Una conversazione con..., Katherine Keller

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Terry78
icon12  view post Posted on 15/5/2013, 12:33




1) Ciao Katherine... in realtà dovrei dire ciao Patty e ciao Angela perché dietro questo singolo pseudonimo siete addirittura in due e non in una come si potrebbe pensare. Bé... le domande allora iniziali sorgono quasi spontanee. So che vi siete conosciute grazie al telefilm Smalville. Raccontate, dunque, questo incontro e da dove nasce l’idea di firmarvi con un unico nome, e a chi è venuta per prima in mente l’idea di scrivere insieme un libro. Perché? Scrivete a distanza oppure vi incontrate?
Angela: Ciao Teresa, innanzitutto è un piacere fare la tua conoscenza. Io e Patrizia siamo felici di condividere questa intervista con te e i tuoi lettori. Con Patty ci siamo conosciute nel modo in cui oggi si conosce la maggior parte delle persone. Attraverso Facebook. Lei è l’amministratrice di un gruppo sulla serie di Smalville, io una fan sfegata e per caso ci siamo trovate a chiacchierare su alcuni aspetti della serie. Abbiamo approfondito la nostra amicizia virtualmente per un po’ di tempo, visto che ci stavamo parecchio simpatiche. Poi chiacchierando è venuto fuori che Patrizia viveva nello stesso luogo in cui viveva mia zia, e così ci siamo dette: “Perché non incontrarci?” Da lì all’incontro è passato poco, e da virtuale l’amicizia è passata a reale. Nel corso di questa conoscenza ho scoperto che Patrizia aveva l’hobby della scrittura. Avevo avuto l’occasione di leggere alcune sue fan fiction che mi erano piaciute molto, ma l’idea di scrivere un libro insieme è maturata molto dopo, quando insieme abbiamo deciso di aprire una pagina di giochi di ruolo, in cui si potevano interpretare personaggi di fantasia e scrivere delle storie. Io avevo già scritto un libro che poi ho pubblicato, e altri che ho ancora nel cassetto, quindi scrivere per me era già una specie di lavoro oltre che una necessità, e avevo tutta l’intenzione di continuare a farlo, quindi mi sono detta che sarebbe potuta essere un’esperienza nuova e stimolante provare un progetto a quattro mani. Ho visto in Patrizia la partner ideale, dato che sapevo della sua passione per la scrittura e soprattutto conoscevo il modo in cui scriveva. Il passo da lì al romanzo vero e proprio è stato breve. Abbiamo buttato giù, in pochissimo tempo, tre interi romanzi, di cui uno, Black Shadow, è stato appena pubblicato con lo pseudonimo di Katherine Keller, scelto più che altro per una questione di comodità. Un solo nome che ne riassume due. Vivendo a una distanza di circa seicento chilometri l’una dall’altra, incontrarsi è difficile, capita molto di rado e quando succede, di solito perdiamo tempo a guardare serie americane o ad andare in libreria a comprar libri. Per scrivere ci serviamo delle moderne tecniche di comunicazione che il web ci offre. Google, mail e chat.
Patrizia: Ciao anche da parte mia. Per riprendere il discorso di Angela, si può dire grazie alla tecnologia che avvicina amiche che vivono lontane e che permette loro di scrivere insieme. A parte gli scherzi, tutto il progetto è nato con grande naturalezza, abbiamo rodato il nostro modo di scrivere, i nostri stili hanno raggiunto un punto d'incontro, un terreno comune dove trovare la massima espressione. Entrambe amiamo tantissimo il genere fantasy, paranormal romance e urban fantasy in particolare, e con le idee che erano un fiume in piena, il progetto si è sviluppato in fretta. Abbiamo creato un mondo coerente ricco di personaggi che hanno tantissimo da dire. Stimo molto Angela, oltre che come amica, anche come scrittrice, con la sensibilità che ha di descrivere l'animo umano. Ho apprezzato molto il suo romanzo d'esordio ed è stato un onore per me che si sia imbarcata in questa impresa, dove l'una è lo stimolo dell'altra nel creare senza sosta.
2) Condividete insieme alla passione per i libri (leggerli e scriverli) anche quelle per i telefilm americani. Ma, quando guardate e dopo commentate un telefilm che avete visto, vi capita mai il desiderio di voler intervenire in una storia magari aggiungendo o togliendo qualche personaggio? E, oltre a Smalville, quale altro telefilm vi piace? Perché?
Ci capita molto spesso. Succede alcune volte di non trovarci d’accordo su alcune scelte delle varie produzioni e, ci divertiamo a discutere su come avremmo fatto evolvere un determinato personaggio e la sua storia. Le serie che entrambe amiamo molto, oltre a Smalville sono tutte quelle che hanno un’impronta fantascientifica o paranormal fantasy, quindi The Vampire Diares, Beauty and The Beast, Once upon a time, per citarne solo alcune. Comunque non disdegniamo anche serie come White Collar, dove l'ironia è un punto cardine. Amiamo gli scambi di battute brillanti e ritmati. E' un aspetto che cerchiamo di inserire anche nei nostri romanzi.

3) Ma la vostra più grande passione tra i generi letterari è il fantasy. Perché?

É presto detto. Il fantasy offre la possibilità di evadere molto più di quanto facciano altri generi. È affascinante, è misterioso, è intrigante e permette alla fantasia di esprimersi al meglio, sia che si legga un fantasy, sia che lo si scriva. Quando si scrive il fantasy infatti si possono reinventare le proprie regole, creando scenari di ampio respiro dove muovere i personaggi a 360 gradi. Una grande opportunità per uno scrittore che ha fantasia e voglia di stimoli sempre nuovi.

4) Come ho detto prima, voi avete scritto un libro insieme. Come avete fatto a scriverlo: una scriveva una parte e l’altra un’altra e poi di comune accordo univate le parti? C’è qualcuna di voi che ha alla fine corretto l’intero manoscritto? O l’avete rivisto insieme?

Ognuna di noi due ha dei personaggi precisi che le appartengono, a cui abbiamo dato una precisa personalità. Così è molto più semplice seguire il personaggio e non perdersi. Il romanzo è stato scritto in presa diretta, come se i personaggi esistessero in quel momento, scriverlo in altra maniera non sarebbe stato possibile per noi, soprattutto per quanto riguarda i dialoghi, e Black Shadow è sostanzialmente fondato sul dialogo, sul botta e risposta. Alla fine, c’è stata la revisione, fatta prima da una e poi in seguito dall’altra. Ovviamente non sono state solo due le revisioni, ma lo abbiamo visto e rivisto fino allo sfinimento. Ci siamo completate, divise alcuni compiti, coordinandoci come una vera squadra. Per esempio una ha lavorato di più sull'editing, l'altra sulla pubblicazione vera e propria, usando i programmi per generare i files per Amazon. E' stato un processo complicato dove ognuna però ha avuto il suo ruolo. Squadra che funziona non si cambia.

5) Qual è stata la difficoltà maggiore dello scrivere insieme un libro, quale invece la parte più divertente o più rilassante? Perché?

Non abbiamo avuto grandi difficoltà a dire il vero. È sempre andato tutto molto liscio. Discutevamo le idee e trovavamo sempre un punto d’incontro senza troppi problemi. Ci veniva naturale elaborare le rispettive idee, farle confluire in un'unica soluzione. Non ci sono mai state discussioni, ma confronti utili che ci han portato a scrivere la saga con serenità e soprattutto con grande divertimento. Noi per prime eravamo curiose di vedere cosa avrebbero fatto i personaggi interagendo tra loro. Non eravamo solo scrittrici, ma anche lettrici. Esperienza fantastica.

6) In genere, cosa preferite scrivere (potete rispondere anche singolarmente): i dialoghi o le descrizioni dei personaggi e dei paesaggi? Perché?
Angela: personalmente adoro scrivere i dialoghi. Sono immediati, sono veri, e se sono esposti bene, danno la reale impressione di quello che il personaggio prova. È come ascoltare qualcuno senza conoscere i suoi pensieri. Ti poni domande, fai supposizioni. Perché avrà detto questo? Cosa sta pensando? Amo molto scrivere le battute veloci, il botta e risposta, perché rende tutto molto dinamico e divertente. Ma non disdegno le descrizioni dei luoghi e dei personaggi, purché non siano prolisse, piene di aggettivi e abbellimenti utili solo ad appesantire le frasi.
Patrizia: concordo con Angela. I dialoghi sono immediati, ti catturano e ti raccontano di un personaggio molto più di quanto potrebbe fare una descrizione. Il dialogo è la vita e l'anima di un romanzo, gli dà forza, gli dà ritmo, un’ impronta tutta sua. Ovvio che le descrizioni sono importanti, ma preferisco poche pennellate qua e là, che indirizzino il lettore, che lo aiutino a inquadrare la situazione. Il resto lo lascio alla fantasia di chi legge.
7) Iniziamo ora a parlare più approfonditamente del vostro libro. “Black Shadow” mi sembra che voglia dire “Ombra nera”. Perché lo avete intitolato così?
In realtà la scelta del nome del romanzo è legato al fatto che volevamo trovare un titolo di impatto per l'intera saga, che è composta da più romanzi con personaggi soprannaturali di varia natura. Ci sembrava che “The Shadow Saga”, la saga delle Ombre, fosse perfetta per inquadrare personaggi che vivono nell'ombra, che si nascondono agli umani. A questo punto il colore era solo un modo per individuare il romanzo. Tutti i titoli avranno come costante la parola Shadow. Black ci sembrava perfetto per Alexander, il demone, la cui anima è nera.

8) So che è il primo libro di una saga fantasy. Come mai avete deciso di narrare le vicende dei due protagonisti, Alexander e Deny, in più libri? E di quanti libri si comporrà la saga in tutto?

In realtà ogni romanzo, pur facendo parte di una saga, può considerarsi un autoconclusivo. Non racconteremo solo le vicende di Alexander e Deny che, però, spesso appariranno negli altri romanzi, ma ogni libro avrà una sua coppia e una sua storia. Al momento attuale ne abbiamo scritti tre, ma non sappiamo ancora fin dove ci porteranno i personaggi, perché ne nascono sempre di nuovi. Un aspetto che ci piace e ci diverte è che i personaggi protagonisti di un romanzo, sono coprotagonisti o comparse in quelli degli altri. Anche se dobbiamo ammettere di avere una coppia di protagonisti che amiamo particolarmente, a cui ci piacerebbe dedicare più di un romanzo e non è escluso sarà così. Riteniamo abbiano molto da dire.

9) Secondo voi, qual è la difficoltà maggiore che si può incontrare nello scrivere una saga? Quali, invece, i vantaggi?

La difficoltà maggiore nello scrivere una saga è sicuramente quella di trovare sempre idee valide per farla durare. Il vantaggio è quello di avere molto più spazio per esprimerle quando queste sono davvero tante, come spesso capita a noi. Un altro vantaggio è puramente egoistico. Se non riesci a staccarti da un personaggio che ami, hai la scusa buona per continuare a scriverlo.

10) Vampiri, demoni, streghe, fantasmi, licantropi. Come siete riuscite a far convivere tutte queste figure fantasy insieme nel vostro libro? E in che cosa siete riuscite a renderli diversi dai soliti cliché?

Prima di tutto speriamo di esserci davvero riuscite. Il nostro impegno in tal senso è stato totale. Abbiamo rielaborato alcune “regole” del mondo soprannaturale e abbiamo alterato i parametri per muovere i personaggi. Quello che abbiamo cercato di fare è stato di non essere scontate, di inventarci colpi di scena e situazioni fuori da schemi precostituiti, di calare i personaggi con le loro particolarità in situazioni inusuali per loro. Abbiamo lavorato molto sulle psicologie dei personaggi, sul perché si muovono in un certo modo, sul perché fanno certe scelte, cercando di renderli umani nella loro diversità. E dal riscontro che abbiamo avuto del primo romanzo, possiamo ritenerci soddisfatte dei pareri ricevuti. Non volevamo solo misurarci con vampiri o licantropi, volevamo spaziare per metterci alla prova, per trovare nuovi stimoli e abbiamo creato un universo in cui tutti hanno il loro spazio.

11) La storia in breve narra di Alexander, un demone spietato e privo di scrupoli, e Deny, una donna gentile e bella, che altri non è una strega. I due si innamorano. Come avete raccontato questa storia d’amore? Come un amore tormentato, un amore non corrisposto, un amore impossibile, un amore idilliaco, etc.? E quanto è importante per la storia che sia presente questo amore? Perché?

La storia d'amore di Deny e Alexander è il fulcro centrale dell'intero romanzo. Ha una sua evoluzione durante la trama come hanno un’ evoluzione i due protagonisti, che imparano a conoscersi tra loro, a conoscere loro stessi. Avranno modo, grazie al sentimento che li unisce, di rimettersi in discussione, di trovare la loro strada. E' stato bellissimo lavorare tanto sulla loro psicologia senza tralasciare l'aspetto sensuale del loro rapporto, né quello frizzante di dialoghi ironici e ritmati. Se si parte da una sorta di flirt pericoloso, si arriva ad un amore profondo incondizionato. Al “per sempre”.
12) So che il libro è ambientato in Scozia. E’ una Scozia immaginata o avete descritto dei luoghi reali? Vi siete, dunque, documentate su internet o in biblioteca? Come mai avete ambientato la storia proprio in Scozia?

La Scozia del nostro libro esiste solo come luogo fisico in cui inserire i personaggi, ma dato che la maggior parte delle scene si svolgono in un castello, o in luoghi lontani dalla Scozia, non abbiamo avuto bisogno di grandi descrizioni. Il romanzo nasce in Scozia perché è un luogo molto vicino a Londra e nella saga la relativa distanza fra i due luoghi ci è stata molto d’aiuto per far interagire i vari personaggi.
13) Se la vostra saga diventasse un telefilm, quali attori vi piacerebbe interpretassero i ruoli dei vostri personaggi principali?

Non abbiamo dubbi: Matt Bomer è il demone Alexander. Hilarie Burton è Denamora. Loro due infatti, sono già una grande coppia nella serie White Collar. Shezeliel invece è Chris Hemsworth che nei panni di Thor ha tutto l’aspetto dell’angelo guerriero. Mentre per il vampiro Lance andrebbe benissimo Jensen Ackles, con un aspetto elegante e molto affascinante.

14) Progetti per il futuro. Qualche anticipazione...

Angela: Oltre che a lavorare sulla saga, ognuna di noi sta lavorando a dei progetti personali. Una trilogia fantasy, di cui ho già completato due romanzi e iniziato il terzo, più un probabile spin off. Inoltre ho in cantiere anche una duologia distopica, di cui ho iniziato e quasi concluso il primo romanzo, più un probabile spin off, anche qui. Le idee sono tante.
Patrizia: personalmente sto revisionando il mio primo romanzo scritto da sola, un paranormal romance autoconclusivo che si svolge nell'ottocento. Ho sposato i miei due grandi amori letterari: il fantasy e l'ottocento inglese. Infatti ho sempre amato profondamente i romanzi di Jane Austen, Charlotte Brontë e Charles Dickens. Inoltre ho già scritto il primo romanzo di una trilogia paranormal romance e sto lavorando attualmente sul primo romanzo di una saga urban fantasy. Come dice Angela, le idee sono tante.

15) Volete aggiungere qualcos’altro, prima di concludere

Ti ringraziamo per questa intervista e per le tue interessanti domande che ci hanno permesso di esprimere al meglio chi siamo. Speriamo che il libro, se lo leggerete, vi piaccia. A questo punto non ci resta che dire: Buona Lettura!





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Potete leggere l'intervista anche qui: http://terrysfantasy.blogspot.it/2013/05/u...ine-keller.html
 
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