IL 5D sostituirà il romanzo cartaceo?

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cientje
view post Posted on 13/2/2012, 14:27




Per caso, sabato scorso, sono capitato in uno di quei mega mercati di un centro commerciale che vendono di tutto, dal frigorifero, computer, telefoni, ai televisori più moderni. Proprio tra questi ultimi ce n'erano una decina in formato 3D con gli appositi occhialini, anzi occhialoni... Non ho potuto resistere alla tentazione e ne ho inforcato uno sul naso... be', un'esperienza davvero unica e consigliera: si trasmettevano immagini promozionali, una spiaggia californiana con onde alte e surf che le cavalcavono e venivano montati a loro volta da fanciulle avvenenti... tant'è che ci stavo prendendo gusto ma per fortuna mia moglie si avvicinava nell'attimo in cui, scivolando sulla cresta bianca dell'onda, una di queste tavole mi passava accanto, sì proprio come se la ragazza in bikini si buttasse su di me! Così, riflettendo, uscendo dal negozio in dolce compagnia ( che vi viene in mente? Tranquilli, non intendo insieme alla ragazza in bikini...) mi vennero in mente le parole del critico letterario ottocentesco Francesco de Sanctis: La parola, dopo di avere tanto abusato di sè, non val più nulla, e la stessa parola metastasiana, così leggiera, così rapida, non può essere sopportata. La parola è la nota, e i nuovi poeti si chiamano Pergolese, Cimarosa, Paisiello. Così terminava il periodo musicale della vecchia letteratura, iniziato nel Tasso, sviluppato nel Guarini e nel Marino, giunto alla sua crisi in Pietro Metastasio. Oramai si viene a questo, che prima si fa la musica, e poi Giuseppe secondo dice al suo nuovo poeta cesareo, all'abate Casti: - Ora fatemi le parole. -In seno a questa società in dissoluzione si formava laboriosamente la nuova società. E che ce ne fosse la forza, si vedeva da questo: che non teneva più gran conto della forma letteraria, stata suo idolo, e che cercava nuove impressioni nel canto e nella musica. Il letterato, che aveva rappresentata una parte così importante, cade in discredito. I nuovi astri sono Farinello e Caffarello, Piccinni, Leo, Iommelli. La musica ha un'azione benefica sulla forma letteraria, costringendola ad abbreviare i suoi periodi, a sopprimere il suo cerimoniale e la sua solennità, i suoi aggettivi, i suoi ripieni, le sue perifrasi, i suoi sinonimi, i suoi parallelismi, le sue trasposizioni, tutte le sue dotte inutilità, e a prendere un'aria più spedita e andante. Gli orecchi, avvezzi alla rapidità musicale non possono più sopportare i periodi accademici e le tirate rettoriche. E se Metastasio è chiamato "divino", è per la musicalità della sua poesia, per la chiarezza, il brio e la rapidità dell'espressione. Il pubblico abbandonando la letteratura, la letteratura è costretta a seguire il pubblico. E il pubblico non è più l'accademia, ancorchè di accademie fosse ancora grande il numero, prima l'Arcadia. E non è più la corte, ancorchè i principi avessero ancora intorno istrioni e giullari sotto nome di "poeti". La coltura si è distesa, i godimenti dello spirito sono più variati: i periodi e le frasi non bastano più. Compariscono sulla scena filosofi e filantropi, giureconsulti, avvocati e scienziati, musici e cantanti. La parola acquista valore nell'ugola e nella nota, ed è più interessante nelle pagine di Beccaria, o di Galiani, che ne' libri letterari. Oramai non si dice più "letterato", si dice "bell'ingegno" o "bello spirito". Il "letterato" diviene sinonimo di parolaio, e la parola come parola è merce scadente. La parola non può ricuperare la sua importanza, se non rifacendosi il sangue, ricostituendo in sè l'idea, la serietà di un contenuto. E questo volea dire il motto che era già in tutte le labbra: "Cose e non parole".In questa superficialità ottusa si era consunta la vecchia letteratura, ed, esaurite tutte le forme del maraviglioso, non bastava più a conseguire l'effetto con mezzi propri, senza il sussidio del canto, della musica, del ballo, della mimica, della declamazione. La parola non era più il principale: era l'accessorio, il semplice tema, l'occasione.
Già nella critica vedi i segni di questa grande rigenerazione. Rimasta fino allora nel vuoto meccanismo e tra regole convenzionali, la critica si mette in istato di ribellione, spezza audacemente i suoi idoli. Mentre ferveva la lotta giurisdizionale tra papa e principi, e i filosofi combattevano il passato nelle sue idee e nelle sue istituzioni, essa apre il fuoco contro la vecchia letteratura, battezzandola senz'altro "pedanteria". L'obbiettivo de' filosofi e de' critici era comune. Combattevano entrambi la forma vacua, gli uni nelle istituzioni, gli altri nell'espressione letteraria, ancorchè senza intesa.


Ed erano gli sgoccioli del diciassettesimo secolo, invece oggi nel 2012 a sostituire il romanzo letterario non saranno proprio i film in formato 5D, cioè i divulgatori dei cinque sensi fondamentali anche per una storia fittizia in formato cartaceo: vista, suono, tatto, olfatto e gusto? Munitevi però di occhialoni... :wacko:

www.grecoshowagency.com/dati/index....id=39&Itemid=58

Edited by cientje - 14/2/2012, 11:01
 
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Samanta Sonaglia
view post Posted on 13/2/2012, 17:14




Per fortuna al momento il 5D ha le sue controindicazioni... se usati per troppo tempo provocano vertigini, nausea... malessere al cervello, ecco ^_^ E spero proprio che la gente consideri queste controindicazioni un deterennete per non friggerselo completamente, il cervello :unsure:

Lu', ho spostato il topic al caffè letterario... visto l'argomento, mi pare la sezione sia più appropriata rispetto a quella del cinema :)
 
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cientje
view post Posted on 14/2/2012, 10:02




QUOTE (Samanta Sonaglia @ 13/2/2012, 17:14) 
Per fortuna al momento il 5D ha le sue controindicazioni... se usati per troppo tempo provocano vertigini, nausea... malessere al cervello, ecco ^_^ E spero proprio che la gente consideri queste controindicazioni un deterennete per non friggerselo completamente, il cervello :unsure:

Lu', ho spostato il topic al caffè letterario... visto l'argomento, mi pare la sezione sia più appropriata rispetto a quella del cinema :)

;) Aggiungo di seguito il soggetto per una sceneggiatura di un film a 5D... chissà se qualche produttore passasse di qui? :blink:

Edited by cientje - 14/2/2012, 12:08
 
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cientje
view post Posted on 14/2/2012, 12:06




TITOLO: LA STORIA DELLA REGINA IDA
AUTORE: LUCIANO VALLI

ADATTAMENTO: SOGGETTO PER FICTION TV
AMBIENTAZIONE: nessun dove
GENER: picaresco

GIULIA: bella ,intelligente e intraprendente, amata dai suoi genitori, Giulia trascorre la sua infanzia in una foresta vergine, giocando con l'unica compagna disponibile: una farfalla. Fattasi donna, è costretta ad abbandonare l'eden in cui è stata tirata su per entrare in contatto con il così detto mondo'civilizzato', quello che le aprirà le porte del sesso, dell'amore, del dolore e della giustizia.
KU e UR: i genitori di Giulia. Perfetta donna di casa e madre affettuosa nella foresta, Ku verrà investita e a volte sopraffatta dai più turpi sentimenti, abbandonandosi alla lasciva e all'immoralità, ma ritrovando ogni volta la retta via.
Anche Ur, fine conoscitore di bestie feroci e combattente impavido, padre premuroso ed eterno innamorato della moglie, cederà al fascino del vizio e dei costumi dissoluti, recuperando in extremis la ragione.
SALES: pirata di nobili sentimenti, è in realtà figlio di un nobile d'alto rango costretto a fuggire per sottrarsi ai voleri del padre tiranno. Primo compagno di Giulia, morirà combattendo per il suo onore e per difendere il suo amore.
ADAMO: cuoco esperto e figlio del servo del re, torna dopo tanti anni nella sua terra d'origine per vendicare l'assassinio della sorella Ida, morta per mano della figlia Dalia e del marito. Innamoratosi fin dal primo giorno di Giulia, riuscirà a coronare il suo sogno solo dopo mille peripezie.
IDA: sorella di Adamo e padre di Dalia, ha un fascino irresistibile e un passato burrascoso. La sua vita, come la sua morte sono avvolti nel mistero e l'arcano della sua esistenza verrà svelato solo al termine della vicenda.


Ur, Ku e la loro piccola Giulia vivono nella foresta, in una radura in cui la natura è ancora talmente integra da far apparire l'essere umano una creatura addirittura anacronistica. Il loro stile di vita è primitivo: vivono di cose semplici, di caccia e pesca, si amano di un amore puro, e la felicità è parte naturale del loro quotidiano. Giulia cresce in un ambiente incontaminato, protetta dall'affetto dei suoi genitori, in un luogo in cui il male sembra non esistere. Per sopravvivere, occorre solo stare in guardia dalle belve feroci, assicurarsi il cibo e soprattutto riposare in un rifugio sicuro. E proprio l'instabilità del terreno su cui poggia la loro grotta, infatti, spinge Ur e la sua famiglia ad abbandonare quella sorta di paradiso terrestre per l'ignoto.
Così, costruita una zattera di fortuna, i tre salpano alla volta di una destinazione sconosciuta, in cerca di una nuova terra su cui stabilirsi. Dopo appena qualche giorno di navigazione, tuttavia, Ur, Ku e Giulia vengono catturati da una nave di pirati il cui capitano, Curzio, risparmia loro la vita a un prezzo altrettanto alto: la schiavitù. Così, Ur viene issato di guardia sui pennoni, Ku è relegata in cucina a preparare manicaretti e Giulia sul ponte a lustrare i legni da mattina a sera.
Anche se sembra non esserci alcuna via di scampo, Giulia non si dà per vinta e proprio sul ponte conosce Sales, il vice di capitan Curzio, pirata gentiluomo e di bell'aspetto di cui Giulia si innamora a prima vista. In realtà Sales non è un bandito, ma è anche lui vittima innocente di Curzio: credendo di aver accettato un lavoro onesto, infatti, Sales si imbarcò sulla nave pirata ritrovandosi invece coinvolto nella rapina di un mercantile e da allora, resosi complice suo malgrado, è costretto a seguire Curzio in ogni sua bravata, sotto la continua minaccia di essere denunciato alle autorità.
E' tanto tempo che Sales sogna una fuga in grande stile e ora che ha trovato qualcuno con cui condividere il suo progetto, oltre alla libertà, offre a Giulia un matrimonio. La bella Giulia ne è naturalmente entusiasta e il piano viene elaborato in fretta. Sapendo che la prossima mossa di Curzio sarà l'occupazione di un'isola abitata da una pacifica tribù, Sales avverte con anticipo il capo dei selvaggi, il saggio Odino, dell'imminente sbarco dei pirati sull'isola. Così, scattata la trappola, Odino e i suoi catturano il perfido Curzio e la sua banda criminale. Finalmente liberi, Sales e la sua nuova famiglia vengono accolti con ogni onore sull'isola e Odino lascia intendere di essere il custode di un importante segreto che riguarda l'isola: testimone involontario di uno sbarco pirata, infatti, Odino era ancora bambino quando vide i corsari approdare sulla sua terra per nascondere una cassa nei fondali subito a largo dell'isola. Quando i banditi si accorsero della gradita presenza di un piccolo testimone, per cancellare ogni traccia del loro passaggio, pensarono bene di mettere a ferro e fuoco l'intero villaggio sterminando la quasi totalità della tribù. Solo lui e pochi altri riuscirono a scampare al massacro, ma la misteriosa cassa non venne mai riportata a terra perché nessuno di loro sapeva nuotare. I pirati, poi, non furono mai in grado di recuperarla poiché la stessa notte in cui rasero a suolo l'isola, una tempesta provvidenziale si abbatté su di loro mandandoli a picco con tutta la nave.
La misteriosa cassa giace ancora nelle profondità marine e a questo punto solo un uomo è in grado di recuperarla, Ur il temerario. Col supporto delle braccia dei pirati prigionieri, il forziere viene riportato a riva e una volta scardinato, lo stupore è immenso: dentro, infatti, ci sono gioielli e ori di valore inestimabile; non un tesoro qualsiasi, ma quello del re trafugato tanti anni addietro. Sales vorrebbe restituirlo al legittimo proprietario ma Curzio e i suoi pirati, costretti loro malgrado a collaborare al recupero di tanto ben di Dio, cercano di impedire che una tale fortuna gli venga sottratta da sotto il naso, e liberatisi dalle catene, ingaggiano uno scontro per appropriarsi del tesoro. La lotta è cruenta e i pirati sono molto più allenati, ma lo sbarco inatteso dei soldati del re, arriva giusto in tempo per sostenere la resistenza di Odino, Sales e tutti gli altri. Sconfitti i pirati e ucciso Curzio, il tesoro è salvo e pronto per essere restituito a sua maestà. Odino ringrazia a nome di tutta la tribù e Sales, Giulia, Ur e Ku vengono imbarcati sulla nave reale e condotti al cospetto del re, che nel mostrare tutta la sua gratitudine, offre loro ospitalità.
Il lieto fine, coronato dalle imminenti nozze di Sales e Giulia, sembrerebbe ormai scontato se non fosse per l'impatto che la così detta società 'civilizzata' ha su Ur, Ku e Giulia: i costumi urbani, infatti, hanno l'effetto imprevisto di scatenare in loro emozioni e sentimenti fino a quel momento sconosciuti; pulsioni che lungi dall'essere animalesche, appartengono esclusivamente all'uomo 'domestico'. Ur e Ku non hanno mai vissuto nella bambagia, ignorano il lusso, e non sanno cosa siano corruzione e ambizione, ma impareranno a loro spese a conoscere l'altra faccia dell'essere umano, forse la più vera.
Nei capelli rossi e nei tratti raffinati di Sales, il re riconosce una discendenza aristocratica a lui familiare: il vero nome del giovane pirata, infatti, è Fiorenzo e sotto al pirata si nasconde in realtà il figlio del conte Dino, fidato consigliere del re, essere spregiudicato pronto a tutto pur di accumulare ricchezza e potere, anche a combinare il matrimonio di suo figlio con la contessina Dalia, la figlia del suo socio in affari. Proprio per fuggire l'unione con Dalia, creatura detestabile e crudele, Sales si trovò costretto ad abbandonare la sua casa natale e a imbarcarsi sulla prima nave in partenza, sfortunatamente quella di Curzio.
E nemmeno la gioia di un figlio ritrovato riesce a far cambiare idea al conte Dino che continua a pretendere che il figlio, oltretutto palesemente innamorato di un'altra ragazza, tenga fede all'impegno preso contro sua volontà. Di fronte all'ottusità del conte Dino e all'impotenza di Sales, che il re spedisce al fronte in attesa che le acque si calmino, Giulia, aiutata dalla madre Ku, cerca di convincere il conte Dino ad acconsentire alle loro nozze.
Da questo momento, tutti i personaggi perderanno la bussola e con essa la retta via, ritrovandosi ad agire e sentire in maniera del tutto sconsiderata; tutti tradiranno e verranno a loro volta traditi, in una girandola di eventi che toccherà ciascuno di loro senza esclusione di colpi. Gli stessi Ur e Ku si saranno vicendevolmente infedeli, perdendo la testa ora per questo ora per quell'altra, e mettendo in più occasioni a repentaglio la loro invidiabile storia d'amore.
La bugia e la verità si alterneranno senza sosta, scoprendo pregi e difetti di ognuno, e mettendo a nudo la bivalenza della natura umana: l'angelo e il demone che è in ciascuno di noi. Così, si verrà a sapere che Sales, più che da un matrimonio combinato, fuggì da un amore illecito, dalla sua insana passione - per altro corrisposta - per Ida, la madre di Dalia; e che la stessa Ida, donna già matura ma di uno charme assoluto, poiché si oppose all'unione dei due giovani, venne barbaramente avvelenata dalla stessa figlia Dalia e dal marito.
In nome della lussuria, del denaro e del potere, ciascuno dei personaggi scoprirà di essere in grado di tradire, rubare, uccidere e calpestare i propri valori in un crescendo di drammaticità che al culmine della vicenda, spingerà addirittura Ur il giusto, accecato dalla gelosia per Ku, ad assassinare il re; e Sales a essere ucciso dal suo rivale in amore, Adamo, fratello di Ida ed ex amante di Alba, madre di Sales, nonché nuova fiamma di Giulia.
Morto il re - l'unico in grado di vegliare sul regno e di sbrogliare gli orditi tessuti incessantemente dai suoi sudditi - il paese attraversa una profonda crisi istituzionale, in cerca di una nuova forma di governo capace di consentire una coesistenza pacifica fra gli abitanti.
Ma né la repubblica, né dittatura e nemmeno l'anarchia riescono a ristabilire l'ordine e la pace nel regno. Giorno dopo giorno, l'odio, i complotti, la brama di potere e la depravazione si estendono a macchia d'olio arrivando a regnare in ogni dove. Il paese va a rotoli e con esso anche l'isola felice, che dopo la morte del saggio Odino è in mano al giovane Sim, dongiovanni in versione silvestre privo di qualsivoglia carisma politico, che dopo aver tentato di sedurre Giulia, finisce in pasto alle belve feroci. Tutto sembra destinato allo sfascio. I buoni e i malvagi trionfano e poi periscono, tutti, uno dietro l'altro: il re; il conte Dino e Dalia, ovvero gli usurpatori della corona; Alba, la moglie del conte Dino, insaziabile mangiatrice di uomini; il buon Odino e il giovane Sim.
Tutto sembra fuori controllo fino a quando un bel giorno, alla porta di Adamo e Giulia, bussa una donna austera, coi capelli bianchi e il volto segnato dalle rughe: è Ida, la sorella di Adamo.
E' lì per ringraziare il fratello di aver vendicato la sua presunta morte. Presunta proprio in quanto Ida, in realtà, non è mai morta. Avendo intuito i propositi omicidi della figlia Dalia e del marito, infatti, Ida fece finta di bere il bicchiere avvelenato offerto dal servitore, e grazie alla complicità dell'oste della taverna, poté trovare rifugio presso il suo locale fino a quando riuscì a imbarcarsi alla volta dell'isola di Odino dove rimase nascosta per tanti anni. Sales restò sempre nel suo cuore, ma quando lo vide felice insieme a Giulia, non poté far altro che accettare che il suo giovane amante l'avesse dimenticata per sempre. Nessuno la riconobbe mai, nemmeno suo marito e la sua stessa figlia, in esilio sull'isola prima di complottare contro il re.
Ma Ida non è tornata solo per ringraziare Adamo: Ida è tornata per restare. Stanca di vivere nella natura, isolata, lontana dai suoi affetti, Ida vuole trascorrere gli ultimi anni della sua vita nel suo paese, a casa, nel posto in cui è nata e cresciuta. Vuole vivere come una regina.
Così ha deciso e così sarà: contro il parere del fratello che spera di farla ragionare mettendola al corrente delle tante faide esistenti dopo la morte del re, Ida si posa la corona sulla testa, si autoproclama regina, e malgrado il pericolo, è consapevole di essere l'unica in grado di governare con buon senso. E come per incanto, il popolo la accetta, la festeggia, e si placa.
Ida: ex figlia del servo del re, ex - cuoca di corte, ex prostituta, ex contessa, ex selvaggia, ora migliore regina che ci si potesse augurare.

Edited by cientje - 14/2/2012, 17:19
 
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