Le cinque dee prologo, I e II.

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-NihalShan-
view post Posted on 12/5/2012, 12:58




Una mia storia. Il capitolo 2 devo ancora finirlo posto il primo pezzo (:


Prologo



C'erano una volta cinque dee. Si chiamavano Hana, Kari, Sawako, Natsumi, Kaori. Queste cinque dee avevano tutte un potere diverso: Hana era capace di vedere il futuro; Kari aveva il controllo degli elementi; Sawako poteva creare le cose dal nulla; Natsumi guariva le ferite e Kaori distruggeva. Le cinque donne vivevano nel cielo, mantenevano l'equilibrio del mondo ed erano abilissime guerriere. Combattevano i nemici con astuzia e abilità: erano uno spettacolo di bellezza e di morte assieme. Tra di loro vi era un bellissimo rapporto di amicizia, ma un giorno qualcosa cambiò. Kaori, colei che aveva il potere di distruggere, voleva più potere. Voleva che gli uomini fossero sotto il loro comando, che fossero puniti per la loro stoltezza. Le altre quattro dee però non erano d'accordo con lei. La dea, irata con le compagne, decise quindi di abbandonarle, di andarsene per raggiungere il suo obiettivo. Formò un esercito. Prese degli uomini: dovevano essere delle macchine di morte nelle sue mani. Li incantava: con uno speciale incantesimo poteva controllare le loro menti e costringerli a fare ciò che voleva lei e grazie alla magia li dotò di poteri pari a quelle delle dee. Creò anche dei mostri, sempre con i suoi poteri: deturpava gli animali. Mandò quindi le sue truppe a combattere contro le sue vecchie compagne. Esse combatterono a lungo contro gli uomini e i mostri e riuscirono ad eliminare tutto l'esercito di Kaori. Quest'ultima, viste le sue truppe schiacciate dalla forza della quattro forti dee, decise di scendere in campo. Le sue vecchie compagne erano stremate, ma Kari, la più forte tra le dee, colei che poteva controllare gli elementi, riuscì a lanciare un incantesimo contro Kaori: la congelò grazie alla forza dell'acqua e dell'aria. Lanciò quindi il blocco di ghiaccio contenente la dea della distruzione nell'oceano, dove sarebbe stato impossibile trovarla. Infine le quattro dee morirono, stremate dalla troppa battaglia. Le loro anime però non lasciarono mai la terra.Loro avevano un aiutante, un uomo di buon cuore che si chiamava Tekkan: era immortale e possedeva poteri magici. Tekkan fece una magia. Fece in modo che le anime delle sue padrone non lasciassero mai la terra. Trovavano sempre un nuovo corpo in cui albergare e la persona contenente il loro spirito possedeva grandi poteri. Essa era destinata a controllare l'equilibrio del mondo e a combattere Kaori ogni volta che si rifaceva viva. Tekkan continuò a vivere per molti anni e cercava sempre le reincarnazioni delle dee. Ora a distanza di anni, Tekkan ha un brutto presentimento e la sua ricerca è ancora più disperata del solito. Kaori si sta risvegliando.


Capitolo 1


Accadono cose strane



Elisabeth si svegliò di soprassalto. Un incubo, l'ennesimo. Fin da piccola quegli strani incubi la tormentavano. Sognava sempre di volare, sopra l'oceano, e d'un tratto dalle acque emergeva un blocco di ghiaccio nel quale era rinchiusa una donna. D'improvviso il blocco si scioglieva, liberando la donna. Lei guardava verso Elisabeth con aria minacciosa, come se fosse una sua nemica, si alzava in volo e arrivata di fronte ad Elisabeth sfoderava un pugnale puntando dritta al cuore. A quel punto però la ragazza si svegliava sempre spaventata. Chissà cosa volevano dire tutti quegli incubi. Come mai sempre lo stesso da quando era piccola? Tormentata da quei pensieri si alzò, fece colazione e si preparò per andare a scuola dove incontrò Mary, la sua migliore amica.
“Elisabeth! Come stai?”
“Ciao Mary... per la verità non molto bene.”
“Ancora uno dei tuoi soliti incubi?” Mary era l'unica, ad eccezione dei genitori di Elisabeth, a sapere degli incubi che perseguitavano la ragazza.
“Sì sempre lo stesso, spaventoso, sogno.”
“Ma è strano! Io non ricordo di aver fatto sempre sogni uguali come sta succedendo a te!”
“Lo so, non è normale. Forse dovrei farmi vedere.”
La campanella dell'inizio delle lezioni interruppe il dialogo delle due giovani amiche, lasciandole piene di dubbi e di ansia.

Fu a metà della terza ora che se ne accorse. Il professor Collins, l'insegnante di matematica stava spiegando la lezione, che quel giorno era parecchio complicata e, dato che Elisabeth era negata per la matematica, ascoltava con molta attenzione. Ad un tratto però sentì una voce che non proveniva dalla classe. Era una voce femminile che stava spiegando la guerra di secessione americana. Ma Elisabeth come faceva a sentirla? Proviene dalla classe accanto alla nostra, pensò, loro in quest'ora hanno la professoressa Smith, quella di storia! Ma io come faccio a sentirla? Si guardò intorno: i suoi compagni ascoltavano Collins e prendevano appunti. Prima gli incubi e ora questo! Devo proprio essere pazza! Decise di uscire a prendere una boccata d'aria.
Si diresse in bagno. Riusciva a sentire tutto. La lezione di matematica della sua classe, la Smith che spiegava storia e persino il prof Robinson, che spiegava trigonometria nella classe di fronte a quella di Elisabeth. Si appoggiò al muro, stordita. Chiuse gli occhi e fece dei respiri profondi. Quando li riaprì si sorprese ancor di più. Il muro di fronte a lei era diventato... strano. Elisabeth non ricordava che avesse così tante crepe. Sto impazzendo, sto impazzendo. Ora riusciva anche a vedere più nitidamente?! Si guardò allo specchio posto sopra al lavandino: i suoi occhi erano gli stessi occhioni blu di sempre non sembravano difettosi e le orecchie non erano affatto più grosse. Uscì dal bagno e guardò la porta della sua classe. Non aveva mai visto quante venature avesse il legno. Era confusa. Non poteva rimanere in classe in quello stato. Chiese il permesso al prof Collins di restare fuori dall'aula con la scusa di non sentirsi bene e andò in infermeria. Si sdraiò sul lettino e riflettè: lei non era assolutamente una ragazzina come tutte le altre.

Capitolo 2


Kaori all'attacco



L'oceano era parecchio agitato. Enormi cavalloni si infrangevano sulle coste, formando grandi pozze sulle spiagge e sulle strade. Neanche il tempo era dei migliori. Le nuvole si erano raggruppate formando una massa grigia compatta. Tutto faceva presumere che stesse per accadere qualcosa di brutto.
D'un tratto sulla spiaggia di San Diego, in California, comparve un blocco di ghiaccio. Evento parecchio strano, se si considera che è uno dei posti più caldi al mondo. Ma la cosa più strana, anzi, agghiacciante, era che nel blocco era congelata una bellissima donna. Aveva i capelli corvini, come una notte senza stelle, era snella e parecchio alta. La sua pelle era diafana, bianca. A guardarla bene non sembrava neanche umana. Era vestita come una guerriera: casacca, corpetto e pantaloni di pelle stretti dai quali pendeva un pugnale. Sembrava anche che provenisse da un'altra epoca, dal medioevo.
Lentamente il blocco di ghiaccio in cui la donna era rinchiusa iniziò a sciogliersi.

Tekkan si svegliò di soprassalto. Aveva sognato. Non un sogno qualsiasi, bensì una visione. L'aveva vista: Kaori, la dea malvagia, la dea della distruzione. Il blocco di ghiaccio nel quale era imprigionata era giunto su una spiaggia, ricordava di esserci passato durante una delle sue ricerche. Era San Diego, sulla west coast in California. Doveva andare lì, subito. Avrebbe usato il teletrasporto. A quell'ora era notte inoltrata, non ci sarebbe stato nessuno in giro. Kaori andava fermata, subito. Avrebbe dovuto fare tutto da solo. La ricerca delle cinque reincarnazioni delle dee procedeva lenta. Finora ne aveva trovata solo una, infatti, sarebbe dovuto partire di lì a poche ore per Detroit, Michigan. Ora però doveva correre. Doveva incontrare Kaori e parlarle faccia a faccia.

Il ghiaccio si scioglieva lentamente, facendo tornare all'aria aperta poco per volta il corpo della dea Kaori. Cos'è quest'aria che sento sulla mia pelle? Mi sento libera, viva e... piena di forze. Con un colpo riuscì a togliere gli ultimi residui di ghiaccio che le erano rimasti addosso. Dopo millenni la dea Kaori era libera, libera di vendicarsi e di conquistare il mondo. All'improvviso sentì un rumore e si girò guardinga. Davanti a lei sulla spiaggia c'era un signore piuttosto anziano: lunghi capelli e baffi bianchi, basso e abbastanza tondo. La guardava con uno sguardo parecchio duro. Lo riconobbe subito: Tekkan, colui che un tempo era stato la spalla destra sua e delle sue quattro compagne.
“Tekkan! Quanto tempo che non ci vediamo! Sei forse venuto a farmi uno dei tuoi soliti discorsetti da maestro sull'importanza della vita?” chiese Kaori in tono sarcastico. Il vecchietto però era serissimo e non rispose alla provocazione della dea.
“Ma come siamo seri! Ti ricordavo più simpatico, sai? Almeno ad una domanda ti andrebbe di rispondermi? Quanto tempo sono stata chiusa in quel maledetto blocco di ghiaccio?”
“Molti anni, Kaori, centinaia di anni. Me lo aspettavo che arrivasse questo infausto giorno. Scommetto che hai già iniziato a programmare il tuo prossimo piano per conquistare il mondo.” rispose Tekkan.
“Veramente pensavo di riposarmi un attimo, sai dopo centinaia di anni immobile nel ghiaccio mi sento le articolazioni un po' bloccate. Probabilmente sto diventando anche vecchia. Mi sembra diverso il mondo, però. Non mi ricordavo tutti questi palazzi.”
“Siamo nel 2012, Kaori. Il mondo che conoscevi è cambiato.”
“Gli uomini, però, sono ancora la stessa popolazione stolta ed ignorante!” ribattè Kaori con ardore. “Sempre a rovinare il mondo. Guarda questi palazzi, hanno tolto un pezzo di spiaggia e sono osceni da guardare!”
“Però hanno dato una casa a delle persone, le proteggono. Vedo che i tuoi pensieri riguardo agli umani non sono ancora cambiati.”
“Quindi tu saresti venuto qua per farmi cambiare idea, come anni fa.”
“Kaori sono venuto a parlarti. Io ti imploro, lascia in pace il mondo. Vieni con me. Andiamo a cercare le reincarnazioni delle tue compagne, loro potranno salvaguardare il mondo e tu potrai aiutarle. Questa Terra ha già abbastanza problemi senza che tu ti intrometta. Ci sono guerre in parecchie aree e gli uomini soffrono già abbastanza. Davvero non hai pietà di queste povere persone?”
Nel sentire queste parole Kaori fece una risata e con voce divertita disse:”Non sei cambiato per niente in questi anni, mio caro Tekkan. Sei sempre il solito ometto impotente che cerca di far cambiare idea alla gente come un maestro ai suoi discepoli. Sei patetico. Gli uomini non cambiano e mai cambieranno. Nel vedere questo paesaggio così deturpato ho capito che in queste centinaia di anni sono anche peggiorati. Ora và e non farti più vedere o potresti morire per mano mia!” nel dire queste parole la dea estrasse un pugnale dalla sua cintura e lo scagliò contro Tekkan, il quale evocò una barriera davanti a sé e riuscì a deviare l'arma.
“Preparati, Tekkan perchè le tue tanto amate reincarnazioni potranno non esistere più! Le ucciderò, tu da solo non puoi nulla contro di me, ricordatelo!” Così detto, Kaori iniziò a dissolversi e a sparire dalla spiaggia. Solo una grande macchia causata dall'acqua del ghiaccio sciolto dava testimonianza del suo passaggio.
Tekkan rimase solo sulla spiaggia. Ricordava ancora i bei tempi quando le cinque dee erano unite. Lui le istruiva e le aiutava quando avevano dei problemi. Kaori all'epoca era una brava ragazza, ma lui nei suoi occhi, azzurri tanto chiari da sembrare ghiacciati, aveva sempre intravisto una scintilla d'odio. Sciocchezze, pensava, nessuna delle dee si è mai discostata dalla missione di proteggere il mondo. È loro dovere e penso che neanche Kaori abbandonerà l'idea di togliere la malvagità da questa Terra. Pensieri buttati al vento. La dea della distruzione negli anni era sempre diventata più taciturna e introversa, tanto da starsene sola per ore. Ricordava ancora una conversazione avuta con lei poco tempo prima che iniziasse la sua avversione contro gli umani. “Sai, Tekkan” gli disse “gli umani sono una razza strana, sono malvagi.”
“Kaori, ma come puoi dire questo?! Noi proteggiamo gli umani, ricordatelo. Sono buoni.”
“No! Io li vedo. Si ammazzano tra di loro, fanno le guerre, abbandonano i loro simili... come può essere buona della gente simile?”
“Non so tu, ma io in loro vedo del buono. “ La loro conversazione era finita lì e dopo poco tempo lei aveva iniziato la sua “caccia contro gli umani”.
Tekkan si riprese da quei pensieri. Era passato tanto tempo e lui doveva correre a Detroit a conoscere la reincarnazione di Kari e doveva difenderla da Kaori. Una delle missioni più difficili della sua vita sarebbe iniziata quella notte.

“Elisabeth, Elisabeth! Vieni qua- e levati tu!- ti ho tenuto il posto!” La voce di Mary squillava allegra nell'autobus che sarebbe partito di lì a pochi minuti per accompagnare la classe di Elisabeth ad un weekend al lago Michigan.
“Uff, eccomi. Scusa il ritardo, ma stanotte non ho chiuso occhio e mi sono addormentata solo alle cinque del mattino.”
“Evidentemente sarà stato quello strano malessere che ti è venuto a scuola ieri. Ma cos'avevi?”
“Se te lo dico sinceramente mi prenderai per pazza... ma, ecco è successa una cosa stranissima.” Elisabeth le raccontò tutto: quando aveva iniziato a sentire la voce della professoressa della classe accanto, di quando era andata in bagno e riusciva a distinguere nitidamente ogni dettaglio.
“Davvero? Ma quindi sei una specie di super eroina come Cat-Woman!” esclamò Mary entusiasta.
Elisabeth si aspettava tutt'altra reazione. Ma d'altronde Mary era sempre stata una fanatica dei fumetti e ne aveva letti tantissimi: Batman, Spider man e soprattutto un sacco di manga. Lei d'altro canto amava leggere i libri fantasy e paranormali. Erano una coppia di fanatiche del mistero e della magia.
“Magari riuscirai a fare delle magie! Chi lo sa potresti carbonizzare la prof di scienze così la smette di fare le sue odiosissime interrogazioni!” Elisabeth sospirò e si passò la mano tra i capelli. Mary era sempre così eccitata anche solo dalle piccole cose. Avrebbe tanto voluto essere come lei: estroversa, solare, appassionata. Invece si ritrova timida e introversa.
Guardò fuori dal finestrino: il pullman era già partito da 20 minuti buoni e il paesaggio scorreva veloce fuori dal finestrino. Alberi, case, prati...tutto da lì sembrava una macchia indistinta. Elisabeth amava viaggiare. Saliva in macchina, accendeva il lettore mp3 sulle sue canzoni preferite e, mentre guardava il panorama, fantasticava. Si immaginava mondi strani, diversi dalla noiosa realtà nella quale era costretta a vivere. Realtà che dal giorno prima non era più tanto noiosa...

Kaori si guardò in giro. Nulla, nessun segno di vita. Un ottimo posto per essere usato come rifugio segreto. Davanti a lei si stagliava un palazzo abbandonato. I muri erano grigi e ammuffiti e il posto era talmente spettrale che era perfetto per essere la dimora di una dea con l'intento di distruggere il mondo.
La donna varcò la porta e si fermò a ragionare. Per raggiungere il suo obiettivo aveva bisogno di un esercito come molto tempo fa. Doveva però trovare degli esseri viventi: avrebbe trasformato gli animali in mostri e avrebbe dotato gli uomini di poteri paragonabili a quelli delle dee. Li avrebbe attirati con una trappola e grazie ai suoi poteri una parte del suo piano poteva realizzarsi. Un sorriso maligno le incurvò la bocca. Questa volta vincerò io.

Kaori si era appisolata, era parecchio stanca. Il suo era però un sonno agitato. Una ragazza. Piuttosto bassa, lunghi capelli castani e occhi blu. Si chiama... Elisabeth! Elisabeth Christy! E lei ha qualcosa di strano, un potere... sembra che sia la reincarnazione di una delle dee... ma chi?! Inizio a vedere meglio... Acqua, terra, fuoco, aria... i quattro elementi. Kari, lo spirito di Kari alberga nel suo corpo! E vedo.. una città e un cartello... c'è scritto qualcosa: Detroit, Michigan.. è il nome di una città, probabilmente la città dove risiede la giovane. Io devo recarmi lì.
Si svegliò con una missione: andare in quella strana cittadina americana a cercare la ragazzina. Si alzò di scatto. Doveva trovarla e iniziare subito la sua missione. Per una giovane non sarà servito il suo esercito, ce l'avrebbe fatta da sola. Si teletrasportò a Detroit. Si trovò davanti ad un grande edificio color marrone smorto: sembrava una prigione, ma il cartello posto all'infuori del cancello recava una scritta che informava le persone che quello strano posto era la scuola. Probabilmente devo iniziare le mie ricerche da qui, se ho ben capito è un edificio dove gli umani istruiscono i loro cuccioletti.
Entrò. All'ingresso c'era solo una donna seduta ad un tavolo. Kaori si avvicinò e la signora alzò la testa sistemandosi gli occhiali. La squadrò da capo a piedi, non capitava tutti i giorni che entrasse in una scuola una donna vestita da guerriero. Ma perchè mi fissa questa qui? Ha da ridire sul mio abbigliamento? Pensò Kaori.
“Posso aiutarla signorina?” Disse la donna con aria annoiata.
“Sì, cerco una ragazza. Si chiama Elisabeth.”
La donna tirò fuori un quaderno e controllò. “Elisabeth... Elisabeth... C'è una certa Elisabeth Christy al secondo anno. Cercava lei?”
“Sì, sì proprio lei!”
“Beh mi dispiace, ma tutti gli alunni del secondo anno sono in gita al lago Michigan.”
“Come sarebbe a dire?!”
“Ha capito bene, la ragazza non c'è. Ma lei chi sarebbe scusi?”
“Sono...sua cugina.”
La dea uscì dalla scuola. Doveva dislocarsi subito al lago.
 
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