Farfalla I

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Zavid
view post Posted on 17/12/2010, 23:07




Koen si mise a proprio agio contro la parete, sorseggiando il suo cocktail con calma. Solo gli occhi che dardeggiavano per il locale tradivano la calma e la compostezza del ragazzo. Si costrinse a sorridere. Ti stai divertendo. Sei il divertimento! Si ripeté.
Quella sera indossava dei normali jeans e una camicia bianca leggermente sbottonata, nonostante avesse smesso di fare caldo già da diverse ore. I molti braccialetti tintinnavano ogni volta che sollevava il bicchiere verso la bocca. Era elegante, affascinante. E sapeva di esserlo.
Il sorriso si allargò sul volto. La mano destra si alzò a toccare il ciondolo d'argento a forma di volpe che gli pendeva dal collo. Era un gesto che faceva inconsciamente, quando era nervoso. Per un attimo si guardò la mano: era sempre nervoso prima di una partita. E lui faceva il gioco più bello di tutti. Sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori si avvicinò ad un tavolo e appoggiò il bicchiere, ignorando gli sguardi spiazzati di una giovane coppietta, poi si diresse dall'altra parte del locale, sempre sorridendo e guardandosi intorno. Si muoveva a tempo di musica e in quel modo riusciva a fluire attraverso la sala. L'aveva già notato diverse volte: se camminava la folla era come un muro che potevi abbattere con un'aria decisa, ma poco elegante per i gusti di Koen. Aveva trovato un altro modo, che considerava più divertente: si doveva conformarsi alla folla, ci si doveva muovere a zig zag, a scatti, come in una danza. Era così un po' per tutto, non solo per passare da una parte all'altra di un locale.
Senza nemmeno accorgersene si ritrovò vicino alla ragazza solitaria che aveva notato precendentemente. Era molto graziosa, e come tutte le ragazze graziose doveva sapere di esserlo. Appoggiata con la schiena al bancone, beveva lentamene dal suo bicchiere e dalla sua espressione, nonché dalle braccia quasi incrociate, Koen ebbe la netta impressione che non si stesse divertendo granché. Non era un'ottima preda per iniziare la serata. Tuttavia Koen la stava osservando da un po' e non aveva visto l'ombra di un eventuale ragazzo o un gruppo di amici: evento raro visto la bellezza della ragazza.
Sempre con quella che gi sembrò un'aria rilassata e non arrogante si mise di fianco alla ragazza, con lo sguardo rivolto verso la pista da ballo. Quello era molto importante: se avesse iniziato a parlare stando di fronte a lei avrebbe dato l'impressione di sovrastarla e lei si sarebbe spostata all'indietro, come a difendersi. Sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi, sporse la testa oltre la spalla e aprì la bocca. Non sapeva cosa avrebbe detto, né gli importava. Le cose che diceva non erano molto importanti: la sua mente era concentrata sul tono, che doveva essere saldo e sicuro, e sul linguaggio del corpo sia suo, che di lei. Non appena ebbe aperto la bocca venne colto da un'illuminazione.
Un'entrata rischiosa. Dentro di sé stava ridendo fragorosamente.
"Sai, di solito le belle ragazze vengono considerate stupide a prima vista. Più sono belle e più ci si aspetta che siano stupide." Koen si dipinse sul volto quella che sperò passasse come un'espressione neutrale.
La ragazza sembrò colta alla sprovvista, ma rispose prontamente con un tono che era un misto tra lo scandalizzato, l'imbronciato e il divertito. "Non credo sia vero."
"Oh sì invece!" Il tono usato da Koen stavolta era fintamente scandlizzato, come se non potesse credere alle proprie orecchie. Il sorriso serviva a farle capire che stava scherzando. Siamo ad una festa, siamo qui per divertirci.
Mentre pronunciava queste parole, Koen si girò a fronteggiare la ragazza, guardandola negli occhi. Con un braccio stava appoggiato comodamente al bancone, con l'altro accompagnava le parole per dare maggiore enfasi.
"Te lo posso anche dimostrare! Prendiamo proprio te come esempio: secondo la tua opinione cos'è che condiziona di più le tue scelte? Quali valori?"
La ragazza questa volta fu presa ancor di più alla sprovvista, però si girò a fronteggiare Koen, che allargò il sorriso. Se non avesse fatto questo movimento e avesse cercato di far morire il discorso sul nascere, Koen avrebbe dovuto usare un'altra strategia.
Gli occhi della ragazza saettarono a sinistra e si morse leggermente il labbro inferiore, in modo molto carino. Koen si prese un momento per osservarla meglio. Capelli castani incorniciavano un viso liscio e giovane: doveva avere quasi la sua stessa età. Non era bravo a capire l'età delle persone; era carina: questo bastava. I denti perfettamente dritti e bianchi fecero venir voglia a Koen di provare a farla sorridere per poterne ammirare tutta la bellezza. Le piacevano le ragazze quando sorridevano e lui era molto bravo a far sì che succedesse. Notò anche uno strano orecchino pendente a forma di tartaruga. Me ne ricorderò. Nel caso il discorso avesse preso una piega noiosa e nessuno dei due avesse avuto niente da dire, Koen avrebbe guadagnato tempo chiedendole dell'orecchino, molto probabilmente scherzandoci su.
"Beh, la risposta sarebbe un po' complessa." Esordì la ragazza con tono di scusa.
"Non ho nulla da fare." Rispose Koen allargando le braccia come per dimostrarlo.
"Bene, allora inizierei a dire che il rispetto per gli altri mi condiziona molto, come in questo caso: infatti non posso essere scortese come vorrei." Sul suo volto si dipinse un sorrisetto soddisfatto. "Rispetto le idee degli altri e non cerco di cambiarle, nemmeno se non le condivido affatto. M'impongo di non avere pregiudizi, anche se a volte è difficile."
Piegò la testa di lato, sorridendo. "Dopotutto, credo che si possa sintetizzare tutto nell'educazione che ho ricevuto. Forse è anch'essa una specie di pregiudizio."
"Io ne sono convinto: è come se pensassimo con la testa dei genitori dei nostri genitori." Koen sorrise. impressionato. "Una bella risposta, non c'è dubbio."
"Era una bella domanda." Rispose con un tono modesto la ragazza, sorridendo e mostrando delle graziose fossette.
"Beh, questo dimostra soltanto che anche le ragazze intelligenti possono essere...", Koen fece una pausa e usò un tono accondiscendente, "... carine."
"Carine?!" Scoppiò la ragazza con un tono falsamente scandalizzato. "Non penso tu ci veda molto bene!"
La ragazza rise e si sistemò i capelli.
"Innanzitutto una persona che indossa certi orecchini non può avere un gran senso del gusto!" Disse Koen con una risata.
"Come puoi dire una cosa del genere? E' bellissimo! Me l'ha regalato una mia amica."
"Vuol dire che sei una persona lenta?" Pessima. Si rimproverò mentalmente Koen. Nonostante ciò la ragazza rise e il Koen continuò: "Comunque sia, per farmi dire che tu sia una persona bella, come minimo devi permettermi d'invitarti a ballare!"
Sempre sorridendo la ragazza acconsentì.
"Mi chiamo Ashlyn."
"Io sono Koen." Rispose con un sorriso invitante. "Vieni."
Prendendole una mano, Koen l'attirò versò di sé e in breve scomparvero tra la folla a ritmo di danza.

Edited by Zavid - 20/12/2010, 21:06
 
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Lia.
view post Posted on 20/12/2010, 20:33




CITAZIONE
Aveva trovato un'altro modo, che considerava più divertente:

"Un" prima di un sostantivo maschile non va mai apostrofato. Probabilmente è solo una svista, dato che il resto del racconto è caratterizzato da una grammatica impeccabile.
CITAZIONE
Non era bravo a capire l'età delle persone; era carina: questo bastava.

Questa frase mi stona leggermente, forse perché non mi piacciono i due punti. Forse avrei detto qualcosa tipo "Non era bravo a capire l'età delle persone, ma lei era carina. E questo bastava." oppure "Non era bravo a capire l'età delle persone, ma era carina. E questo bastava". Ma forse si tratta di gusti personali.
Per quanto riguarda lo stile e il contenuto, non ho trovato nulla di sgradevole. Il ritmo della narrazione è scorrevole, la storia scivola da una parola all'altra con grande leggerezza ed è un buon inizio. Sembra una storia interessante, ma è troppo presto per dare un vero giudizio.
 
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1 replies since 17/12/2010, 23:07   62 views
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