Un brutale omicidio., Raccontino Noir.

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view post Posted on 5/3/2012, 17:57




Beh, che dire, è parecchio che non pubblico, ne scrivo una storia.
Questo raccontino l'ho scritto adesso in una trentina di minuti di pausa dalla matematica, che mi sta letteralmente uccidendo :P
Spero vi piaccia e che vi faccia venir voglia di commentare :P


Il respiro affannoso di quell'uomo riempiva la stanza e mi assordava anche più delle sue urla di rabbia, rabbia scatenata dalla frustrazione di non riuscire a trovare un ragazzo di 16 anni in una casa di 90 metri quadri.
Quando l'uomo andò via, forse credendo che io fossi riuscito in qualche modo ad allontanarmi, uscii finalmente dalla lavastoviglie, fortunatamente vuota grazie alla mania di mia madre di pulire a mano ogni parte di questa ogni cinque lavaggi circa, e mi ritrovai difronte una visione tremenda.
Le pareti, quelle pareti colorate di un tenero azzurrino che adornava la luce del sole diffondendola con tanta grazia fin dalla mia nascita e che mi avevano sempre accompagnato, ora erano ricoperte di sangue e l'odore acre che ne derivava, accompagnato dalla luce ambrata e dai riflessi rossastri del crepuscolo, portò il mio sguardo alla mia sorellina supina sul pavimento, con gli occhi sgranati e un taglio sulla gola dal quale ancora sgorgava sangue, inondando il pavimento e scorrendo sulla sinistra di Janette fino alla mano di mia madre, accasciata su di una sedia con la testa brutalmente fracassata contro il tavolo e svariati tagli sulle braccia evidentemente usate per difendersi dalle coltellate.
In fine, un raggio di sole che timidamente spuntava dalla tenda socchiusa, attraversò il mio sguardo e lo trascinò fino al corpo di mio padre, poggiato con la schiena al muro e seduto placidamente senza vita, col sangue che scorreva dalla schiena, nel punto dove una coltellata alle spalle lo aveva colpito.
Quando tornai per un attimo in me, mi resi conto con disgusto di stare camminando in una pozza di sangue misto dei miei familiari, scoppiai in lacrime, chiamai la polizia.
Interrogatori si susseguirono, la scientifica prese prove, mi chiese cosa avevo visto, -”niente” rispondevo -”ero nascosto”.
Dopo qualche giorno, finalmente fu trovato un indizio, l'uomo, l'assassino, era stato ripreso da una telecamera mentre si allontanava da casa mia approssimativamente all'ora dell'omicidio, ci fu un interrogatorio, lui è David Bondie, assassino, assoldato da Chris Montreal, un boss mafioso contro il quale mio padre doveva testimoniare in un caso comprendente il maltrattamento e brutale omicidio di animali, vendita illegale di pellicce e omicidio, ma questo David non lo disse mai, e benché fosse chiaro, non c'erano prove dell' implicazione di Chris, che rimase libero e non dovette pagare neanche una multa, mentre io ora sono solo, con un diario, i miei zii ed uno psichiatra.
 
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