venerdì santo I, (segue)

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sonela
view post Posted on 5/12/2010, 01:29




La signora saliva le scale con passo lieve, accolta dall’elegante cappotto blu coi bottoni dorati, quasi volteggiando nell’aria – Ciao Miriam, come sta la piccolina?- il profumo dalle dolci note rosate le colpì l’olfatto, mentre i suoi occhi azzurri incontravano quelli della donna, chinata per accarezzare Elena e nascondere nello scialle la sua provvidenziale offerta –Signora, la bimba sta bene, grazie- Miriam fissò quei bottoni dorati, respirando a pieni polmoni il gradevole profumo, come a volerlo memorizzare per scacciare il puzzo della baracca dove viveva.
L’odore acre di alcool, misto a quello di umida terra battuta, l’accompagnava per tutto il giorno, perciò il profumo della signora fu per lei una pozza d’acqua in mezzo al deserto.
– Ora vai a casa, cara, per oggi può bastare ciò che ti ho appena offerto, no?- Miriam la osservò sgranando gli occhi , poi guardando nello scialle: - Signora, grazie,- rispose - grazie, la mia creatura….- incespicò nelle parole per la contentezza e lo stupore. Intanto afferrò una mano della signora e la baciò bagnandola delle sue lacrime – Bimba mia, non piangere, questo incontro fa più bene a me, di quanto non lo faccia a te, cara - Ritraendo la mano, la signora accarezzò Miriam, la quale era quanto mai stupita di suscitare l’interesse di una persona così fine – Non posso andare a casa, viene a prenderci mio fratello più tardi, quando torneremo alla baracca.
La signora aveva uno sguardo interrogativo, perché conosceva da tempo Miriam, ma stentava ancora a comprendere la mentalità di chi è cresciuto e vive in una bidonville ai margini della città - Non devo tornare a casa, perché stare qui a mendicare è il mio lavoro giornaliero, dall’alba al tramonto, senza feste, né riposi - Miriam era grata alla signora, perché qualche mese prima, vedendola con Elena in grembo appena nata, si era offerta di accoglierla in casa, almeno per i primi giorni di vita della bambina. Ivan l’aveva picchiata quella sera, quando aveva avanzato con inusuale insistenza la richiesta di essere ospitata da Gianna; dunque non se ne era più parlato e Gianna, la signora, aveva scorto l’indomani sullo zigomo di Miriam l’eloquente epilogo della coniugale discussione. Questa signora aveva poco più di quaranta anni e, pur essendo sposata da tempo, non aveva avuto figli e la situazione di Miriam le stava proprio a cuore.
- Vieni cara, entriamo in chiesa- Il marito di Gianna si avvicinò per condurla dentro , mentre Miriam continuava a inebriarsi del profumo all’essenza di rosa, che man mano si allontanava.

Edited by sonela - 7/12/2010, 14:29
 
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Giovanni Pili
view post Posted on 5/12/2010, 14:20




Anche se con qualche dialogo inserito, continua a sembrare il plot di un racconto. Molte cose che dovevano essere mostrate le hai dette, e viceversa, le cose che andavano dette le hai mostrate.

P.s
Te lo sposto nella sezione dei racconti a puntate.
 
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sonela
view post Posted on 5/12/2010, 19:08




Grazie, Giovanni. :D
 
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lagrandefame
view post Posted on 6/12/2010, 17:42




Sono curioso di leggere il secondo capitolo, magari il racconto comincia a prendere forma.
 
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sonela
view post Posted on 6/12/2010, 21:50




Ci riuscirò, prima o poi!? :B):
 
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Samanta Sonaglia
view post Posted on 6/12/2010, 22:15





Io prima di dare un primo giudizio vorrei leggere qualche altro capitolo. La storia, come già detto, mi sembra interessante, e voglio vedere come la sviluppi. Come primo racconto, non lo trovo affatto male, anzi ;) Secondo me non è 'senza forma'. Brava la nostra SuperMamma! :)
Solo una cosa. Prima e dopo i trattini, il punto non ci vuole. E quando termini una frase di dialogo e poi vai a capo, il trattino di chiusura è superfluo. :)
 
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sonela
view post Posted on 7/12/2010, 14:26




Sei incoraggiante, Samanta, grazie per i suggerimenti!!!!! ;)
 
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6 replies since 5/12/2010, 01:29   44 views
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