| Ero sulla strada, non andavo lento e, benchè mi trovassi alla terza ora di viaggio, nessun segno di stanchezza rigava il mio volto. Solo una lacrima. Osservavo con insistenza la strada dietro di me mentre correvo in una sorta di deserto, allora allungai una mano nel cassetto sul cruscotto, ne tirai fuori una foto raffigurante mia moglie e i miei figli, la baciai, la rimisi al suo posto, ingranai la 5 e spinsi pesantemente sull'acceleratore. Quando arrivai ad una strada sterrata, cominciai a sentire le sirene della polizia ululare in lontananza, quasi cercando di confondermi, le sentii avvicinarsi ad una velocità che la mia auto, già risentita dal uso che ne avevo fatto fino a quel momento, non poteva raggiungere. Stavo viaggiando su di una semplice utilitaria argentata, non mi pare utile specificarne marca o modello, cosa non inerente alla storia, o almeno di alcuna importanza, mentre le macchine della polizia, ben più veloci e ben più adatte allo sterrato la minacciavano come dei predatori che braccano la preda. Accelerai ulteriormente portando la macchina allo stremo delle forze e faticando a tenerla in carreggiata, tantè che mi sembrava di tenere il timone di un transatlantico in una tempesta. Pochi minuti dopo mi ritrovai difronte un cartello che imponeva alle macchine in transito di non superare i 45Km/h, e quasi mi misi a ridere constatando la mia velocità di percorrenza. Dopo pochi metri mi resi conto di non controllare quasi per nulla la macchina, allora sentii un brivido gelido corrermi lungo la schiena e farsi spazio tra le membra e raggelai nel vedere una curva che quasi andava formando un angolo retto con la strada che costeggiava un burrone. Urlai di terrore, il fragile parapetto cedette alla forza dell'auto, nei pochi secondi successivi provai a sterzare e piantai il piede nel freno; l'auto fece un testacoda, andò oltre la sporgenza, cominciò a cadere. Ora, in questa interminabile caduta, sto mentalmente scrivendo questa lettera che non spedirò mai, per informare il mondo di ciò ce non saprà mai, di ciò che ho dovuto sopportare e della vendetta che non sono stato capace di completare, sperando di avere un minimo perdono per i miei peccati e cercando di non impazzire nell' infinito oblio della caduta, del buio e di non cedere alle voci che mi dicono di impazzire e di perdermi nei meandri del nulla.
Edited by killer )% - 10/4/2011, 17:29
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