Un testo abbastanza avvincente in cui IL grande tema dell'etica robotica si unisce ai grandi temi dell'etica umana.
Autodeterminazione robotica, senso della vita, l'inadeguatezza che si prova dinnanzi al mondo che ci circonda e ci sovrasta, il rapporto del singolo con la massa, la solitudine intellettuale...
Se devo proprio essere sincero, però, mi ha deluso un po' la chiave di lettura in quanto l'accostamento di spirito e circuiti, carnalità ed acciaio, hanno più senso analizzati da un ottica umana che non da una robotica.
Il tutto appare come un enorme metafora della vita umana rivisitata in salsa fantascientifica; un mix che avrebbe però funzionato (purtroppo) anche in un connubio ominide-scimmia, Wells-morlock, cavalletta-ape operaia... sotto questo aspetto (sempre per il misero parere di un umilissimo Signor Nessuno) potevi sicuramente sbilanciarti di più, Alessà.
Sullo stile nulla da dire. Superficialmente gli si potrebbe imputare un ritmo un po' lentuccio, ma a mio parere era il modo più adatto di portare avanti una strosia del genere. Carina la suggestione dell'incontro robot-uomo che mi h aricordato tanto Lovecraft.
Leggeremo mai qualcos'altro di questo progetto a 4 mani o è tutto tramontato/ top secret per cercare un eventuale pubblicazione?
Qualche perplesità e nota di carattere tecnica:
CITAZIONE
Durante tutto il periodo che il robot trascorse in uno stato di semicoscienza, il pianeta continuò a girare su sé stesso, in moto quasi impercettibile.
Siccome era stato già stato ribadito in precedenza che il pianeta ruota "in un moto quasi impercettibile":
CITAZIONE
Quel pianeta, scoprì il robot, compiva un moto quasi impercettibile attorno a sé stesso, il quale non garantiva quindi una luce perpetua
direi che ometterlo nella seconda frase contribuirebbe a rendere il testo più scorrevole.
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CITAZIONE
le onde elettromagnetiche che giungevano miracolosamente dal cielo nuvolo tornarono a posarsi sulle rocce che costituivano quella zona del pianetino, regalando loro sfumature di colore leggermente più chiare della sera precedente e un calore appena sufficiente alla sopravvivenza.
Intendevi "cielo nuvoloso"? Può anche essere una mia lacuna, ma "cielo nuvolo" non l'ho mai sentito.
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Il pensiero qui riproposto:
CITAZIONE
XZ-43 rimase sconcertato, intuendo che ci potessero essere un mare di quei piccoli automi sepolti nel sottosuolo di quel pianetino inospitale: tutti insieme formavano una comune entità di cui ognuno era una piccola parte viva e pulsante. Condividevano tutti un’unica Mente. Ogni piccolo pezzo del puzzle manteneva una certa autonomia pur fondendosi nel tutto, e non aveva mai il timore di rimanere solo. La distruzione dell’unità non avrebbe comportato la distruzione della Mente, che sarebbe rimasta preservata dalla restante massa di individui.
era stato già parzialmente esposto qui:
CITAZIONE
Erano perfettamente coordinati, come se i loro quattro piccoli corpi non fossero altro che diverse diramazioni di un’unica mente che li controllava tutti allo stesso tempo. Era un’intelligenza semplice, comunque, perché non aveva ancora percepito la presenza di XZ, forse perché troppo concentrata sul proprio lavoro.
credo che una delle due parti sia di troppo (la prima?)
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CITAZIONE
Il robottino più vicino a XZ sollevò un braccio e sparò un raggio ustionante che mancò il grande automa di poco, andando a distruggere parte della roccia dietro di lui, che franò lievemente.
Pignoleria, ma i raggi ustionanti che effetto dovrebbero avere su di un robot? Lo surriscaldano?
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CITAZIONE
Non passò neanche un secondo che gli altri tre esseri si lanciarono all’attacco, impazziti, mirando alle gambe dell’automa con i propri picconi e laser distruttori, utilizzati per la prima volta per difesa personale, invece che per gli scavi.
Perchè usare dei picconi dall'effetto all'impatto abbastanza impreciso se possedevano dei laser di precisione?
La parte "
utilizzati per la prima volta per difesa personale, invece che per gli scavi." la vedo un po' forzata, forse potresti anche eliminarla.
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CITAZIONE
La sua grande mente si collegò ancora con quella piccolina del robottino, questa volta provando a mostrare maggiore versatilità di linguaggio. - Non ti attaccherò, se tu non lo farai – la rassicurò.
Anche se sono le menti ad essere collegate non trovo corretto parlare di "rassicurazione della mente" ma sempre di "rassicurazione del robottino".