Guerra e Pace, ... e Anna Karenina

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view post Posted on 30/11/2011, 00:29
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Il primo romanzone classico che ho letto è stato Guerra e Pace.

Ricordo che cominciai a leggere la prefazione ma, dopo cinque righe, mi resi conto che mi stava svelando quello che accade nel romanzo. Immediatamente chiusi il libro e andai al primo capitolo.
Una volta finito (quasi 8 mesi dopo...), andai a dare un'occhiata alla prefazione: si parlava "tranquillamente" del matrimonio tra X e Y, quando nella prima parte X sposa Z.

L'avessi letta quella cavolo di prefazione, avrei saputo che X sarebbe finito/a con Y quando stava facendo di tutto per sposarsi con Z.

Da allora ho abolito inappellabilmente le prefazioni dalle mie letture. Come vi ponete voi riguardo alle prefazioni?

C'è tanto da dire su questi due capolavori, ma non vorrei sparare troppo cartucce subito. :lol:
 
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lagrandefame
view post Posted on 30/11/2011, 01:04




Lo confesso, con un pizzico di vergogna: non ho mai letto nulla di Tolstoj. Colpa di mio padre: mi ha talmente bombardato di elogi sui suoi libri che, per stupido spirito ribelle, mi sono sempre rifiutato di leggerli. In compenso, per ripicca, gli facevo recensioni dettagliate su Dostoevskji, che mio padre valuta al di sotto di Tolstoj. Ma ormai mi sono ripromesso, prima che mio padre lasci questo mondo, di leggere almeno i due libri da te citati, Antonio, e magari di "distruggerli" al suo capezzale.

Le prefazioni le leggo sempre dopo.
 
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view post Posted on 30/11/2011, 02:01
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Sapessi quanti sono i libri che non ho letto io! :lol:

Uno degli aspetti che rammento evidenzia questo romanzo è il mettere in dubbio la storia. Infatti noi leggiamo di una battaglia e pensiamo di sapere come sia andata; invece le dinamiche sul campo di battaglia sono affatto differenti.

Non vorrei dire una sciocchezza, ma mi sovviene questo esempio: non ricordo se proprio del romanzo o frutto di una considerazione che mi suscitò il fatto.

Un generale ha vinto una battaglia grazie alla sua strategia. In realtà, uno dei soldati avversari in prima linea era stato ferito pesantemente e 3 o 4 dei suoi commilitoni, vedendo la sua sofferenza, complice l'avanzata delle truppe rivali, hanno cominciato a fuggire. Gli altri che erano più indietro, vedendoli ripiegare, si sono spaventati e, pensando che fosse finita, hanno cominciato a scappare, trascinando con loro pure quelli delle retrovie.

Però il generale ha vinto e lode e gloria a lui.

La storia narrata è un conto. Gli eventi realmente accaduti sono altri.
 
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lagrandefame
view post Posted on 30/11/2011, 15:16




Ma è vero che nella versione originale di Guerra e Pace c'erano diverse pagine scritte tutte in francese? O è una boiata che mi ha raccontato mio padre?
 
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Roberto Sonaglia
view post Posted on 30/11/2011, 19:05




E' verissimo, Luca, specie all'inizio, ci sono intere pagine scritte in francese, cioè dialoghi in francese. Se ti becchi un'edizione curata da uno che non aveva voglia di tradurle (e a me è capitato) ti passa la voglia di continuare.
Sui russi sono in sintonia con te, al prima ribelle, poi cattointegralista Tolstoj prferisco di gran lunga l'eterno tormentato Dostoevskij. Probabilmente, a livello strettamente stilistico, Tolstoj è insuperabile ma non è mai riuscito a scrivere qualcosa che raggiunga il capitolo del Grande Inquisitore nei Karamazov o la confessione di Stavrogin nei Demoni... ehm, nessuno ci è mai riuscito, né prima né dopo.
 
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view post Posted on 30/11/2011, 19:33
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I fratelli Karamazov credo sia l'unico dei Grandissimi classici ottocenteschi che non ho letto. Ho sempre avuto in programma di colmare questa mia lacuna, ma poi le vicende editoriali hanno preso il sopravvento.

Però lo penso sempre! :lol:
 
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lagrandefame
view post Posted on 30/11/2011, 19:33




In realtà non mi dispiacerebbe leggere dialoghi in francese, o quantomeno provarci. Mi avete fatto venire la voglia di comprarlo, Guerra e Pace. Per una volta ascolterò i suggerimenti, di parte, di mio padre.

Anche per me Dosto è inarrivabile. Basta leggere il primo capitolo di Delitto e Castigo per capire che quel livello di tensione (quando Raskòlnikov è in casa della vecchia uccisa, pieno di terrore perché è appena entrata la sorella Lisaveta) forse l'ha soltanto raggiunto Zola in Thérèse Raquin. Ma ora sto divagando troppo, mi perdonerà Antonio. E mi perdonerà Tolstoj.
 
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view post Posted on 30/11/2011, 19:38
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No, figurati Luca. Delitto e Castigo l'ho letto pure io, quindi magari possiamo addentrarci nella discussione.

Ho ancora presente la tensione di quando Raskolnikov era nascosto dietro la porta nel palazzo quando era scattato l'allarme! Insuperabile!

Quanto al delitto, hai notato quanti processi mentali si è fatto per uccidere la vecchia e perfida usuraia, mentre con la buona Lizaveta gli ci è voluto un secondo per decidersi?

Io ci ho visto una stupenda allegoria del modus operandi umano: la prima volta che rubi, gli scrupoli ti frenano non poco. La seconda diventa più facile (anche se nel caso di Raskolnikov, molta pressione gliel'ha messa la situazione, la paura di essere scoperto).
 
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Roberto Sonaglia
view post Posted on 30/11/2011, 19:42




Le divagazioni sono il sale di questo tipo di discussione, e rilancio affermando senza vergogna di non aver mai letto Zola. Una lacuna, lo so, ma non amo troppo il naturalismo, a parte Maupassant che idolatro, ma dovrò rimediare.
Quel capitolo di Delitto e Castigo è, secondo me, alla base di tutta, e dico tutta, la letteratura noir. Penso alla sua modernità ogni volta che mi imbatto in qualcosa che tratti tematiche quali crimine, espiazione, colpa in chiave diversa dal solito, ultimamente sto trovando molto Delitto e Castigo nei telefilm di Dexter, tanto per dire.

I Karamazov leggili prima che puoi Anto, anche lì l'inizio è un po' lento, ma pian piano decolla e, arrivato appunto al capitolo del Grande Inquisitore, ti troverai ad altezze vertiginose.
 
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lagrandefame
view post Posted on 30/11/2011, 20:04




Il doppio omicidio di Raskòlnikov è l'essenza della debolezza atroce dell'uomo. Prima l'ideale, sì farneticante, e poi rabberciare alla peggio l'errore di principio. I dittatori non fanno forse in questo modo?

Thérèse Raquin, permettimi Roberto, va molto al di là del naturalismo. E' un thriller psicologico in cui si dimenano soltanto tre personaggi cardini. Idea, preparazione, omicidio, paura, sensi di colpa, angoscia. E l'inesorabile finale. Quando l'ho letto sono rimasto senza fiato, non me l'aspettavo da un "naturalista". E poi non è neanche un mattone.
 
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view post Posted on 30/11/2011, 20:04
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Eh Robi, mi hai davvero incuriosito. Purtroppo, come sai, in questo periodo ci sono altre questioni che catalizzano la mia attenzione. Ma sistemate quelle, I Karamazov sono in pole position!
 
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lagrandefame
view post Posted on 30/11/2011, 20:08




Ti consiglio di non leggerlo tutto d'un fiato, Antonio, altrimenti finisci per sognarti, sotto forma di incubo, tutta la parte finale com'è successo a me. Poi ti svegli con un senso d'inquietudine che personalmente mi sono portato addosso per un bel po'. Che potenza.
 
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Vlad72
view post Posted on 30/11/2011, 22:56




Anche a me mancano da leggere un bel po' di classici, già che si sta facendo coming out. Sono più ferrato su Mark Twain che su Tolstoj, e probabilmente è per questa preferenza che non so apprezzare appieno lo stile del secondo.
 
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view post Posted on 2/12/2011, 20:12
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Invece io di Mark Twain non so proprio niente! :(

Il fatto è che l'istinto mi ha portato a leggere i grandi classici dell'800, e in fatto di letteratura moderna (o comunque novecentesca), sono una schiappa.

Tornando a Delitto e Castigo, il personaggio che mi ha affascinato di più è l'ispettore di polizia, quello che comincia con la P (non voglio barare, non ricordo bene il nome).

Quel suo giocare al gatto col topo mi mise in un'apprensione tale che, ogni volta che Raskolnikov lo incontrava, pensavo "Shit, here we go again!", tanto che ero immedesimato nel protagonista.
 
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13 replies since 30/11/2011, 00:29   62 views
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