| Tanti come me, nati nella seconda metà degli anni settanta in piena esplosione punk, hanno vissuto intensamente la ricchissima stagione rock dei 90. Riacciuffando i miei ricordi, quegli anni, senz'altro cupi ma suggestivi e creativi, furono fondamentali per la mia formazione musicale. Partendo da un background intriso di blues e rock anni sessanta-settanta (grazie agli lp di mio fratello maggiore) mi affacciai con slancio alla scena musicale che ha invaso la mia adolescenza e giovinezza. Erano gli anni in cui ci rinchiudevamo in un angusto locale umido e malconcio e tentavamo di suonare ciò che stavamo ascoltando, tra casse di birra a buon mercato e qualche spinello raccattato miracolosamente da qualche generoso e temerario "viaggiatore". La scena rock dei 90 è florida e variegata e ancora oggi, e spero per lungo tempo ancora, ha ben piantate radici inamovibili. Negli anni novanta il rock ha conosciuto una seconda vita, per ora immortale, che non può essere scissa dalla musica del terzo millennio. Con questo topic, vorrei intraprendere un viaggio, forse lungo, in cui, magari a cadenza settimanale, rievocare le band e gli artisti molteplici che hanno segnato in maniera indelebile la mia crescita musicale, la mia formazione di vita; le canzoni che hanno segnato la mia storia fino al 2000, anno in cui, con l'uscita di Kid A dei Radiohead, ho voluto cambiare leggermente rotta. Passeremo dalle band celebri (Smashing Pumpkins, Nirvana, i primi Radiohead) a quelle cosiddette minori (Motorpsycho, Idaho). Comincerò con una band che non è nata negli anni 90 ma che ha creato gli anni 90: i Sonic Youth, a mio avviso una delle band più originali di sempre. La rivoluzione delle loro chitarre ha pesantemente e decisamente influenzato centinaia e centinaia di gruppi che hanno invaso quegli anni. Sperimentali, aggressivi, sarcastici, sferzanti, suonavano accordature alternative come se sganciassero bombe. Il pezzo che vado a proporvi è Drunken Butterfly, inserito nell'album Dirty del 1992. In questo brano vi è la massima espressione noise ragionata delle chitarre di Thurstoon Moore e Lee Ranaldo. Il tutto accompagnato dalla graffiante voce di Kim Gordon. Buon ascolto. Alla prossima.
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