La casa sospesa

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Vlad72
view post Posted on 14/11/2011, 16:50




Un mio racconto di fantascienza è stato appena accettato per un'antologia! Per festeggiare la fine del temutissimo "blocco", vi posto un ripescaggio inedito dalle profondità del cassetto.
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La casa sospesa

La fatina Renata non solo aveva un’ala sola fin dalla nascita, ma era anche piuttosto imbranata con gli incantesimi. sbagliava formule che riuscivano a tutti. per esempio, usando la bacchetta per fare una frittata alla maniera di tutte le fate, a lei capitava regolarmente di trasformare un uovo in pulcino.
Un giorno Renata tentò di far levitare Antonio, il gatto di Giandomenico De Francesco, che abitava vicino al limite del bosco. Il gatto le aveva teso un agguato per acciuffarla, approfittando del suo modo maldestro di volare. Renata agitò la bacchetta per tenerlo a bada, sbagliò mira e, anziché il gatto, alzò in levitazione la casa di Giandomenico. Si liberò anche del gatto, tuttavia, perché questo abbassò le orecchie e si mise a soffiare alla casa.
Poco dopo tornò il signor Giandomenico, e impiegò un po’ a fare la conta delle abitazioni del vialetto, perché non riusciva a trovare la sua. Poi sbuffò pestando un piede a terra, alzò gli occhi e la vide. Non se la aspettava sopra la testa. La guardò all’inizio a bocca aperta; tuttavia, passato lo stupore, avrebbe voluto entrare, togliersi le scarpe e preparare la cena per sé e per Antonio. Ma non sapeva come fare. La casa era troppo in alto, perfino alzandosi in punta di piedi sul tetto della A112 e tendendo le braccia non l’avrebbe sfiorata. Giandomenico iniziò a singhiozzare e disperarsi.
Renata, che era ancora lì vicino, gli svolazzò addosso mossa dalla compassione, sbatacchiando qua e là. Rovinò sulla sua spalla, si sistemò, tossì e cercò di rincuorarlo.
«Cosa succede? Perché sei triste?»
Giandomenico non credeva alle fate, e pertanto non poteva vederla, sentirla né risponderle. Continuò invece a piangere e lamentarsi perché la sua casa era in aria, perché non avrebbe più potuto entrarci, e perché non avrebbe mai osato chiedere aiuto a un vicino. Chi mai gli avrebbe creduto? Non voleva farsi riconoscere da tutta la zona come pazzo fuori di testa.
«Urca, sono stata io» Renata si rese conto. «Meglio cambiare aria.»
La fatina decollò malamente con la sua ala e svolazzò verso il centro città, urtando tutti i muri e centrando un buon numero di lampioni. Atterrò sul parabrezza di una 128 per riposarsi, ma anche il guidatore della vecchia automobile non credeva nelle fate. La scambiò per una goccia di pioggia e la investì in men che non si dica col tergicristallo.
«Screanzato!» gridò lei. Il tergicristallo le aveva ferito l’unica ala.
Tutta dolorante, Renata agitò la bacchetta verso il guidatore pronunciando un augurio di pioggia. Ma la 128 in movimento le fece perdere l’equilibrio e tremare la voce. Una cascata di calamari e gamberetti cadde sopra i clienti del vicino mercato del pesce. Renata scivolò giù dalla 128, sbatté contro il marciapiede e barcollò. Le fitte all’ala non le permettevano di decollare, e con le gambe ammaccate riusciva a sbattere contro le gambe dei passanti anche camminando. In più, i pescivendoli erano adirati per la pioggia di crostacei gratis. Cercando di allontanarsi da loro, Renata si infilò lemme lemme nel più vicino supermercato.
Le venne voglia di rinfrescarsi con una gassosa in attesa che l’ala malconcia le facesse meno male. Si arrampicò a fatica nel banco frigo delle bevande, dove un po’ di bottiglie di acqua minerale pavoneggiavano uccelli di varie specie sull’etichetta. Per tenersi in equilibrio nell’arrampicata, distratta dal dolore all’ala, a Renata scappò un movimento secco con la mano che teneva la bacchetta. Una rondine uscì da una delle bottiglie in un turbinio di penne.
L’uccello non era avvezzo a volare al di fuori della piattezza rassicurante della carta, e si fece prendere dal panico. Spiccò il volo con una creaturina imbranata e dolorante avvinghiata alle piume. Uscì dal supermercato sbattendo di qua e di là per liberarsi del fagotto, poi urtò lampioni e mura, finché non cozzò violentemente contro la finestra di una casa sospesa a mezz’aria.
Renata perse la bacchetta, che cadde in testa al signor Giandomenico mentre lei entrava in soggiorno come una minuscola valanga. Il signor Giandomenico si grattò in testa, e spezzò così la bacchetta, che non era più grande di un ago di pino. La casa a questo punto atterrò proprio davanti a lui, all’incirca dove stava prima che la fatina la facesse levitare per sbaglio.
Il puzzle di Roger Dean appeso in soggiorno cadde, mandando pezzi e schegge di cornice in tutti gli angoli. In compenso, Renata si servì dalla cassetta del pronto soccorso del signor Giandomenico e si medicò l’ala, con molta pazienza, ora che non poteva più fare magie. La fasciatura riuscì molto bene. La fatina se ne stupì, perché per la prima volta era riuscita a fare una cosa nel modo giusto. L’ala guarì in poco tempo e Renata spiccò il volo. Urtò contro la scatola dei cereali alle vitamine, e scomparve dalla porticina che Giandomenico aveva costruito per il gattone Antonio.
Quest’ultimo subì una ramanzina per i cereali cosparsi per tutto il pavimento. Giandomenico fu gentile e lasciò che il micio giocasse con il suo indice, con cui prima pensava di riprenderlo minacciosamente. Dopotutto era stato lui, e non Antonio, a lasciare in giro la scatola di cereali.
 
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lagrandefame
view post Posted on 14/11/2011, 19:21




Innanzitutto, Vlad, congratulazioni per la pubblicazione. E in attesa di leggere l'antologia mi sono gustato questo piacevolissimo racconto, la cui materia prima è la fantasia pura, e ne hai di fantasia. Se poi intrecci la fantasia sfrenata con l'ironia vai alla grande. Scorre benissimo.
 
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Silvia77
view post Posted on 30/11/2011, 15:34




E' una "favola" veramente deliziosa! Mi piace molto il modo in cui scrivi: diretto, ironico, senza tanti inutili giri di parole. Mi sono gustata il racconto tutto d'un fiato, veramente bello!
 
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Vlad72
view post Posted on 30/11/2011, 22:46




grazie ^_^ un po' di sana spensieratezza ogni tanto non guasta, cercherò di tornare su questo stile prossimamente. penso che mi farebbe bene, ultimamente mi sono usciti racconti uno più tragico dell'altro ^^
 
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3 replies since 14/11/2011, 16:50   49 views
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