MAUPASSANT

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lagrandefame
view post Posted on 20/4/2012, 11:53




Da Le Horla di Maupassant:

"14 luglio. Festa della Repubblica. Ho passeggiato per strada. Petardi e bandiere mi rallegravano come un fanciullo, anche se è stupido essere allegri a una data fissa, per decreto governativo. Il popolo è un gregge imbecille, qualche volta stupidamente paziente, qualche volta ferocemente ribelle. Se gli si dice: - Divertiti -, si diverte. Gli dicono: - Va' a combattere il nemico -, e lui va a combattere. Gli dicono: - Vota per l'Imperatore -, e lui vota così. Poco dopo gli dicono: - Vota per la Repubblica -. E lui vota così.
Anche coloro che lo influenzano sono idioti, con la sola differenza che non ubbidiscono a degli uomini, ma a dei princìpi, che non possono essere altro che stolidi, sterili e falsi proprio per il fatto che sono dei princìpi, e cioè idee ritenute certe e immutabili in un mondo dove non si è sicuri di nulla, dato che la luce è un'illusione, il rumore è un'illusione".

E' più o meno ciò che penso anch'io, a più di centoventi anni da queste righe scritte dal genio di Maupassant in uno dei racconti più illuminanti della storia della narrativa, Le Horla. Almeno secondo me.
 
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