L'ombra - Capitolo I, Ragazzi va bene se pubblico il racconto a puntate?

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ennesimaeclisse
view post Posted on 2/9/2011, 16:18




Parve materializzarsi nel momento stesso in cui il suo padrone fuoriuscì dal ventre materno,quanti lamenti risuonavano dalla cupa stanza da letto; i lamenti si alternarono a sorrisi e a festeggiamenti:il signor Mancuso afferrò una bottiglia di champagne-è un bel maschietto-pose la creatura fra le braccia del genitore ancor prima di recidere il cordone, quale emozione lo pervase non ci è concesso sapere,ma un barlume gli illuminò quel viso ormai spento dagli anni e dal fluire di una vita che subiva passivamente; ed il concorrere ad una vita altrui lo rendeva meno consapevole della sua inutilità. -Ha i suoi stessi occhi-rivelò l'ostetrica, a cui rispose con un sorriso accompagnato da lacrime che scorrevano su quelle guance rosse, di un rossore per una buona volta non causato da quei superalcolici in cui amava affondare il dolore e l'amarezza...
Corse frenetico dalla sua signora con la creatura stretta alla camicia sporca degli scarti dell'alveo materno-Carmela?!-Ma se una nuova vita veniva al mondo ,un'altra si spegneva...e le lacrime di gioia si accompagnarono a quelle di un amante che perde l'oggetto del suo amore.
Afferrò quel corpo dissanguato e lo strinse al petto,quel petto contenente un cuore diviso in due. E nessuno parve accorgersi di lei, disgraziatamente sprovvista di parola, non emetteva alcun suono,,e
passava inosservata...eppure restava sempre legata al suo padrone...e sarebbe stato così fino alla fine dei suoi giorni. Non passò più di un inverno dalla sua nascita,che il piccolo padrone parve focalizzare la propria attenzione su di lei,che solitamente passava inosservata e se c'era qualcosa che la consolava ,è che non era l'unica ad essere sottoposta a quella sotto specie di schiavitù. Seguire ovunque il piccolo padroncino ,che col tempo si caricò di una vivacità alla quale sembrò difficil star dietro e lei si allungava ,s'accorciava e poi immediatamente scompariva. E se di giorno qualcuno la scorgeva appena ,di notte la Luna assorbiva quel poco di energia di cui era provvista e ogni possibilità di percezione svaniva e doveva attendere i raggi del sole ,per assumere quella forma e quella dimensione così simile a quel padroncino,che col trascorrere del tempo mutava e s'allungava,aggiungendo carne alla carne e ossa alle ossa. -Pietro,ho preparato degli arancini ,vuoi assaggiarli?Ma sei proprio secco gioia,entra dai non fare complimenti!-offrì l'opulenta vicina al fanciullo di appena sei anni ,che scorrazzava per la strada a caccia di lucertole ;gli arancini della signora Simona,erano piuttosto invitanti e non riuscì a rifiutare-ma che bambino carino-affermò accarezzando quel viso su cui si stagliavano grandi occhi bui. La signora Simona sembrava riversare il suo desiderio represso di maternità,su quel giovane fanciullo,con cui era solita trascorrere i lunghi pomeriggi estivi ,quando il signor Mancuso era occupato nei suoi affari commerciali,per cui era solito raggiungere i territori calabresi,che lo portavano lontano da casa per lunghi giorni. Pietro allo stesso modo aveva trovato una figura materna in quella donna così desiderosa d'affetto ,per lo più abbandonata da un uomo che non mostrava premure per lei e che non era stato in grado neppure di darle un figlio. Ogni qual volta Pietro giungeva in quella casa ,da quell'arredamento rustico,veniva attratto dai dipinti che invadevano le pareti . L'arte e quell'estraniarsi dalla realtà lo tenevano lontano dalla sua sposa ;quale matrimonio privo di senso sia stato ,è facile comprenderlo, spesso invitava presso l'abitazione giovani avvenenti ,pronte a posare per lui,in cambio di una piccola somma di denaro. La signora Simona ,tuttavia,non mostrava alcuna gelosia ,poiché non era mossa da alcun sentimento nei confronti del marito ,che era solito durante quei “commiati artistici” darsi ai diletti della carne. Desiderio di vendetta e tradimento invadevano l'animo della signora, ciciliana dotata di una folgorante bellezza che non lasciava impassibili gli uomini della piccola provincia Catanese. I grandi occhi scuri e le labbra carnose, denotavano una palese origine arabica; quella figura longilinea amava destreggiarsi nella danza ,in cui mostrava un indiscutibile talento. Probabilmente la passione per il tango era l'unica passione che ancora l'accomunava a quel futile artista ,che tradiva solo per il puro piacere di trasgressione. La porta chiusa ,tuttavia non è ostacolo all'infantile curiosità,gli occhi scuri del padroncino scorsero l'immagine incantevole di una fanciulla,sdraiata su di un'asse di legno:lunghi capelli corvini scendevano sulle rosee guance ,lasciando intravedere appena il bagliore di occhi notturni. L'uomo baffuto deturpava quella candida pelle attraverso dipinti : fiori di loto si stagliavano sulle esili braccia e creature mitologiche si ergevano sui punti più impensabili del corpo. Pietro avrebbe voluto urlare di smetterla,finirla di contaminare la bellezza della giovane. Lei gli sorrideva e lui rispondeva con baci su quel corpo spoglio delle vesti. Ma ecco Afrodite ,ergersi e accogliere fra le gambe il violoncello su cui cadevano i frondosi capelli corvini muovendo l'archetto trasversalmente alle corde. Lei rimase lì, accanto al padroncino, e non parve muoversi per ore, Pietro avrebbe voluto sfondare la porta ,ostacolo tra lui e quella dea...Restò estatico ad osservarla mentre chiusi gli occhi ,muoveva con impressionante perizia l'archetto. L'artista dipingeva la sua musica, ma eccola adoperare le idilliache corde vocali in un alcolico canto...La signora Simona appena tornata, notato Pietro, soggetto all'incanto di quella magnetica stanza-Pietro,ma che fai? Lo sai che è cattiva educazione spiare?-Vieni qua caro”-il padroncino chiuse la bocca ,segno evidente di un novizio stupore. Restò fin all'imbrunire in compagnia della signora Simona, mentre si dedicava alle faccende femminili :”vieni qui caro, quale colore preferisci?”-e rivolgendogli un materno sorriso ,pose sulla tavola una vasta gamma di nodosi gomitoli di lana :”voglio cucirti un bel maglione!”. Pietro ,del tutto assorto,rievocò i colori che si stagliavano su quella carne piacente, e senza proferir parola afferrò il gomitolo rosso scarlatto-”un bel colore ardente,Pietro,vuoi proprio passare inosservato!”-poi continuando un po' perplessa-”eppure penso che un bel morello come te vestirebbe meglio il bianco”. Simona avvicinò il fanciullo e lo incartò con le esili braccia, strappatogli un bacio ,plorò silenziosamente senza che il bambino se n'avvedesse....Pietro ,intanto, incantò lo sguardo verso “il tempio divino” attendendo in cuor suo che la Dea ,fuoriuscisse. Tornato sulla terra, gli prese una strizza al cuore subitamente, e accortosi del piagnucolio,strinse più forte Simona ,che prese a baciarlo ossessivamente ,e fissandolo con quei fari scuri lo implorò :”Pietro non abbandonarmi!”. E a tali parole seguì un tonante bussare alla porta, <<signora Simona,signora Simona>>-<sono il Signor Mancuso,sono venuto a prendere Pietro>>. La donna rammaricata più che mai , aprì con estremo cordoglio,accarezzando il bambino che con estrema malinconia lasciava quella casa<< non so come ringraziarla per la sua gentilezza>>-<<ma si figuri signor Mancuso, sapete benissimo che con estremo piacere bado al piccolo Pietro ,è un bambino così dolce,ed è sempre il benvenuto>>. E dette queste parole ,in compagnia di quel padre amorevole s'allontanò<<pietro,allora, com' è stare dai signori Pappalardo? Probabilmente t'annoierai, non hanno bambini, ma sai la signora Simona è così premurosa nei tuoi confronti e ti vuole un gran bene>>-<<ma io non m'annoio>>-rispose Pietro senza indugi <<anzi ci voglio ritornare, mi diverto tanto con la signora Simona>>. Il padre era ignaro che il motivo di tale insistenza fosse per l'incanto
e l'inspiegabile attrazione verso “il sacro tempio”; non fu una notte spensierata, ma intrisa di quella stanza ,di quel canto,di quell'artista verso cui provava ribrezzo,poiché causa di ogni sofferenza per la signora Simona. “Vorrei aiutarla”-disse in cuor suo-”quell' uomo non la merita!”. E pensò alla solitudine del padre ,solo ormai da troppi anni e questo l'accomunava alla condizione di Simona materialmente in compagnia ma spiritualmente sola ,da un uomo che non l'amava. E sorge spontaneo chiedersi da dove sia scaturita quell'unione sancita dinnanzi a Dio ,matrimonio combinato sin dall'infanzia , perché quell' inetto artista apparteneva ad una famiglia che poteva vantare possessi di terre,e dedicarsi ad una vita dedita al parassitismo. “Mio padre sarebbe un uomo degno di lei” -pensò Pietro-” e farò di tutto affinché possano innamorarsi!” Il bambino mostrava un palese disprezzo per il signor Pappalardo che ben presto cominciò ad appellare “ il Maledetto”...”e non ti permetterò più di deturpare la donna del violoncello”. L'indomani si recò impaziente da Simona ,”Simona”-esclamò entrando di corsa nell'abitazione, le saltò addosso abbracciandola e cospargendola di baci. Quell'insolito affetto la riempì di gioia ; i minuti di quell'abbraccio parvero eterni e lei lo strinse sempre più forte a se, quella manifestazione d'affetto venne interrotta dall'irrompere improvviso del signor Pappalardo:” Buongiorno Pietro!”-”Dov'è tuo padre? Pover'uomo è costretto sempre a spostarsi!Sempre quelle trattative in Calabria?”-”Si signore”-gli rivolse uno sguardo distratto,impaziente di posarsi sul portale del sacro tempio. “Cosa fissi Pietro?”-si svegliò immediatamente da quel sogno e scuotendo il capo -”Nulla, spesso ho il brutto vizio di incantare lo sguardo nel vuoto”-”eppure vedevo perfettamente che fissavi la porta del mio studio?Sei curioso di sapere cosa nasconde!Lo leggo dai tuoi occhi...”-l'uomo spalancò i freddi occhi cerulei , spaventando il piccolo Pietro-”solo pochi hanno la possibilità d'accedervi....mi spiace ragazzino!”. In quell'istante ritornò Simona ,allontanatasi un attimo per una commissione-”M'allontano un attimo e spaventi il bambino!?Cosa gli hai detto!”-Pietro era consapevole di esser diventato cagione di litigio,-”Signora Simona ,è colpa mia non s'arrabbi,mi sono allontanato e s'è preoccupato ,non vedendomi più!” Simona acquietò quello sguardo minaccioso, e mi abbracciò “Sai benissimo di non doverti allontanare”. L'uomo abbandonò la stanza chiudendosi nello stanzino:”Torno a lavoro!”-”Meglio che te ne vai !”-sussurrò appena Simona. La porta si chiuse dietro di lui; Pietro avrebbe voluto dirle di andar via , non percepiva nulla di buono in quella casa né tantomeno in quell'uomo. Si udì appena un lieve tintinnio ,qualcuno era giunto “al sacro tempio”. Un ammasso nero sottostante a Pietro sgaiattolò frenetico verso la porta d'ingresso, riproducendo gli stessi passi di quell'irrefrenabile sognatore “Apro io Signora Simona!”, gli pulsarono le tempie, il cuore aveva accelerato i battiti, l'incedere divenne sempre più pesante, “Non c'è nessuno?”-una voce divina proferì parola, aprì . “Salve!”- Pietro restò immobile ,zitto,ammirò l'esile figura e venne folgorato da occhi che penetravano l'anima. Simona scorse Pietro ammutolito dinnanzi “alla tirocinante” del marito,”Cosa c'è Pietro?”- “Salve signora Pappalardo!”-proferì quell'elegante e stravagante figura, tatuaggi le si stagliavano sul corpo divino, fiori di loto e fate, dietro di sé trasportava l'inseparabile violoncello, fondamentale più di ogni membro del suo corpo. “Buongiorno Angela”- le rivolse un sorriso ipocrita la signora Simona ,congedandola con un fugace “Come sempre è nel suo studio!”. “Finalmente conosco il suo nome Angela”-quale dolce suono costituì per il fanciullo, che fu colto da un insolito sentimento di cui sarebbe stato schiavo per il resto dei suoi giorni. Probabilmente quel venerdì mattina accettava senza accorgersi un invito al dolore......

Pietro abbandonò la cittadina catanese sospesa tra la focosa montagna e il mare,si lasciò alle spalle i ricordi dell'infanzia...Una carezza d'autunno sferzava il viso spigoloso che racchiudeva occhi bui socchiusi e travolti in amaro abbandono; temeva di guardare dal finestrino il paesaggio siculo, che voleva lasciarsi alle spalle così come i ricordi in esso prigionieri. S'addormentò revocando quel corpo inerme spagnoleggiante con occhi aperti per una volta privi di vita ;aveva perso la madre per una seconda volta ma in questo caso gli anni trascorsi in compagnia di lei gli arrecarono dolore e sofferenza. Sapeva già chi fosse l'assassino, dileguatosi subito dopo aver commesso l'abominio. Scostò la tenda per poter assaporare il paesaggio pugliese ,rammentando scene puerili ,sfuggenti e irrecuperabili . Risaltarono ai suoi occhi i nodosi ulivi,gli alberi di Gesù, contorcersi su se stessi costernati dalla morte del Cristo, il Cristus patiens su cui focalizzò lo sguardo pieno di rabbia ,implorando giustizia.
“Ti troverò e per te sarà la fine!”-mormorò tra sé.

Ritornò a casa più tardi del previsto;quella mattina aveva dato un esame ,il professor Vitale ammiccava alla sua assistente strizzando gli occhi piccoli sotto cui si stagliavano un naso camuso e baffi sottili all' in su che ricordavano molto quelli di Salvador Dalì . Aveva trascorso due mesi a prepararsi per quell'esame ,poiché consapevole della poca simpatia che Vitale provasse per lui. Con passi cauti Pietro si avvicinò alla cattedra ,notò ben presto che fosse l'unico a sostenere l'esame deglutì e dopo una stretta di mano con Vitale, si sedette pronto a fronteggiarlo. Ma nonostante le domande più infami che potesse porgli ,Pietro si destreggiò con padronanza di linguaggio e con la risposta pronta di chi conosce a perfezione l'argomento. Il responso dell'esame fu assai gradito :trenta e lode pronunciò dopo un breve consulto con l'assistente che trasudava una non trascurabile sensualità. Pietro sorrise lasciando intravedere i denti bianchi e regolari e si dileguò presto da quella sala dopo la stretta di mano vigorosa. Soddisfatto riportò il libro di geologia preso in prestito da Caterina. <caterina!>urlò sperando che s'affacciasse dal balcone. Una figura esile e snella si sporse :”Pietro?”-” Ti devo restituire il libro!” esordì-”Salii!” gli ordinò. Lo accolse a braccia aperte e con insaziabile curiosità gli afferrò le spalle :”Allora? Sei riuscito a smerdare Vitale!” Senza proferire parola le mostrò il libretto “Trenta e lode”- spalancò gli occhi stupefatta-” Hai capito il signorino Mancuso ? E tu che dicevi di non saper nulla ,sei un secchionaccio! E per lo più hai preso più di me nonostante non hai seguito quanto me!”-pronunciò con una certa amarezza. Pietro accennò un sorriso -”Ho avuto fortuna!” dichiarò con modestia-”l'averti trascurata per l'esame ha avuto i suoi risultati”-la voce grave si fece più profonda e con sguardo felino e con andatura mansueta si avviò verso Caterina l'avvinghiò per la vita, i capelli fulvi raccolti in una coda di cavallo lasciavano intravedere il lungo collo chiaro, baciò teneramente l'orecchio di Pietro sussurrandogli :”Non qui per piacere!”. Caterina gli afferrò la mano ,avvolta da un mantello di sensualità e desiderio, gli gettò le braccia al collo -”I miei torneranno a breve!Andiamocene da qui!”. Pietro si lasciò guidare dalla sua stretta vigorosa e vogliosa allo stesso tempo; Caterina lo condusse nella cantina in cui il padre lasciava decantare il vino. Lo spinse sul muro e le loro lingue vennero a contatto in una danza in cui singulti e sospiri di piacere costituivano musica.
Pietro e Caterina in pieno abbandono si addormentarono dopo ore trascorse all'insegna del piacere :”Cazzo! Che ore sono?”-controllò preoccupata l'orologio -”le undici di sera!E ora come mi giustifico?”-”Potresti dire che siamo andati a studiare in biblioteca”-proferì Pietro -”Ma sicuramente i miei saranno andati a chiedere già dai tuoi se fossi con te!” ribatté Caterina accigliata-” E allora vorrà dire che...” Pietro rifletté un istante “che ci siamo addormentati sulla panchina del parco della biblioteca”-continuò baciandola teneramente sulle labbra-” Vestiamoci!”-ordinò Caterina in preda ad una crisi di nevrastenia. Uscirono cauti e Caterina congedando bruscamente Pietro si avviò verso casa “Vuoi che t'accompagna?”propose il ragazzo gentilmente -”No!”pronunciò come se gli fosse fatta una proposta assurda.

Pietro seguì Caterina di nascosto senza che lei se ne accorgesse. Osservava quell'incedere sicuro, quella sicurezza che gli mancava e che avrebbe voluto possedere. Era lei a prendere tutte le decisioni ,a dialogare facilmente con gli sconosciuti, a voler celare ad ogni costo quella tenerezza che c'era in lei,e che talvolta riserbava soltanto per il suo ragazzo ,Pietro. Non aveva mai ammesso che fossero fidanzati, non gli aveva mai detto che lo amava, e per lui non aveva alcuna importanza perché sapeva con certezza che Caterina era fortemente legata a lui. Era tutta una barriera che lei serbava per non perdere quella nomea di ragazza forte ,da attitudini maschili perché non s'abbandonava a futili carinerie. La sua personalità ,dopotutto,concorreva all'attrazione che Pietro provava per lei.
Il giovane attese che bussasse alla porta: poté accorgersi dalle sopracciglia incrinate ,di quanto i genitori fossero arrabbiati ma al contempo sollevati di poter vedere quella faccia tosta di Caterina che rientrò a casa con chissà quali spiegazioni.
Pietro si incamminò verso casa, udiva il sibilo emesso dal vento di maestrale, un vento che presagiva morte. Camminava incespicando nei sassi come se fosse ubriaco, sorrideva perché tutto sembrava andare per il meglio. Adorava lo scalpiccio delle foglie secche in cui si impegnava ad affondare i piedi stanchi. Si sedette su di una panchina ,le strade erano deserte :quasi tutti erano rintanati in casa ,magari stavano già dormendo oppure consumando l'ultimo pasto della giornata. Ogni tanto vedeva passare qualcuno che lo scrutava con sospetto e Pietro ricambiava lo sguardo senza mai distoglierlo. Incantò lo sguardo verso il basso e notò la sua ombra riflessa dal palo della luce:proprio in quell'istante si accorse di qualcosa di insolito...
Più volte aprì e richiuse gli occhi ,la sua ombra soggetta a quella ventennale schiavitù per qualche inspiegabile ragione era libera,non più soggetta alle manovre di Pietro che come tutto in questo mondo tridimensionale era il burattinaio di una marionetta bidimensionale. Gesticolava e con il braccio e l'indice indicava verso una piccola viuzza. Pietro si limitò a seguirla credendo di subire passivamente la sua pazzia,finché venne condotto ad un rude di una casetta abbandonata. Si guardò attorno e furtivo penetrò nella casa. Ben presto non credette ai propri occhi, a stento riuscì a trattenere le urla che svegliarono l'intero vicinato. “Che succede?” gridò un vecchio che impugnava un vecchio fucile. Vide davanti a se aprirsi uno sfondo di morte ,due corpi addossati uno sopra l'altro colti e fermati in un momento d'intimità. Pietro vide sfatare ben presto tutta la felicità di quella giornata ; “Simona Papà!”-gridò con le mani ai capelli ,il viso rosso e bagnato dalle lacrime si coprì ben presto di rughe ,rughe di dolore. Non poté sostenere ancora quella visione di morte e di violenza, gli occhi spalancati così simili a quelli del figlio rivelavano il terrore di chi vede strapparsi via la vita. Pietro venne portato via con un cordoglio che gli doleva il cuore, furono costretti a somministrargli un sonnifero affinché si calmasse, concedendogli un sonno che altrimenti non gli avrebbe fornito riposo ma soltanto incubi che portavano con sé insonnia.

L'indomani la notizia dell'omicidio si sparse ovunque , venti coltellate al petto :dieci ciascuno aveva detto la polizia. Caterina l'indomani venne a conoscenza dall'accaduto ;a Catania non si parlava d'altro nonostante gli omicidi con personaggi quali Antonino Calderone e Nitto Santapaola fossero all'ordine del giorno. Subirono l'insaziabile fascino del denaro e dei facili guadagni e così vendettero l'anima al diavolo per servire un dio che da tempo ammalia gli uomini :la ricchezza e il potere. Questo omicidio tuttavia non era come tutti gli altri, dietro si nascondevano ben altre ragioni che conoscevano tutti, e sapere chi fosse il colpevole non risultò difficile considerando che costui era scomparso il giorno stesso dell'omicidio. Da un po' di mesi un polverone di pettegolezzi si era alzato tra le stradine della cittadina ,con i riflettori accesi verso la coppietta del quartiere :Alfio e Simona ,un amore clandestino che accomunava due persone sole.
Pietro aveva sempre sospettato che tra loro ci fosse qualcosa di più di una semplice amicizia: lo notava dal modo in cui al padre brillavano gli occhi dopo un suo sfuggente sguardo e un accenno di saluto da parte di Simona ,un diamante che nessun uomo si sarebbe fatto sfuggire. I coniugi Pappalardo potevano ritenersi tutto fuorché tali:lui non le serbava attenzioni poiché completamente assorto nella realizzazione della sua arte che non poteva fuoriuscire dal sacro tempio ,in effetti chiunque visitasse quella casa restava sbalordito perché i quadri che si stagliavano fra le mura dell'appartamento non erano dipinti di Filippo ,il marito. Le comare ,donne lodevoli,con le bocche infestate dai pettegolezzi sparsero maldicenze secondo cui la questione dell'arte fosse tutta una messa in scena per nascondere“i piccati di la carni” con quelle giovani avvenenti che invitava presso la sua sede.


Caterina accorse da Pietro, che non parlava e non mangiava da giorni ormai, aveva lo sguardo fisso verso la finestra,chiusa o aperta che fosse. Lo avvolse con le sue esili braccia abbracciandolo; non pretese che spiccicasse parola ,non lo faceva da una settimana ormai ma allungò il braccio tendendo un piatto di pasta al forno , lo rifiutò con un debole cenno della mano e poi quasi come se fosse un miracolo emise un filo di voce: “Non mi resta più nessuno ,la mia piccola famiglia si è dissolta per sempre!”- “Ci sono io!”-lo incoraggiò Caterina stringendogli la mano “D'ora in poi sarò io la tua famiglia” lo baciò prima che potesse ribattere e restò abbracciata a lui fino all'imbrunire. Scoccate le otto ,Caterina ruppe quel silenzio -”Non puoi stare qui da solo, vieni a casa mia. I miei genitori conoscevano quel brav' uomo di tuo padre e più che in qualsiasi altro momento ti sono vicini. Non farti pregare, a casa c'è posto per te!” gli occhi supplichevoli di Caterina lo convinsero a lasciare quella casa zeppa di oggetti del padre; forse l'avrebbe lasciata così ,non avrebbe cambiato o persino toccato nulla in modo tale che restassero lì così come il padre aveva voluto che fossero.

Era una giornata uggiosa e sembrava che la natura stessa rispecchiasse i sentimenti di Pietro, l'uniformità grigiastra del cielo fu interrotta dai tuoni che accompagnavano quei carri funebri. Tanta gente era accorsa a quel funerale e Pietro guardandosi attorno non sapeva se fosse per appagare quelle lingue lunghe o perché mossi da un sentimento di sincero rammarico per aver perso un loro concittadino; Pietro optava per la prima :sapeva con certezza che la tragedia e la cronaca nera alimentano la curiosità della gente. La marcia funebre durò a lungo, guardava in basso focalizzando lo sguardo sulle scarpe infangate, Caterina che gli camminava strettamente vicino di tanto in tanto poneva la sua grande mano da pianista sotto il mento di Pietro ,lui rivolgeva perciò gli occhi lacrimanti verso di lei che sembrava voler catturare il suo dolore con lo sguardo.
Pietro fece seppellire il padre accanto alla madre ,così come avrebbe voluto dopotutto era stata a suo dire l'unica donna che avesse mai amato.
« L'eterno riposo dona o Signore, questo nostro fratello e tutti i morti in Cristo, per la misericordia di Dio, riposino in pace! »- recitò il chierico una volta posta la bara nella fossa .

Non riuscì ancora a star lì e si dileguò ,seguito da Caterina che lo strinse per mano -”Non posso credere che sia vero!” irruppe in un forte pianto, lei non sapeva cosa dire considerando che non si era mai trovata in simili circostanze per cui si limitò a silenziare accogliendo i suoi pianti e la sua afflizione -”Vorrei divorare il tuo dolore !”- confessò Caterina-” Ma solo il tempo riuscirà a smorzarlo ,seppur debolmente”continuò-” Mai,solo la vendetta verso quel figlio di puttana!”proferì Pietro con occhi ardenti-”La vendetta non ti restituirà i tuoi genitori,ti rovinerà solo la vita! Fa che sia la giustizia a fare ciò che le compete,puoi solo accettare e andare avanti!” disse saggiamente Caterina e poi sussurrò “ Non imbastardire il tuo cuore come quello stronzo!”


Qualche giorno dopo venne qualcuno a suonare alla porta, Pietro stava cucinando qualcosa da mangiare per cena ,si aspettava di trovare Caterina dietro la porta, ma ecco un gruppo di persone a lui sconosciute presentarsi nel cortiletto antistante alla casa-”Ciao Pietro !” proferì una ragazza sui venti con le curve messe in risalto da un tubino nero ,il suo incedere sinuoso era sintomo di eleganza e sensualità-”Ci conosciamo?-domandò incredulo-”Em a dire la verità no!” la gestualità di Pietro lasciava trasparire un' evidente diffidenza -”O Pietro caro,come sei diventato bello!”- una florida signora sui quaranta avanzò, aggiustando gli occhiali cadenti -” Ma chi siete?”- spalancò gli occhi Pietro indietreggiando verso la porta di casa:”Non ricordi proprio nulla?”-si presentò un uomo mingherlino con evidenti problemi di calvizia e due occhiaie da far paura, “No!” accennò debolmente fissando attentamente quei tre verso cui cominciò a mostrare una certa stizza:” Siamo i tuoi zii!”-dichiararono all'unisono -”zia Laura e zio Nicola!”-”Cosa?”gli guardò Pietro con aria interrogativa-”Hai ragione caro,l'ultima volta che ci hai visti potevi avere quattro cinque anni, non ricordi proprio nulla?”-”No!”. Pietro cominciò a credere che volessero imbrogliarlo ,magari entrare in casa e derubarlo- “Sentite, sono le nove di sera sto aspettando la mia ragazza ed io non vi ho mai visti ,si può sapere cosa volete?” chiuse la porta di casa ,stringendo la chiave fra le mani-”Scusaci Pietro hai ragione siamo arrivati senza preavviso ,ma dopotutto come avremmo potuto avvisarti ,non avevamo il tuo numero e non l'abbiamo trovato neppure tra le pagine gialle! Sono venuta qui perché Alfio è mio fratello, ho saputo ed è terribile!” la donna avvolse Pietro con le sue braccia avvolte da una veste di lana, il giovane indietreggiò increspando la fronte” Era da parecchio che non lo vedevo ,ma dopotutto vivendo a kilometri di distanza...” -Pietro la interruppe” Non vi sentivate neppure per telefono? E mio padre non parlava molto di te!”-abbassò lo sguardo “In effetti i nostri rapporti si sono ricuciti appena, lui mi ha vista per molto tempo come il prodotto di qualcosa di nefasto..” . Ben presto giunse Caterina con la sua folta chioma bionda portando con sé una scia di lavanda e di rose ,che guardò Pietro con aria incognita. Pietro spalancò gli occhi come un naufrago dopo aver avvistato qualcuno all'orizzonte, “Caterina!” la baciò sulle labbra senza pudore, “Non ci presenti la tua ragazza?” propose quell'uomo stecco -”Non ho alcuna prova che voi siate quelli che dite di essere!”-”Speravamo ti ricordassi di noi ,ma abbiamo una prova che confermerà la nostra parentela con te!” Pietro alzò il sopracciglio perplesso ,la donna gettò una mano nella borsa estraendo una foto :”Ecco !”-gliela pose fra le dita “Siamo io e Zio Nicola, e questo come puoi vedere sei proprio tu , e questo qui sulla destra è tuo padre!”-”Com'era giovane!”-esclamò Pietro ricredendosi “Ma che bambino carino!”-mormorò Caterina tirando la guancia di Pietro-”E lei?”-Pietro indicò colei che scoprì essere sua cugina”Lei, Giulia non era ancora nata è più piccola di te di due anni”-”Em...”-Pietro guardò la ragazza come se volesse un suggerimento “se desiderate potreste fermarvi per cena!”-”Certo!”-esclamò lo zio Nicola senza farselo ripetere due volte. Entrarono in quella casetta impolverata poiché da sempre Pietro era piuttosto pigro specie nelle faccende domestiche-”Perdonate il disordine” confessò indicando la strada verso il salone-”Aspettate un po' devo mettere la pasta!”-”Qual è il menù?”-domandò lo zio senza nascondere la sua bramosità di cibo in seguito al lungo viaggio-Cavatieddi- confessò -”Vuoi una mano?-Caterina offrì il suo aiuto-”Assolutamente no,sei un'ospite anche tu!”. Per qualche minuto ci fu un silenzio imbarazzante-”E quindi, pensate di sposarvi a breve?”-domandò zia Laura tanto per attaccar discorso -”No, per ora non ci penso affatto al matrimonio”-”bhà voi ragazzi oggi giorno vi sposate sempre più tardi e pensare che io alla tua età aspettavo già Giulia!”-” Sinceramente io e Pietro andiamo all'università e personalmente vorremmo prima laurearci e trovare un lavoro!”-”Che facoltà?”-domandò Giulia aggiustando il ciuffo che le cadeva sugli occhi verdi-”Io Geologia ,lui Biologia!”-”Tu studi?”-” No...lavoro nel negozio di mio padre ,negozio di ferramenta”-” E ora come farà a mantenere i suoi studi ,povero Pietro!”-”In effetti è un bel problema considerando che stiamo ancora al secondo anno di università e ci resta la bellezza di tre anni!”-”Dovrebbe lavorare!”-consigliò lo zio “ormai non può più permettersi di studiare”-” Lo aiuterei io se fosse possibile ,ma a stento i miei riescono a far studiare me!”affermò Caterina grattandosi la caviglia scoperta-”é pronto!”-urlò Pietro dall'altra stanza. Si alzarono tutti e si accomodarono nella cucina dall'arredamento rustico; la tavola era apparecchiata con un grazioso servizio di porcellana ,adatto per occasioni del genere- “Spero vi piaccia!”-”Il ragù....buonissimo!”-affermò zio Nicola che non vedeva l'ora di affondare la forchetta nel piatto-” Stavamo parlando di te e dei tuoi studi “avanzò Zia Laura “Come farai a mantenerti?”-” Ho del denaro in banca e se riesco troverò qualche lavoretto serale”-”Di questi tempi con tutti i disoccupati che ci sono!” affermò Zio Nicola pulendosi
il baffo sporco di rosso -”Però, non sei niente male come cuoco!” dichiarò Zia Laura-” Papà era negato e cucinavo sempre io!” mormorò Pietro inghiottendo un cavatello-”Comunque se tu avessi bisogno sappi che, ho diversi negozi a Bari e ovviamente cerco del personale,per cui se non ti andasse più di studiare ...” -” No assolutamente vorrei fare il professore di Biologia possibilmente universitario”-”Oltre che per starti vicino in questo momento di estremo dolore siamo venuti anche per dirti che hai un piccolo appezzamento di terra ,su in Puglia...” dichiarò Zia Laura-”Era di tuo padre ,ma non ha mai voluto saperne nulla!”aggiunse zio Nicola-”Perché?”-” é una storia un po'...complicata, tuo padre all'età di sedici anni scoprì che la sua, non era l'unica famiglia che aveva il padre!”-”Cosa?”-” Si, con la scusa del lavoro che lo portava a viaggiare continuamente riuscì a crearsi due famiglie ,una in Sicilia e l'altra in Puglia!”-Pietro restò senza parole-”E come lo ha scoperto ?” domandò curiosa Caterina-” Un giorno Alfio che allora poteva avere sedici anni salì in Puglia con lo zio durante le vacanze estive, presero in affitto una casetta a Polignano dove sapevano che tuo nonno stava facendo delle trattative ,e raggiungendo l'azienda in cui lavorava senza preavviso lo sorpresero baciarsi con un'altra donna nel suo studio che teneva in braccio una bambina di cinque anni che poi ero io...lo ricordo perfettamente ancora adesso,la sua reazione :sbatté i pugni sul tavolo facendo volare tutti i fogli e mise sottosopra il suo studio, poi si rivolse a suo padre con occhi ardenti e afferrandolo bruscamente per il polso lo fulminò gridando “Come hai potuto?”. Lo zio fermò Alfio prima che potesse commettere qualche pazzia.” -”E poi cos'è successo?”-domandò ancora una volta Caterina che strinse la mano di Pietro-” Poi ben presto papà si ritrovò senza mogli e fu recluso in carcere per due anni, non ha mai voluto più vedere il padre anche stizzito dalla madre che coltivò per lui un odio profondo fino alla fine dei suoi giorni!”-”E tua madre?”-intervenne Pietro-”come reagì?”-” Mia madre era musulmana sapeva già che lui era sposato!”-” Eppure non hai affatto i caratteri somatici di una donna araba! Insomma sei bionda”-protestò Caterina-”E anche lei ha una storia contorta!”rise Zia Laura grattandosi il capo; Pietro proruppe in una fragorosa risata -”Oggi non si finisce di scoprire cose nuove!”-”Eh ,già...comunque per farla breve mia madre perse i genitori quando era piccolina per questo fu affidata alla zia che si era innamorata perdutamente e sposata con un arabo ,e per questo venne educata come tale!”-” In ogni caso tuo padre non ha voluto avere contatti con me fino ai 35 anni, quando mi sono sposata ed ero incinta della bella Giulia!”-accarezzò i bei capelli della figlia dotata di una bellezza non trascurabile. “ Siete mai stati in Puglia?”-proruppe Zio Nicola con il suo palese accento barese-”No” dichiararono Caterina e Pietro all'unisono-”Perché non vieni a vivere con noi Pietro?”-propose la zia sorridendogli-” E l'università ,e Caterina?” la mise sotto braccio-”A parte lei, non ho più nessuno...”-profferì debolmente-” Hai noi! Sei sempre il benvenuto caro nipote!”-sbottò Zio Nicola”.

L'indomani Zia Laura pregò Pietro di accompagnarla al cimitero, il cimitero non era molto distante dal luogo in cui Pietro abitava per cui decisero di andarci a piedi; “Non dovremmo comprare dei fiori?”-propose Zia Laura al marito -”E già,ci porteresti da un fioraio qui vicino?”


Racconto di Giulia IAcobellis

Edited by ennesimaeclisse - 3/9/2011, 19:02
 
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Samanta Sonaglia
view post Posted on 2/9/2011, 17:27




Va benissimo Giulia, solo che devi postarla nella apposita sottocartella :) Ho provveduto io a spostare questo primo capitolo e a rinominarlo aggiungendo 'Capitolo I'. Ovviamente, al prossimo capitolo dovrei mettere il II ;) Se ti servono informazioni di qualunque tipo, se non ha capito bene la procedura ecc., e chiedi pure a uno di noi e saremo lieti di aiutarti :)
 
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MISTER NOBODY
view post Posted on 4/9/2011, 03:06




Anche se sono accadute già parecchie cose, credo che la trama sia ancora in fase embrionale ed è quindi presto per darne un giudizio concreto. Spero che il seguito arrivi presto.
La conoscevo anch'io un Angela così... bambina innocente e lolita allo stesso tempo... chissà dove vivrà adesso :loveye:.

Ti segnalo alcuni accorgimenti per facilitare alla lettura gli utenti:
- postare, se possibile, parti non troppo lunghe in un unico Topic.
- rivedere la punteggiatura.
- andare a capo ad ogni discorso diretto e utilizzare per i dialoghi o il trattino, o le virgolette, o i caporali, non tutti e tre insieme.
- andare a capo ogni tanto al punto.

Esempi di errori di distrazione:
CITAZIONE
Desiderio di vendetta e tradimento invadevano l'animo della signora, ciciliana dotata di una folgorante bellezza che non lasciava impassibili gli uomini della piccola provincia Catanese.

Sarò io a non saperlo, dato che compare spesso nel testo, ma che cos'è una "ciciliana"? Intendevi forse "siciliana"?
CITAZIONE
-Pietro,ho preparato degli arancini ,vuoi assaggiarli?Ma sei proprio secco gioia,entra dai non fare complimenti!-offrì l'opulenta vicina al fanciullo di appena sei anni ,che scorrazzava per la strada a caccia di lucertole

Quell' "offrì" sarebbe andato bene se Mrs Simona si fosse fermata al "vuoi assaggiarli" ma considerando la frase ne suo complesso stona alquanto. Sostituisci il termine o monta la frase in maniera diversa.
CITAZIONE
-ma che bambino carino-affermò accarezzando quel viso su cui si stagliavano grandi occhi bui.

Occhi bui non mi convince tanto come termine... non saprei.
CITAZIONE
Ogni qual volta Pietro giungeva in quella casa ,da quell'arredamento rustico,veniva attratto dai dipinti che invadevano le pareti .

Ogni qual volta Pietro giungeva in quella casa dall'arredamento rustico,veniva attratto dai dipinti che invadevano le pareti .
CITAZIONE
La signora Simona appena tornata, notato Pietro, soggetto all'incanto di quella magnetica stanza

La signora Simona, appena tornata, notò Pietro soggetto all'incanto di quella magnetica stanza
CITAZIONE
Simona avvicinò il fanciullo e lo incartò con le esili braccia, strappatogli un bacio ,plorò silenziosamente senza che il bambino se n'avvedesse....

???
CITAZIONE
Il bambino mostrava un palese disprezzo per il signor Pappalardo che ben presto cominciò ad appellare “ il Maledetto”...”e non ti permetterò più di deturpare la donna del violoncello”.

Perriodo molto confuso. Prova con qualcosa tipo:
Il bambino mostrava un palese disprezzo per il signor Pappalardo che ben presto cominciò ad appellarlo “ il Maledetto”.
- Non gli permetterò più di deturpare la donna del violoncello - promise a sé stesso.
CITAZIONE
Simona acquietò quello sguardo minaccioso, e mi abbracciò “Sai benissimo di non doverti allontanare”.

... e LO abbracciò...
CITAZIONE
Aveva trascorso due mesi a prepararsi per quell'esame ,poiché consapevole della poca simpatia che Vitale provasse per lui.

Aveva trascorso due mesi a prepararsi per quell'esame consapevole della poca simpatia che Vitale provava per lui.
CITAZIONE
E per lo più hai preso più di me nonostante non hai seguito quanto me!

E per DI più hai preso più di me nonostante TU non ABBIA seguito quanto me!
CITAZIONE
la voce grave si fece più profonda e con sguardo felino e con andatura mansueta si avviò verso Caterina l'avvinghiò per la vita, i capelli fulvi raccolti in una coda di cavallo lasciavano intravedere il lungo collo chiaro, baciò teneramente l'orecchio di Pietro sussurrandogli :”Non qui per piacere!”.

Sembra che Pietro bacia il suo stesso orecchio. Bisogna specificare il soggetto.
CITAZIONE
Vuoi che t'accompagna?”propose il ragazzo gentilmente

... accompagni...
CITAZIONE
,e che talvolta riserbava soltanto per il suo ragazzo ,Pietro.

Qui puoi usare o "riservava" (consigliato), o "serbava".
CITAZIONE
Adorava lo scalpiccio delle foglie secche in cui si impegnava ad affondare i piedi stanchi.

"Scricchiolio" o al massimo... "scalpicìo" ma non so se esiste in italiano :uhm:
CITAZIONE
Pietro si limitò a seguirla credendo di subire passivamente la sua pazzia,finché venne condotto ad un rude di una casetta abbandonata.

... al rudere (oppure "ai ruderi") di una casetta abbandonata...
CITAZIONE
Pietro vide sfatare ben presto tutta la felicità di quella giornata ; “Simona Papà!”

Non mi piace la locuzione " veder sfatare la felicità". Poi in “Simona Papà!” hai dimenticato la virgola.
CITAZIONE
Le comare ,donne lodevoli,con le bocche infestate dai pettegolezzi sparsero maldicenze secondo cui la questione dell'arte fosse tutta una messa in scena per nascondere“i piccati di la carni” con quelle giovani avvenenti che invitava presso la sua sede.

Le COMARI...
CITAZIONE
Em a dire la verità no!” la gestualità di Pietro lasciava trasparire un' evidente diffidenza -”O Pietro caro,come sei diventato bello!”

”EHm a dire la verità no!” la gestualità di Pietro lasciava trasparire un' evidente diffidenza -”OH Pietro caro,come sei diventato bello!”
CITAZIONE
“No!” accennò debolmente fissando attentamente quei tre verso cui cominciò a mostrare una certa stizza:

Hai meso i 2 punti anzichè il punto.
CITAZIONE
”Scusaci Pietro hai ragione siamo arrivati senza preavviso ,ma dopotutto come avremmo potuto avvisarti ,non avevamo il tuo numero e non l'abbiamo trovato neppure tra le pagine gialle!

Sulle Pagine Gialle ci sono solo i numeri degli esercizi commerciali, forse volevi alludere alle Pagine Bianche (il caro "Elenco del telefono", in pratica).
CITAZIONE
“In effetti i nostri rapporti si sono ricuciti appena, lui mi ha vista per molto tempo come il prodotto di qualcosa di nefasto..” .

"appena ricuciti" e "ricuciti appena" offrono due sfumature ben diverse. Conviene scegliere la prima:
"... i nostri rapporti si erano appena ricuciti..."
CITAZIONE
Ben presto giunse Caterina con la sua folta chioma bionda portando con sé una scia di lavanda e di rose ,che guardò Pietro con aria incognita.

Non ho mai sentito l'espressione "con l'aria incognita", ma potrei essere io a sbagliarmi.
CITAZIONE
Em...”-Pietro guardò la ragazza come se volesse un suggerimento

”EHm...”-Pietro guardò la ragazza come se volesse un suggerimento
CITAZIONE
bhà voi ragazzi oggi giorno vi sposate sempre più tardi e pensare che io alla tua età aspettavo già Giulia!”

”BAH, voi ragazzi OGGIGIORNO vi sposate sempre più tardi e pensare che io alla tua età aspettavo già Giulia!”
CITAZIONE
Sinceramente io e Pietro andiamo all'università e personalmente vorremmo prima laurearci e trovare un lavoro!

Non credo sia corretto parlare "personalmente" per due persone.
CITAZIONE
”In effetti è un bel problema considerando che stiamo ancora al secondo anno di università e ci resta la bellezza di tre anni!”

... ci RESTANO ancora...
Poi, sarò puntiglioso io, ma gli anni universitari sono molto labili... non è detto che Pietro possa riuscire a conseguire la laurea in 5 anni.
CITAZIONE
”Il ragù....buonissimo!”-affermò zio Nicola che non vedeva l'ora di affondare la forchetta nel piatto

Sempre per pignoleria: se non aveva ancora affondato la forchetta nel piatto, lo zio come faceva a sapere che il ragù era ottimo?
CITAZIONE
tuo padre all'età di sedici anni scoprì che la sua, non era l'unica famiglia che aveva il padre!

Non si capisce bene. Prova con qualcosa come:
... tuo padre all'età di sedici anni scoprì che la LORO non era l'unica famiglia che SUO padre aveva!
CITAZIONE
e raggiungendo l'azienda in cui lavorava senza preavviso lo sorpresero baciarsi con un'altra donna nel suo studio che teneva in braccio una bambina di cinque anni che poi ero io...
CITAZIONE
lo

ricordo perfettamente ancora adesso,la sua reazione

... e raggiungendo l'azienda in cui lavorava senza preavviso lo sorpresero A baciarsi con un'altra donna nel suo studio che teneva in braccio una bambina di cinque anni che poi ero io...LA ricordo perfettamente ancora adesso la sua reazione...
CITAZIONE
Poi ben presto papà si ritrovò senza mogli e fu recluso in carcere per due anni, non ha mai voluto più vedere il padre anche stizzito dalla madre che coltivò per lui un odio profondo fino alla fine dei suoi giorni!

Non si capisce chi non vuole più vedere chi.
CITAZIONE
”A parte lei, non ho più nessuno...”-profferì debolmente-” Hai noi! Sei sempre il benvenuto caro nipote!”-sbottò Zio Nicola”.

... proferì...

Edited by MISTER NOBODY - 4/9/2011, 05:36
 
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ennesimaeclisse
view post Posted on 5/9/2011, 01:02




o.o ci sono parecchi errori effettivamente......ti ringrazio di cuore...
 
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3 replies since 2/9/2011, 16:18   37 views
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