Appunti ai Naviganti - tra terra e mare, di Fabio Artigiani

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Appunti ai Naviganti
view post Posted on 15/3/2011, 17:44




"La poesia di Fabio Artigiani è penetrata in me con tutto il suo vigore, la sua intensa passione, la sua cruda realtà, nei miei pensieri e nelle mie riflessioni e lì rimarrà, ne sono certo, assieme a tutto ciò che di più bello ho letto ed ho scritto nella mia vita". Giordano Borelli - poeta


APPUNTI ai NAVIGANTI - tra terra e mare
di Fabio Artigiani
Pascal Editrice - Siena

POESIE

Astronauta
Porto solo il mio vuoto
al cospetto del suo perdono.
Alito di giudice minaccia l'istanza
paure spente e salvate di vita.
Annaspo tra la cenere e cado
martello la terra con le mie acque
e subito sul marmo mi rialzo
e subito divento nebbia, e poi sale.
Non c'è nulla, fuori dalle finestre
murate ed uno spazio stellato
di piccoli occhi mutanti.
Ora il letto mi soggiace, sopra
la presenza vigile della mia mente.


PENSIERI

Favola nascosta
Quando un principe mentirà nel bosco, l’alba spunterà sulle cime degli alberi e tu, piccola bimba fra le margherite, otterrai la tua ricompensa. Fino ad allora, resta qui a fare incantesimi con la tua lucentezza di ingenuità e premure, di balocchi e vie di fuga, di innocenze e delitti.
E che il succo delle fragole innamori i tuoi sensi, laddove si disperde il rancore e le lepri guizzano veementi in cerca di fortune.


FOTOGRAFIE

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PREFAZIONE

a cura del dott. Mario Mengheri

“Artigiani sale in cielo ad uccidere un angelo con il Nero e consente a coloro, e forse a se stesso di salire se c’è bisogno, se l’esasperazione lo travolge come spesso accade nella vita. Guarda Dentro e fa posto a neve nella stanza, che col suo nevico splendore oscura le sue scelte, la sua vita e i suoi passaggi per ascendere al vivere. E’ solo, non con solitudine, non con stanchezza e noia, ma finalmente con le sue ombre di vita che ora avverte sue, con cui dialoga e ride scivolando sui riflessi di un mare. E’ qui che incontra, come in una fiaba, non una zattera ma La zattera: una barca carica di false speranze e di richieste dettate dal bisogno di coloro che vi salgono, lontani dal desiderio e ignari di cosa lasciano e di cosa troveranno. Eppure vogliosi e speranzosi di vita e di paradisi; ignari di cosa sta accadendo nelle terre che lasciano, luoghi ormai colmi solo di malessere umano. Indignità e povertà della nostra specie cosiddetta evoluta!”

“Il dittatore esiste sempre e comunque. È l’uomo che lo vuole, è la sua povera e arrogante passività che porta un dittatore ad esserlo suo malgrado, o no!? Ma c’è l’altro Dittatore, quello vero che non dà scampo, che non guarda chi sei o cosa pensi: ha bisogno di essere il dittatore per esistere e regnare nella sua onnipotenza e identità di sabbia. Che stia lontano da noi; che ci si guardi alle spalle da lui, dalla sua meschinità e dalla sua falsa ingenuità ma, nell’apparente, vera bontà e altruismo. È un cannibale e ti vuol mangiare. È un vampiro e vuole identificarti a lui e sottometterti e svalutarti per l’eternità.”

“In questo mondo la libertà vera penso non esista. Possiamo danzare insieme, caro giovane amico, ma per conquistare la libertà non basta la volontà ad anelarla. La nolontà (è un distacco; un porsi al di fuori del gioco contingente della vita) si oppone ad essa. Non basta mai una vita intera per conoscere la psiche inconscia e per individuare un senso di libertà costantemente mutevole. Indulgere verso se stessi e gli altri con compassione amorevole ci fa sentire ed essere più vicini a questa libertà, che non può essere nostra se amiamo. Amare significa, infatti, in qualche modo, diminuire i nostri gradi di libertà: ma è un buon prezzo se l’amore è vero. Spesso amiamo costruendoci gabbie dorate e invisibili: ma sempre gabbie sono. Il nutrimento della nostra anima non può essere l’illusione, né la fuga illusoria nella sanità istituzionale o nella salute; né nell’aver trovato una libertà detta da giudici liberi: i giudici non possono essere liberi, giudicano attraverso codici personali o illusoriamente oggettivi ma nati dal voler correggere ed assolvere colpe e peccati a nome di una fantomatica, o culturalmente momentanea, giustizia.”
 
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