| Dark Poison sarebbe un racconto lungo che vorrei scrivere. Di sotto, trovate il primo capitolo, ma prima, per darvi un' idea generale, vi scrivo il sunto della trama:
Nella nazione di Sacur, il potere più potente non è il governo (monarchico) ma il Sacerdotato.
Il Sacerdotato è l'insieme dei sacerdoti del Culto della Lucentezza, che vede il Lucente come Dio del mondo.
Ma in realtà, il Sacerdotato è corrotto e malvagio. Per impedire alla gente di conoscere e opporsi, le mantiene ignoranti, usando inoltre moltissimi capri espiatori per far distogliere la loro attenzione.
Il capro espiatorio più in voga sono i Vampiri.
I Vampiri sono creature umane mutate dal Veleno Oscuro: sono più veloci e più forti degli umani, ma muoiono più facilmente. Inoltre, per motivi sconosciuti devono nutrirsi di Sangue Umano. Nonostante i vampiri non siano propriamente malvagi, sono comunque visti negativamente perchè Sembrano costretti ad uccidere per cibarsi del sangue delle persone.
La Storia verte su Lynio, il figlio di un Sacerdote popolare (il sacerdote di livello più basso).
Dopo vari peripezie (che potete leggere sotto) Lynio verrà trasformato in Vampiro: come conviverà lui, con questa nuova esistenza? Lui che ha imparato ad odiare i vampiri ed a Credere al Sacerdotato incondizionatamente?
E , soprattutto, perché i soldati lo cercano così insistentemente?
Oltre questo capitolo iniziale, dopo che ne avrò scritti altri, credo che ne presenterò un altro paio, ma non di più: mi piacerebbe creare un libro basato su questa storia
Capitolo 1
Il mio nome è Lynio. E sto per morire.
Tutto è iniziato ieri sera, quando una guardia del villaggio avvistò una creatura della notte come le chiamano i sacerdoti, oppure vampiro come li chiamano gli abitanti del villaggio. Quando viene avvistato un vampiro, c’è sempre tanta agitazione al villaggio: significa che sono a caccia. E di conseguenza, che noi siamo in pericolo.
I Vampiri sono pericolosi. Una spada li danneggia, e bastano pochi colpi ad ucciderli, ma sono velocissimi. Se riuscite ad assestare un secondo colpo a quei corpi, significa che il Lucente vi vuole tanto bene.
Come dicevo, ieri sera è stato avvistato una creatura. Anzi, ad essere precisi, ne vennero avvistate due. Tutti gli uomini del villaggio si armarono per aiutare le guardie a cacciare quelle cose. Le donne e i bambini vennero riuniti tutti nel Tempio, sorvegliati dai alcuni dei nostri più valorosi combattenti (non molti…la maggior parte andò ad estirpare il problema alla radice).
Anche io andai. Mio padre, che non è altro il sacerdote Arlus Ardinal (di conseguenza io sono Lynio Ardinal) era piuttosto restio a farmi uscire, visto che effettivamente sono piuttosto gracile…ma gli rinfacciai che avevo compiuto da molto quattordici anni, l’età in cui di solito si può prendere parte a queste ricerche, e lui non poté far altro che farmi fare. Venni armato di una lancia e lasciato uscire.
Ero molto emozionato: avevo sempre desiderato prender parte a quelle caccie. Anzi, la cosa che desideravo di più era uccidere un vampiro: una cosa del genere nel villaggio di Picol porta fama e ricchezza, ma la verità è che avrei voluto risplendere agli occhi di mio padre.
Il primo vampiro venne avvistato da una guardia, che scoccò subito una freccia. Essa, che fu sicuramente guidata dal beato, colpì la gamba del vampiro ( che era piuttosto strano: scoprì in seguito perché).
Il vampiro, così, si allontanò, volando fra i tetti delle casette di legno del nostro villaggio. Tutta la massa furente (con me incluso, ovviamente) si spostò in quella direzione.
“Oggi ne manderemo uno all’inferno”
Era il commento che si sentiva più. A un certo punto, però, non riuscii più a stare al passo con la folla, che correva e spingeva a più non posso. Tentai allora di allontanarmi dal centro (dove mi trovavo) per spostarmi ai lati, dove sicuramente c’era più libertà d’azione.
Ero quasi arrivato dove volevo, sul retro, che inciampai se svenni. Ovviamente, vista la mia fortuna, nessuno se ne accorse: rimasi lì per terra.
Dopo un tempo che non saprei quantificare, rinvenni. La folla si era allontanata e mi ritrovai solo : solo alcune fiaccole e la luce della luna risplendevano nel buio della notte.
Ero in pericolo, in un pericolo pazzesco.
Ok, c’è sempre una certa quantità di pericolo ,quando si ha a che fare con le creature della notte ; ma una cosa è stare in mezzo alla folla armata di fiaccole, forconi e spade, e un’altra è stare da soli al buio quasi completo.
Ho già accennato alla mia fortuna? Beh, allora vi lascio immaginare cosa successe. Un vampiro mi trovò. Quello che era stato ferito, per la precisione. Sbucò da un angolo e mi sbatté contro.
Capii perché mi era sembrato strano: aveva l’altezza di una bambina, anzi, ERA una bambina. I suoi capelli erano di un bel biondo acceso, con della terra a sporcarli. Sarebbe stata uguale a tutte le bambine se non avesse avuto quello che viene chiamato (con un grande sforzo di immaginazione) il marchio oscuro: cioè delle iridi rosse come il sangue.
La bimba-vampiro, però, non suscitò in me alcuna paura: aveva l’espressione dell’animale braccato. Pensai che effettivamente, in un certo senso, lo era.
Rimasi lì, con la bambina a qualche metro di distanza (forse solo uno). Era ovvio che non mi aveva trovato di proposito, era stato un caso dovuto alla sua fuga. Nessuno di noi due osava muoversi.
Avevo ancora la lancia in mano. Avrei potuto ucciderla, ed essere in seguito acclamato come eroe, avere onore gloria et cetera et cetera. Ma mi faceva troppo pena. Dopo un po’ , allora, la bambina, veloce come un lampo, capendo che non avrei fatto nulla, fuggì.
Però mi videro.
Cloro Adoreon: una delle guardie più giovani del villaggio e quella che effettivamente meno ci sta con la testa. Lo mettono sempre in prima fila quando si fanno queste ricerche contro i vampiri. Tutti sperano che la sua furia omicida e l’odio insensato per quelle creature (neanche io, figlio di un sacerdote – e dovete sapere che per la chiesa i vampiri sono l’emblema del male – riesco ad arrivare a tanto) riescano a permettergli di uccidere qualcuna di esse.
Lui mi vide, vide tutto, e corse subito via a raccontare il sacerdote (almeno così mi hanno raccontato le guardie durante il mio breve periodo di carcerazione) . Dopo un po’ tutti arrivarono sul luogo.
Mio padre mi chiese se quello che Adoreon gli aveva raccontato fosse vero ; e io , non pensando alle conseguenze, gli risposi di sì.
E da lì le cose cominciarono a peggiorare di molto.
Come ho già detto, sto per morire ; e come ho già accennato, ho passato un breve periodo come carcerato. All’incirca due ore, poi hanno emanato la mia sentenza: morte.
E ora mi trovo qui, sul rogo, che ancora deve essere acceso, ma quando lo sarà sortirà un effetto fatale su di me.
«PADRE!» Grido. «NON POTETE PERMETTERE CHE LO FACCIANO!».
Mio padre, che sta discutendo sottovoce con una guardia, mi ignora.
“Come può mio padre fare una cosa tanto spregevole? Non ho fatto niente! Ho solamente avuto un moto di pietà..” penso.
“No, deve essere un sogno: mio padre è la persona migliore del mondo! Non potrebbe mai fare una cosa del genere.” Continuo.
Ma so di starmi illudendo: non è un sogno.
Mio padre, poi, prende una pergamena in mano: dovrà leggere l’Indice dei Peccati , un testo in cui vengono elencate tutte le cose che portano l’ira suprema del Lucente , e di conseguenza l’esecuzione. Poi si dice al peccatore quale ha fatto, e in fine lo si uccide.
Ho visto molte volte tutto ciò, con persone che venivano accusate di essere streghe e stregoni in combutta con l’ Oscuro (l’antagonista del nostro Dio Lucente), oppure di aver giaciuto con succubi e demoni, o di aver avuto in qualunque modo contatto con qualcosa di reo e impuro, di oscuro e malvagio o di arcano e occulto.
Mai avrei pensato che sarebbe successo anche a me. Non ho fatto niente. Ricordo molte persone che gridavano così, “NON HO FATTO NIENTE”, dicevano. E io non credevo mai loro. Non mi è mai passato neanche per l’anticamera del cervello che dicessero la verità. Il Sacerdotato mi ha sempre raccontato che la parola e la volontà dei sacerdoti, riflettendo quella del Lucente, era sacra e assoluta, incapace di errori.
Adesso ne dubito.
Anche se mi chiedo perché facciano così. Credo che non lo saprò mai, visto che mi accorgo che , mentre rimuginavo, le guardie hanno acceso il rogo. Le fiamme languono il legno, e mano a mano si avvicinano a me, incapace di liberarmi. Il calore aumenta sempre di più. Chiudo gli occhi e aspetto la mia morte.
Delle lacrime mi cadono sulle guance, bagnandole. Appena sento le fiamme dar fuoco al mio scarpone, però, mi sento strattonato. Aprò di scatto e gli occhi, e quello che vedo non ha senso: oggetti, come case e persone, la folla che si è raccolta davanti al rogo per assistere alla mia morte, entrano ed escono dalla mia visuale. Qualcuno mi sta strattonando per la maglia, con incredibile forza perché credo che nel frattempo stia correndo, e soprattutto saltando, visto che non tocco mai terra e rimango sempre sospeso in aria. Sento delle urla levarsi dalla folla, mentre le guardie armano gli archi e sparano. Una freccia mi colpisce il braccio.
«AAAAAAAARG» Gridò. Non ho mai provato un dolore un dolore simile. Sangue caldo sgorga dalla ferita, da cui si può chiaramente vedere spuntare la freccia. Dopo un po’ , l’essere trasportato per aria, strattonato in varie direzioni da non so chi con incredibile forza (ancora non riesco capire come diamine sia possibile…soprattutto senza farmi toccare mai terra…) e il sangue che esce dalla ferita, mi causano lo svenimento.
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