Una conversazione con..., Linda Bertasi

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Terry78
icon12  view post Posted on 2/5/2013, 08:26




1) Ciao Linda e benvenuta nel mio piccolo angolo virtuale. Prima di parlare del tuo libro di prossima uscita per la Butterfly edizioni che si intitola “Il profumo del sud”, parliamo un po’ di te... Tu hai una formazione scolastica prettamente tecnica o quantomeno scientifica, avendo studiato in un Istituto Tecnico. Da dove nasce, dunque, tutta questa passione per la letteratura in generale e per la scrittura in particolare? E quando hai iniziato a scrivere seriamente le tue storie?

Ciao Teresa e grazie per avermi ospitato nel tuo blog. Amo la letteratura da che mi ricordo, ho sempre amato la lettura sin da piccola. Ricordo che il mio primo vero approccio al ‘romanzo’ fu scovando libri nella libreria di nonna, acuta e fervente lettrice. Ho sempre mantenuto una fitta corrispondenza con amiche vicine e lontane, ho letto alcuni testi scolastici come 'I promessi sposi’ e ‘La divina commedia’ prima di affrontarli come materie didattiche. Sono letteralmente innamorata del genio indiscusso di William Shakespeare e della penna di Jane Austen. Ho sempre scritto storie sin da piccola, poesie e racconti, ma è stato all’età di quindici anni che mi sono cimentata nel mio primo romanzo.

2) Oltre alla letteratura e alla scrittura sei una grande appassionata di storia. Quale periodo storico ti affascina di più? Perché?

Nutro una fervente passione per la storia inglese, per il quattordicesimo, sedicesimo e diciannovesimo secolo. Sono una studiosa e un’appassionata della dinastia Tudor che regnò in Inghilterra nel quattordicesimo secolo. E, naturalmente, ho sempre avuto una particolare attrazione verso la guerra di secessione americana.

3) Hai partecipato a diversi concorsi letterari. Credi che i concorsi sia utili agli scrittori? Perché?

Partecipai più per gioco, per lo meno all’inizio, e posso affermare che la maggior parte di essi non aiutano gli autori, soprattutto quelli a pagamento. In alcuni casi fortuiti non è sempre così, ma sono davvero sporadici.

4) Ma “Il profumo del sud” non è il solo romanzo che hai scritto. Nel 2010 pubblichi “Destino di un amore” e successivamente “Il rifugio” con il quale hai vinto il secondo premio del XXIII concorso letterario di Valle Senio. Cosa ricordi maggiormente con piacere di questa vincita? Raccontaci un po’ cosa è accaduto la sera della premiazione...

Anche a questo concorso partecipai come ogni anno, per la prima volta con un romanzo edito e non con le poesie. Non immaginavo e nemmeno pensavo lontanamente di riuscire a superare le selezioni e arrivare tra i primi tre finalisti. Ricordo l’emozione nel sentire la voce della direttrice al telefono, i complimenti dei giurati riguardo al romanzo per il tema singolare e la delicatezza con cui trattavo di reincarnazione e dimensioni temporali, la medaglia d’argento e la pergamena nella mia stanza. E’ stata una bellissima esperienza che consiglio ad altri emergenti. Un concorso pulito e soprattutto senza alcun onere di spesa.

5) Parliamo della tua ultima fatica, e cioè de “Il profumo del sud”. Sono rimasta letteralmente colpita dalla trama: è molto articolata! Da dove hai tratto tutte queste belle idee? Da un libro che hai letto, oppure da un autore... non so...


Sono sempre stata un’appassionata della guerra di secessione e dei suoi risvolti, dei generali che l’hanno animata, degli uomini d’onore che si sono distinti in battaglia e ho sempre desiderato raccontare di questa mia passione in un libro. L’idea è nata quasi per caso, ricordo che avevo appena visto una rivisitazione di “Emma” di Jane Austen che c’entra poco o niente con il mio romanzo, se non che considero Jane una sorta di ‘musa ispiratrice’, da sempre. Mi sedetti davanti al computer e l’idea si fece strada in me a poco a poco. Volevo raccontare di una storia di amore e di guerra, di onore e coraggio e finalmente la guerra civile americana mi calzava a pennello.

6) Il libro è un romanzo storico-sentimentale perché gran parte della vicenda si svolge nell’Ottocento. Come mai hai deciso di incastonare la tua storia proprio in questo periodo storico? Per scriverlo hai fatto forse delle ricerche in Biblioteca o su internet? Come nasce un romanzo storico come questo?

Come ho detto sopra la guerra civile americana è un periodo storico che mi ha sempre affascinato, volevo raccontare di schiavi, di Lincoln, di Nord e Sud, di un mondo lontano, addormentato nel passato, riportarlo in vita. Era un mio sogno che custodivo da tempo.
L’Ottocento è il mio pane. Già ne “Il rifugio” avevo dato un assaggio della mia passione, ambientando alcuni passaggi nel 1750, e con “Il profumo del sud” ho potuto dare ampio sfogo alla mia passione.
Per scrivere un romanzo storico come questo, ho compiuto una lunga ricerca che ha impegnato sei lunghi mesi. Volevo creare una storia quanto più pertinente possibile. E’ d’obbligo se si vuole scrivere un romanzo storico, senza sfociare nel fantasy.
Tutto quello che il lettore troverà nel mio romanzo è documentato e attinente, persino il clima, le colture del sud, gli arbusti, i fiori, il cibo, ho scovato diari di bordo di emigranti, liste passeggeri di piroscafi salpati dall’Italia nel 1858 verso il Nuovo Mondo. Ho studiato le rotte delle navi, i diari di guerra di sopravvissuti americani. Addirittura un rogito risalente al 1860. Ogni più piccolo particolare è attinente e documentato, fatta eccezione per i protagonisti. E’ stato un lavoro lungo e meticoloso, ma ne è valsa la pena.

7) Tutto ha inizio con una donna bella e misteriosa. Anita è il suo nome. Dal passato scomodo, Anita vuole ricominciare a vivere una nuova vita nel Nuovo Mondo e così prende un piroscafo che la porterà alla destinazione tanto attesa. Ma tu non ti sei soffermata solo a raccontare la storia di Anita. Hai dato voce anche ad una variegata gamma di personaggi dalle infinite sfumature mettendo in rilievo soprattutto i sentimenti che legano i vari personaggi tra loro. Come hai fatto a creare tutti questi personaggi dando loro un volto, una voce e dei sentimenti? Da cosa sei, quindi, partita per crearli?

E’ una caratteristica dei miei romanzi quella di dare molteplici sfaccettature ai personaggi, per me non esiste il bianco o il nero ma infinite sfumature di grigio.
Quando inizio un romanzo non so mai dove questo mi porterà, come finirà e quali personaggi si avvicenderanno. Io la considero una specie di ‘magia’ e con “Il profumo del sud” non è stato diverso.
All’inizio, c’erano solo Anita e i personaggi che incontra sul piroscafo che la sta conducendo nel Nuovo Mondo. Il resto si è costruito capitolo dopo capitolo, viaggiando con Anita, percorrendo la sua stessa strada.

8) Ma c’è qualche personaggio in particolare che prediligi o che ti rispecchi di più? Quale ad esempio? E perché?

Sono innamorata pazza di Justin Henderson e sfido le lettrici a non innamorarsene. Lo sognavo persino la notte. Amo quell’uomo, un connubio perfetto di quello che dovrebbe essere per me l’uomo ideale.

9) Più in generale, quale personaggio è stato per te più difficile o più facile da rendere sul foglio? E perché? Quali difficoltà mostrava?

Nessuno è stato complicato da descrivere, proprio per i motivi che ho elencato prima, io mi limitavo solo a descrivere con le azioni e i pensieri ciò che facevano e che pensavano. E’ come se fossero persone in carne ed ossa, almeno per me, non li considero personaggi fittizi rinchiusi in un romanzo, ma persone da presentare e raccontare.

10) C’è qualche personaggio, magari secondario, che ora rileggendo il tuo libro avresti voluto maggiormente approfondire, dandogli più spazio? Se è sì quale e perché?

Nessuno, nel mio romanzo tutti i personaggi, secondari e non, compiono il proprio percorso, una sorta di viaggio che li modificherà profondamente facendo affiorare aspetti della loro personalità nascosti e inaspettati. I personaggi ‘secondari’ acquistano importanza quasi quanto i protagonisti, divengono ‘essenziali’ per loro e viceversa.

11) Come prediligi narrare le tue storie: in prima o in terza persona? Come mai? Secondo te, che difficoltà presentano l’uso dell’uno o dell’altra? E invece in cosa è più semplice l’uso dell’uno o dell’altra?

Personalmente amo narrare in terza persona, con un narratore onnipresente. Non mi sono mai cimentata nella prima persona, fatta eccezione ne “Il rifugio” in cui viene trovato un diario del 1750 e, in quel caso, narravo in prima persona. Non so se riuscirei a descrivere un’intera scena da un solo punto di vista, mi parrebbe limitativo, pur avendo amato parecchi romanzi in prima persona.

12) C’è qualche aneddoto curioso legato alla stesura del tuo libro? Quanto tempo hai impiegato per scriverlo? C’è stato un momento in cui volevi mollare tutto e rinunciare o hai scritto il romanzo molto ispirata?

“Il profumo del Sud” ha richiesto sette mesi di stesura e sei di preparazione all’incirca. E’ stata un’esperienza meravigliosa per me, ho amato studiare di un’epoca, di usi, costumi, luoghi lontani e diversi. Mi ha arricchito tantissimo e mi è dispiaciuto dovermene separare. Credo sia il romanzo a cui sono più legata da questo punto di vista e non c’è stato un solo istante che mi sia pentita della scelta intrapresa.
L’aneddoto curioso che si presenta in ogni mio libro durante la stesura e che mi fa appunto considerare lo scrivere come una sorta di ‘magia’ è come gli eventi si concatenino tra loro perfettamente a incastro durante la realizzazione, eventi che ancora non avevo previsto.
Per chi ha letto “Il rifugio” troverà un esempio lampante alla fine del libro. Durante la stesura diedi una data d’inizio al diario che viene ritrovato e descrissi una scena particolare e, alla fine del libro, la data coincise perfettamente con un evento particolare che non avevo assolutamente previsto a inizio libro.
Ne “Il profumo del Sud” è accaduto lo stesso. Quando decidi di condurre Anita e Justin a Springfield, città natale di Lincoln, volevo che l’uomo incrociasse il Generale Grant, passato alla storia come uomo d’onore e militare al valore, ma non avevo idea di come fare, immagina la mia sorpresa quando in una ricerca approfondita sulla vita del militare scoprii che proprio nella stessa data in cui Justin viaggiava verso Springfield, Grant faceva altrettanto sullo stesso percorso da me scelto. E che proprio in questa cittadina si verificò un evento passato alla storia.

13) Infine, quale consiglio di scrittura senti di dare ai lettori? Spiega brevemente come scrivi le tue storie: c’è un momento della giornata in cui ti senti maggiormente ispirata? Deve esserci una particolare atmosfera attorno o scrivi benissimo ovunque?

Generalmente scrivo nelle prime ore del pomeriggio, quando la mia bimba dorme e il lavoro mi regala una pausa. Le idee, però, arrivano in qualsiasi momento e io sono solita annotarle su un foglietto, un taccuino, qualunque cosa sia a portata di mano. Spesso anche nei sogni si sono presentate.
Non mi sento così ‘navigata’ da offrire consigli, ma posso ripeterne uno che era solita dare Jane Austen e che è mio ‘monito’ da sempre: ‘scrivi sempre di ciò che conosci, non improvvisarti scrittore di gialli o di romanzi d’avventura se non ne conosci il genere, se non lo apprezza o non ne hai mai letto in un libro.

14) Un sogno nel cassetto, qualcosa che non hai ancora realizzato e che vorresti realizzare al più presto?

Vorrei scrivere un altro romanzo storico. Sono definita dagli amici ‘una donna nata nel secolo sbagliato’. Mi piacerebbe raccontare ancora una storia con una solida ambientazione storica, ma chissà …

15) Progetti per il futuro. Qualche anticipazione...

In cantiere ci sono un paio di idee. Un’impronta fantasy in entrambi, due storie che parlano di amore e di mistero, con qualche elemento sovrannaturale.
I lettori mi continuano a chiedere un seguito de “Il rifugio” e non è detto che non mi decida uno di questi giorni.

16) Vorresti aggiungere qualcosa, per concludere...

Ti ringrazio per avermi ospitata nel tuo bellissimo blog e per questa intervista esaustiva. Voglio anche condividere con i lettori la mia emozione nel vedere il mio terzo romanzo pubblicato da una casa editrice seria, professionale e dinamica come la Butterfly Edizioni.
Mi sento come essere entrata a far parte di una grande famiglia e non posso che consigliarla spassionatamente a miei ‘colleghi’.


copertina+il+profumo+del+si

Potete leggere l'intervista anche qui: http://terrysfantasy.blogspot.it/2013/05/u...da-bertasi.html
 
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