Anne

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killer )%
view post Posted on 11/4/2011, 17:06




Tump. Tump. Tump. Tump.
Il mio cuore batteva in modo spasmodico, continuo, incerto sul da farsi, indeciso tra il continuare a battere ed il rasserenarsi e lasciarmi andare dove tutti gli uomini e le donne si avviano dalla notte dei tempi, dove un susseguirsi di anime che scorrono come stupendi versi in prosa finiscono per affannarsi in un interminabile corsa verso il celo; ma io dovevo rimanere, rimanere per la mia Anne.
Anne è una bellissima ragazza dalla pelle di un candore confrontabile solo a quello di una perla, gli occhi di un azzurro capace di fare invidia al celo, i capelli d'oro e il sorriso di una dea. Per lei devo vivere e cercarla.
Quando, dopo una lunga e stupenda agonia riesco finalmente ad aprire gli occhi, mi ritrovo legato al letto da lacci di pelle ed una forte luce puntata sul viso, allora serro nuovamente gli occhi e mi affanno nel tentativo di liberarmi, urlo, gemo, piango e urlo ancora in preda ad un attacco di panico, fino a che i lacci cedono alle mie preghiere.
Seduto sulla branda a cui ero legato, mi guardo intorno e riconosco alcuni tratti tipici di un ospedale, niente di strano, un classico ospedale da film con pareti bianche e con un acre odore di disinfettante che imputridisce l'aria.
D'un tratto, mi ritrovo a cercare nei ricordi il perché della mia reclusione e provo un certo smarrimento nel rendermi conto di non ricordare praticamente nulla, nulla tranne il volto della mia Anne e il fatto che si trovi in pericolo.
Strappando la flebo con forza eccessiva, mi metto a correre per l'ambulatorio, ed esco alla ricerca di Anne, ma dove andare? Non importa, devo salvarla, certamente troverò la strada giusta per istinto. Non mi spiego il perchè di questa mia assoluta certezza, ma non ho altre possibilità.
Mi metto a correre in strada a piedi nudi e con il camice dell'ospedale, passando per una vetrina vedo il mio riflesso, ma quello non sono io, non ricordo chi sono, ma sicuramente non quello nel vetro.
Passo qualche minuto a scrutare la figura estranea nel vetro, poi, ancora più confuso, comincio a correre alla disperata ricerca di Anne, unica cosa a me familiare e che necessita il mio aiuto.
“anne, dove sei? non capisco più nulla!”
Nella foga non guardo la strada, e decine di schegge di vetro mi penetrano nel piede, martoriandomi pelle e muscoli, cado carponi nel mezzo di una strada, sento un rumore di gomme che stridono, mi giro, una cabrio nera cromata mi investe.
Mi risveglio ancora in ospedale.
“Anne! Anne! Voglio vedere la mia Anne!”
Allora una mano sconosciuta, ma dolce e calda, mi carezza il viso e mi dice:
“Signor Cal, mi sente? annuisca se mi sente.”
“Bene, mi spiace signor Cal, è da ore che la cerchiamo, ma non ci risulta esista alcuna Anne..”
“No! No! Lei mente! Stà cercando di portarla via! Bastardi! Lasciate andare la mia Anne! Lasciate la mia Anne!”
“Si calmi signor Cal, le stò per dare un po' di morfina, stia tranquillo, non è nulla.”
“Signor Cal? Signor Cal? Oddio, è morto! Signor Cal!”

Edited by killer )% - 11/4/2011, 20:31
 
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view post Posted on 19/6/2011, 11:38
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Indubbiamente è un racconto breve ma interessante. Comunichi bene le emozioni del protagonista, ma pecchi un po' in inverosimiglianza nelle descrizioni.

Come molti giovani aspiranti scrittori, anche tu cadei nel tranello delle ripezitioni, sia di concetto che di termini.

Credo che con un po' di attenzione in più, il racconto verrebbe fuori bene.
 
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lagrandefame
view post Posted on 20/6/2011, 17:38




Lo trovo gradevole ma condivido gli appunti di Michel.
CITAZIONE
interminabile corsa verso il celo

CITAZIONE
azzurro capace di fare invidia al celo

Probabilmente è un errore di deconcentrazione: si scrive cielo
CITAZIONE
Stà cercando

CITAZIONE
le stò

Non va messo l'accento in nessuno dei due casi.
 
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‡Lilith
view post Posted on 22/6/2011, 11:40




Hey Killer! Secondo me, il racconto inizia bene ma poi perde qualcosa perchè è come se ci fosse questa gran fretta di far ritornare Cal in ospedale e di liberartelo xD facendolo andare nel posto che hai descritto così bene inizialmente! Ad esempio, questo povero smemorato, si ritrova legato ad un letto e:
CITAZIONE
urlo, gemo, piango e urlo ancora in preda ad un attacco di panico,

possibile che nessuno lo sente urlare così tanto e poi riesce persino a scappare in modo del tutto semplice?
CITAZIONE
ma quello non sono io, non ricordo chi sono, ma sicuramente non quello nel vetro.

Se non ricorda chi è, come fa ad essere sicuro di non essere lui?xD

E poi, Cal muore e si rimane con la curiosità di:
1) sapere chi sia questa Anne,
2) come mai si ritrova in ospedale il tizio,
3) come mai Anne è in pericolo,
4) come mai Cal non è quello che era prima.

Cos'è successo?
Secondo me, potresti aggiungere qualche dettaglio se ti va!=) Così non si rimane con tutti questi interrogativi che fanno pensare ad un proseguimento della storia! E, visto che non si parla di altri capitoli, sembra che manchi qualcosa! Personalmente però è una storia piacevole e potrebbe diventarlo ancora di più!=)
 
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Roberto Sonaglia
view post Posted on 22/6/2011, 18:23




A me è piaciuto proprio perché è caotico, indeciso, frenetico e senza regole, tentennate fra sentimentalismo (la prima parte) e corsa senza respiro verso il nulla (la seconda). I pazzi hanno metodo, ma non regole, né grammatica. E qui dentro, giustamente, non ce ne sono.
E' come leggere in una mente ossessionata che si disgrega. E non direbbe mai chi è Anne.

Bravo Killer.
 
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killer )%
view post Posted on 30/12/2011, 23:22




Ringrazio tutti per i commenti, sia per quello molto gentile di Roberto, che per gli altri, costruttivi e su cui devo ragionare o ricordare, come la storia degli accenti, che non sono il mio forte ;P
 
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5 replies since 11/4/2011, 17:06   60 views
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