EvAsA86 |
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| Scrivo perché lo sento, come una sorta di missione, un impegno, una meta, uno scopo. Perché dentro me sento che è questo quello che so fare meglio e che meglio mi sta, come un vestito indossato che sta su alla perfezione, ti osservi e ti dici: "Sto bene così!" Come il panettiere che tutte le mattine si sveglia alle quattro e, nonostante la fatica, ama il suo lavoro, il profumo del pane appena sfornato e il viso soddisfatto di chi lo compra. O come un giudice che fa bene il suo lavoro, imparziale condanna e assolve esclusivamente secondo la regola che è da tutti condivisa. Scrivo perché ce n'è bisogno e ne ho bisogno, una dipendenza positiva che alimenta la riflessione. Perché quando vedo ciò che produco, anche quando mi critico o critico, vedo sempre un risultato, buono o meno. Per imparare, per il confronto, per arricchirmi e provare ad arricchire e perché le idee, in fondo, se non scritte, non hanno vero e proprio diritto di cittadinanza su questa Terra e le emozioni che le accompagnano se non condivise, sono vuote.
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