in cui fissano un punto nel vuoto, e da li, mi è venuta un’idea interessante… per sapere di preciso qual è l’idea, leggere l’estratto di Kage e lo saprete…

8) Mi è sembrato di capire che il protagonista è un certo Kage che ha dei poteri paranormali e vive quasi in simbiosi con la sua gatta Lilù. Tecnicamente è una cosa che rende prevalentemente nel cinema far vedere le scene in cui il protagonista usa i poteri paranormali perché ci sono le immagini che sorreggono la storia. Tu come sei riuscito quindi a descrivere questi “poteri paranormali” con la scrittura e quali sono?

Le parole sono in grado di descrivere la scena che l’occhio vede, quindi, per presentare adeguatamente un contesto, con tanto di aspetti paranormali, è necessario figurarselo bene in mente, farsi una precisa immagine mentale, e poi riportarla così come la immaginiamo.
Kage e Lilù hanno un solo potere ciascuno, più la condivisione di un terzo potere. Sai quanto ami parlare dei miei romanzi e fare succosi spoiler, ma stavolta mi sono ripromesso di mantenere un alone di mistero… ti posso dire che il potere della gatta si manifesterà subito, nel primo capitolo, mentre quello di Kage, che si presenterà più volte nel corso del romanzo, verrà spiegato solo nella terza parte. Infine, il potere condiviso non verrà mai chiaramente spiegato, sarà il lettore a dover capire che esiste, e di come e quando i due protagonisti lo usano.

9) Essendo un thriller, deduco, che hai dovuto creare con la scrittura una forte tensione emotiva. Come l’hai resa? Ad esempio, il romanzo è narrato in prima o in terza persona? Hai privilegiato le introspezioni psicologiche dei personaggi oppure attraverso dei dialoghi ben strutturati, oppure ancora privilegiando le descrizioni particolareggiate?

Devo dire che ho dovuto prestare una grande attenzione sia alle descrizioni ambientali, che alla caratterizzazione psicologica dei personaggi, nonché ai loro dialoghi, per renderli il più possibile coerenti, appassionanti e con la giusta tensione, senza mai anticipare nulla, e senza far trapelare troppe informazioni.
Sicuramente ho dovuto prestare maggiore tempo e attenzione rispetto ai miei precedenti romanzi, in cui l’elemento psicologico e la caratterizzazione dei personaggi erano importanti, ma non altrettanto fondamentali.
Il romanzo è narrato in terza persona e ogni aspetto, dalla psicologia ai dialoghi, fino alle descrizioni, è molto curato.
A differenza delle altre opere che ho scritto, ci sono state due distinte stesure, la prima, che potremmo definire come la struttura della storia, è stata necessaria per fissare subito le idee, i dialoghi e il contesto, mentre la seconda, per la quale ho potuto contare sul valido aiuto di una cara amica, è stata di rifinitura, di perfezionamento e di approfondimento psicologico dei personaggi.

10) Quali personaggi prediligi nel tuo romanzo? Perché? C’è qualche elemento autobiografico oppure non c’è alcun riferimento a te?

Di solito nei miei romanzi ci sono sempre personaggi ispirati a me o al mio mondo. Stavolta, però, devo dire che Kage è molto diverso da me, perlomeno dalla persona che sono adesso, dall’uomo che ho deciso di essere, anche se… in alcuni momenti rivedo qualcosa di me in lui, o qualche aspetto che un tempo faceva parte del mio carattere, o magari è ancora lì da qualche parte, sopito…
I protagonisti principali sono sempre al centro della scena, e non potrei non amarli, ma ce ne sono molti altri, come ad esempio la bella, forte e determinata July, il testardo detective Henry, e anche il fedele maggiordomo Wilfred, che sono dei personaggi molto interessanti.

11) Un sogno nel cassetto... qualcosa che ancora non hai realizzato, ma speri presto si realizzi?

Un sogno? Te ne dico tre: pubblicare la versione a fumetti di Nameless (sogno che potrebbe realizzarsi a breve…); avere un riscontro di pubblico tale con Kage, che una famosa casa editrice si interessi e lo pubblichi; e infine una versione cinematografica della mia saga epic fantasy. (Anche scrivere un romanzo a quattro mani con una collega non sarebbe male…)

12) Progetti per il futuro... Immagino che avrai qualche altro libro pronto nel cassetto che aspetta solo di essere tirato fuori...

Eheheh, c’è sempre un libro che aspetta di uscire dal mio cassetto. Attualmente, il terzo e conclusivo capitolo della Chiamata del Destino, “Il Ritorno del Cavaliere Arcano”, è in fase di editing, prevedo un’attesa piuttosto lunga, visto che l’opera è piuttosto corposa.
Per quanto riguarda la saga di Nameless, ci sono diverse novità. Intanto proprio in questi giorni è uscita la versione cartacea, mentre verso i primi di giugno uscirà la versione tradotta in lingua inglese. Ancora da valutare, la trasportabilità del romanzo in una versione a fumetti. Mentre per quanto riguarda il sequel, Nameless II – La Maschera di Ferro, è attualmente in lavorazione, dovrei controllare, mi sembra di aver scritto circa una settantina di pagine.
Quindi entro la fine del 2013 vedremo sicuramente (gesto scaramantico) Il Ritorno del Cavaliere Arcano, Nameless II, e il secondo volume di Kage, “Kage Queen – Il Consiglio”

13) Vuoi aggiungere qualcos’altro prima di concludere?
Intanto vorrei ringraziarti per lo spazio che mi hai dedicato, sei sempre molto gentile, grazie. Ringrazio anche i tuoi followers per la pazienza con cui hanno seguito l’intervista e letto le mie lunghe risposte. In fine, ringrazio le persone che mi sono state vicine nel corso della realizzazione di Kage, a loro vanno il mio affetto, la mia gratitudine e i miei più sentiti ringraziamenti.



Potete leggere l'intervista anche qui: http://terrysfantasy.blogspot.it/2013/05/u...mone-lari4.html
 
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