L'ultima missione, capitolo 1

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Akabus
view post Posted on 10/9/2011, 14:44




Salve a tutti, questo è il primo racconto che posto.
Si tratta di un racconto thriller diviso in varie parti, che tra l'altro sto ancora scrivendo.

Qualsiasi consiglio o critica è sempre ben accetta.


L'ULTIMA MISSIONE




Capitolo 1:


«Ci siamo» pensò, mentre si arrampicava, con un gesto per lui del tutto naturale, sul grosso cancello d’acciaio, posto nel retro della villa. Vedendolo arrampicarsi in quel modo, nessuno avrebbe pensato, che sotto quella tuta nera e aderente, ci fosse un uomo di quasi cinquant'anni.
Appena arrivato in cima al cancello, per assicurarsi che non vi fosse nessuno nei paraggi, attivò per qualche secondo il visore notturno e diede un rapido sguardo attorno a sè. Dopodichè, con un improvviso balzo felino, atterrò silenziosamente dall'altra parte.
Spense subito il visore, non poteva permettersi di tenerlo acceso a lungo: era un modello ormai superato e la batteria aveva durata limitata. Si sarebbe fatto bastare la flebile luce della luna, per il momento.
Nonostante tutto, il visore svolse perfettamente il suo lavoro e, grazie ad esso, aveva individuato qualcuno la fuori, di guardia, che lentamente si stava dirigendo verso di lui.
Essendo ancora piuttosto lontano, e approfittando dell'oscurità di quella fredda notte invernale, strisciò lentamente dietro ad un vecchio pick-up scuro, parcheggiato a pochi metri da lui e, quasi trattenendo il fiato, rimase in attesa, come un predatore pronto ad azzannare la sua preda.
A dire il vero non era solito operare in questo modo: cos'era per lui una sola guardia? Nascondersi e lasciarla passare sarebbe stata la scelta migliore ma no, questa volta era diverso, li avrebbe uccisi tutti, uno dopo l'altro, senza alcuna pietà.
Spiando dal vetro del pick-up, poteva notare la luce della torcia, incorporata all'AK-47 della guardia, farsi sempre più intensa. La guardia era ormai vicina, ora ne sentiva chiaramente il rumore dei passi sulla ghiaia, che in confronto al silenzio che regnava la fuori, sembravano rumore assordante.
Passarono soltanto pochi secondi, prima che il pick-up fosse l'unica cosa che separava i due, secondi che sembrarono non finire mai.
Quel particolare mix di adrenalina, tensione e paura, che ora provava, non era di certo una sensazione nuova per lui, ma come sempre non era facile da ignorare. Cercando di mantenersi il più lucido possibile, portò la mano verso la gamba destra e, lentamente, con un movimento chirurgico, estrasse il coltello, centimetro dopo centimetro.
Non poteva attendere oltre: era il momento di agire. Con il coltello saldamente in pugno, fece leva sulle ginocchia, pronto per alzarsi, quando un leggero rumore nel buio, attirò la sua attenzione e anche quella della guardia, che si girò di improvvisamente verso di lui con il fucile puntato.
Si irrigidì di colpo, mentre il cuore gli balzava in gola, trattenne il fiato per evitare anche il più piccolo rumore. Rimase li, immobile. Un minimo errore e la sua missione sarebbe finita, cosi' come la sua vita. Per un attimo il suo istinto sembrò prendere il sopravvento e pensò di scagliarsi contro la guardia, armato di coltello. Sapeva bene, però, che sarebbe stato un suicidio: la guardia ci avrebbe messo un attimo a premere il grilletto.
Non poteva fare niente e chiuse gli occhi. Dentro di se sperava soltanto che la guardia se ne andasse, ma era sempre li, immobile ,ad un paio di metri da lui. Poteva sentirne il respiro.
D'un tratto udi' nuovamente il rumore di prima e un grosso ratto grigiastro sbucò fuori da una vecchia cassa di legno, passò velocemente sotto il pick up e si fermò di colpo, probabilmente attratto dalla luce della torcia. In quello stesso istante, la radio della guardia, emise un paio di brevi suoni acuti e il suo display si illuminò.
«Tutto tranquillo la fuori?» esclamò la voce maschile leggermente distorta proveniente dalla radio.
«Tutto ok» rispose prontamente la guardia, puntando la torcia verso il ratto che,spaventato, sparì nell'oscurità.
«Avevo sentito qualcosa un attimo fa, ma è solo uno schifoso ratto» continuò, «evidentemente non fanno le pulizie come si deve» concluse, con tono vagamente ironico. «Voglio un rapporto come al solito ogni trenta minuti, non scordartelo, chiudo» tagliò corto l’uomo dall'altra parte, piuttosto seccato.
La guardia, dopo essersi accesa una sigaretta, riprese pigramente la propria ronda. Non poteva sapere che sarebbe stata l’ultima sigaretta della sua vita.
Fece giusto in tempo a fare un paio di passi prima di sentirsi puntare un grosso coltello alla gola. Pochi secondi dopo, quella guardia era soltanto un cadavere, steso a terra, in una pozza del suo stesso sangue.
 
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lagrandefame
view post Posted on 10/9/2011, 17:29




Ciao Akabus, attendiamo gli altri capitoli per dare un commento appropriato. Sembra apprezzabile. C'è qualche errore di battitura riguardante gli accenti: li in quanto luogo si scrive ; lo stesso vale per la che si scrive .
Ah, visto che si tratta di un racconto diviso in capitoli te lo sposto nella sezione adatta (Racconti in più capitoli) dei racconti dark.
 
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Akabus
view post Posted on 10/9/2011, 19:33




Ciao, grazie mille per averlo letto e per avermi segnalato gli errori di battitura, mi erano propio sfuggiti ^^
Per quanto riguarda la sezione scusami ma mi ero accorto della sezione per i racconti divisi in capitoli solo quando avevo già postato...
I prossimi capitoli li sto ancora scrivendo, spero di poterli postare a breve, ciao e grazie ancora, buona serata!
 
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Roberto Sonaglia
view post Posted on 11/9/2011, 22:36




Molto cinematografico, si legge tutto d'un fiato e lascia la voglia di vedere che succederà dopo. Mi ricorda certe atmosfere del Gibson meno cyberpunk... o l'incipit di una storia di overine.
Aspetto il seguito anch'io.
 
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MISTER NOBODY
view post Posted on 14/10/2011, 01:02




Davvero non male. Dovessi cercare il pelo nell'uovo direi che in un raconto fatto tutto di azione live, secondo per secondo, sentirsi raccontare solo postuma la morte della guardia fa un pò strano.

Consiglio tecnico:
CITAZIONE
Nonostante tutto, il visore svolse perfettamente il suo lavoro e, grazie ad esso, aveva individuato qualcuno la fuori, di guardia, che lentamente si stava dirigendo verso di lui.

Dato che il visore era stato spento dal tizio già prima di scendere dal cancello (come nella frase precedente a questa specifichi bene) ci vedrei meglio, in funzione temporale, un "aveva svolto".

Poi, non sono pratico di ste robe, ma credo che i ratti in determinati luoghi di campagna (perchè presumo che la villa in questione sorga gioco-forza in una periferia abbastanza isolata) siano presenti comunque, spazzatura o meno.

Alla prossima puntata, allora ;)
 
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cristina67
view post Posted on 14/10/2011, 13:41




Pura azione! Si legge bene e prende moltissimo.

Aggiungo qualche mia considerazione ai suggerimenti che ti sono stati già dati.

Per rendere la lettura ancora più fluida, eviterei di iniziare i periodi con un gerundio tipo qui:

CITAZIONE
Vedendolo arrampicarsi in quel modo, nessuno avrebbe pensato, che sotto quella tuta nera e aderente, ci fosse un uomo di quasi cinquant'anni.

CITAZIONE
Essendo ancora piuttosto lontano, e approfittando dell'oscurità di quella fredda notte invernale, strisciò lentamente dietro...

CITAZIONE
Spiando dal vetro del pick-up, poteva notare la luce della torcia, incorporata all'AK-47 della guardia, farsi sempre più intensa.

CITAZIONE
Cercando di mantenersi il più lucido possibile...

C'è anche quache ripetizione molto ravvicinata:

CITAZIONE
mentre si arrampicava... / Vedendolo arrampicarsi...

CITAZIONE
Spense subito il visore... / Nonostante tutto, il visore...

CITAZIONE
chiaramente il rumore... / sembravano rumore assordante...

CITAZIONE
estrasse il coltello... / Con il coltello...

CITAZIONE
la radio della guardia... / distorta proveniente dalla radio.

CITAZIONE
dopo essersi accesa una sigaretta... / l’ultima sigaretta della sua vita.

CITAZIONE
A dire il vero non era solito operare in questo modo: cos'era per lui una sola guardia? Nascondersi e lasciarla passare sarebbe stata la scelta migliore ma no, questa volta era diverso, li avrebbe uccisi tutti, uno dopo l'altro, senza alcuna pietà.
Spiando dal vetro del pick-up, poteva notare la luce della torcia, incorporata all'AK-47 della guardia, farsi sempre più intensa. La guardia era ormai vicina, ora ne sentiva chiaramente il rumore dei passi sulla ghiaia, che in confronto al silenzio che regnava la fuori, sembravano rumore assordante.
Passarono soltanto pochi secondi, prima che il pick-up fosse l'unica cosa che separava i due, secondi che sembrarono non finire mai.
Quel particolare mix di adrenalina, tensione e paura, che ora provava, non era di certo una sensazione nuova per lui, ma come sempre non era facile da ignorare. Cercando di mantenersi il più lucido possibile, portò la mano verso la gamba destra e, lentamente, con un movimento chirurgico, estrasse il coltello, centimetro dopo centimetro.
Non poteva attendere oltre: era il momento di agire. Con il coltello saldamente in pugno, fece leva sulle ginocchia, pronto per alzarsi, quando un leggero rumore nel buio, attirò la sua attenzione e anche quella della guardia, che si girò di improvvisamente verso di lui con il fucile puntato.
Si irrigidì di colpo, mentre il cuore gli balzava in gola, trattenne il fiato per evitare anche il più piccolo rumore. Rimase li, immobile. Un minimo errore e la sua missione sarebbe finita, cosi' come la sua vita. Per un attimo il suo istinto sembrò prendere il sopravvento e pensò di scagliarsi contro la guardia, armato di coltello. Sapeva bene, però, che sarebbe stato un suicidio: la guardia ci avrebbe messo un attimo a premere il grilletto.
Non poteva fare niente e chiuse gli occhi. Dentro di se sperava soltanto che la guardia se ne andasse, ma era sempre li, immobile ,ad un paio di metri da lui. Poteva sentirne il respiro.
D'un tratto udi' nuovamente il rumore di prima e un grosso ratto grigiastro sbucò fuori da una vecchia cassa di legno, passò velocemente sotto il pick up e si fermò di colpo, probabilmente attratto dalla luce della torcia. In quello stesso istante, la radio della guardia, emise un paio di brevi suoni acuti e il suo display si illuminò.
«Tutto tranquillo la fuori?» esclamò la voce maschile leggermente distorta proveniente dalla radio.
«Tutto ok» rispose prontamente la guardia, puntando la torcia verso il ratto che,spaventato, sparì nell'oscurità.
«Avevo sentito qualcosa un attimo fa, ma è solo uno schifoso ratto» continuò, «evidentemente non fanno le pulizie come si deve» concluse, con tono vagamente ironico. «Voglio un rapporto come al solito ogni trenta minuti, non scordartelo, chiudo» tagliò corto l’uomo dall'altra parte, piuttosto seccato.
La guardia, dopo essersi accesa una sigaretta, riprese pigramente la propria ronda. Non poteva sapere che sarebbe stata l’ultima sigaretta della sua vita.
Fece giusto in tempo a fare un paio di passi prima di sentirsi puntare un grosso coltello alla gola. Pochi secondi dopo, quella guardia era soltanto un cadavere, steso a terra, in una pozza del suo stesso sangue.

Occhio alle "d" eufoniche:

CITAZIONE
ad un paio di metri da lui

Aspetto anch'io il seguito, a rileggerti!






 
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Giovanni Melappioni
view post Posted on 24/3/2012, 02:30




Visto che è passato molto tempo non ho idea se ti possa interessare o meno un altro commento. Comunque, caso mai fossi interessato, ho un paio di appunti tecnici (non di scrittura) che magari potrebbero essere utili ai fini del realismo. Fammi sapere, ciao :)
 
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6 replies since 10/9/2011, 14:44   80 views
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