Contest di mezza estate, contest letterario - Contest fotografico

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Samanta Sonaglia
view post Posted on 6/9/2010, 18:27




Ti consiglio di aggiungere ai link una breve descrizione, così chi è interessato ci passa di sicuro :)
 
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AdminRemota
view post Posted on 7/9/2010, 07:56




Contest di Mezza Estate
Scadenza: 10 settembre


Caratteristiche
Titolo: Giorno d' Estate
Tipologia: Testo Descrittivo
Lunghezza: Massimo una pagina Word

Il testo deve consistere in una descrizione oggettiva (fatta attraverso una serie di dati condivisibili da tutti cioè è una descrizione impersonale) o soggettiva (l'autore esprime le sensazioni, opinioni,impressioni personali dandone una personale interpretazione). Nulla esclude che una narrazione si inserisca nel testo ma l'aspetto descrittivo deve essere quello qualificante.
Postate qui sotto il vostro racconto.


CITAZIONE
Ferragosto è passato ieri, e la bufera serale di mezz’estate ha rinfrescato l’aria, lavato le piante, dato nuovi profumi al vento.

Vale cenare fuori, sui ciottoli crocchianti dell’aia, sotto i gelso maestoso e l’altro, nato da poco, che già mostra qualche sofferenza per la prolungata siccità.
L’ultimo frinire di cicala dà spazio al primo trillo di grillo, nascosto in qualche punto della vigna abbandonata ed ormai ridotta a guastuglie, ma limpido nell’aria immobile che diresti averlo accanto.

E’ l’ora magica della sera, quando il sole rosso appena scomparso alla collina sembra voler dare una consegna per la notte al quarto di luna d’avorio che già si affretta a salire su dal mare.
Ci siamo raccontati la giornata, mia moglie ed io, e le emozioni tenui della nostra esistenza quieta di sposetti antichi e nonni premurosi. Che bello, essere nonni, e coccolare i figli nuovi, senza responsabilità gravose d’impegno e di doveri, ma solo speranzosi di un futuro bello. Di gioia per tutti loro e per ognuno.

Ci siamo scambiati l’anima ed ora, pianamente, le voci affievoliscono, e rimiriamo il cielo.

L’azzurro è misterioso, nella magia dell’ora, sospeso fra il fulgore e il velluto della notte. Netto, diresti, e sfuggente a un tempo, luminoso ancora e già indeciso. Sfondo sontuoso per i lontani cirri, leggeri, eterei e casti, squillanti di rosa acceso e fluttuanti in leggere movenze di una danza senza peso. Sembrano felici, lassù nell’universo, e certamente cantano, volando.

D’un tratto, luminosissimo, un punto dorato appare, e veloce corre dritto su invisibili binari frettolosi; l’urgenza di qualcuno, in distinto contrasto col piano fluttuare delle nubi.
Un aereo che va, rifletto subito, illuminato ancora dal sole all’orizzonte e rilucente nella sua pelle di lucido metallo.
Dentro, ci immagino persone indaffarate, urgenti alle bisogna del progresso, forse in vacanza, frettolosamente, o forse frettolosamente in corsa verso mete differenti e più angosciate.
La macchina fedele vola e non delude. Lassù, chissà se hanno il tempo di ammirare il cielo, così vicino a loro.

Poi, all’improvviso, la piccola stella luminosa si orna di una coda spumeggiante, candido bioccolo di neve, baffo d’argento, coda di cometa.

Come non ripensare a quei sapienti, capaci ancora di guardare il cielo, e leggerne i messaggi misteriosi?... Bellezza e urgenza, calma ed eleganza, pace familiare e canto di un piccolo esserino nero innamorato.

Piccole cose che ti entrano nel cuore, e ti spiegano la vita.

Se solo ti dai tempo per guardare il cielo.



Lucio Musto

CITAZIONE
Il Freddo Scrigno dei Morti

Ho passato sulle tue rive un tempo infinito. La tua acqua scorre identica nell’eterno medesimo modo, fumante e gonfia d’inverno e mesta d’estate. Disteso tra due rive ti allunghi nel sonno come nel sonno una chioma tra due cuscini. Anche oggi ho portato con me i miei pensieri inutili e siedo tra i ciottoli della riva, pietra tra pietre.
Vivo un eterno oggi immobile nel trascorrere dei giorni, al pari delle tue acque sempre identiche nel mutare della corrente. Nell’eterno presente del tempo sull’acqua siedo accanto a me stessa nei diversi momenti della mia vita. Ricordo braccia bianche e capelli di paglia, attorno ad una lunga gonna colorata e tu accanto me, intento a dimostrare il teorema della felicità possibile attraverso tutti i suoi passaggi. Credo che in qualche porzione del tempo, quei due ragazzi esistano ancora. Provo per loro infinita pena. Vorrei avere parole per regalare loro un posto nel tempo, che tu non possa cancellare come il disegno dei tuoi argini. Hai già tentato di ucciderli e ci sei riuscito, ma forse non sai che anche ai morti è concesso asilo sul greto dei fiumi.
Un anno fa ero qui come loro, anch’io morta, esiliata nel non tempo di chi non esiste più. Oggi sono qui e sono di pietra, ma amor mio e mio assassino, la pietra vive in eterno. Forse non lo sapevi, perché tu sei di carne e sangue e per vivere devi avanzare ed uccidere ma così è, benché ciò esuli dalla tua Scienza. La pietra non uccide e non può essere uccisa. La pietra deve essere ingiusta con il proprio passato per guadagnare un futuro, perchè l'incertezza degli organismi mobili non le concerne. La pietra conserva in se memorie di sabbia o di granito, immobili nel tempo in attesa che qualcuno ne raccolga la memoria.
Nello stesso modo io donna di pietra, e nonostante questo viva, non posso che attendere chi sia capace di intendere il mio molle segreto, nel desiderio di esistere ancora. Così mi hai creata per meglio scorrere, mio fiume indifferente ,ed ora io sono per te che fosti amore il freddo scrigno dei morti .

18 Agosto 2010


NinfaEco

CITAZIONE
Ad Angie proprio non piacevano gli animali, di nessun tipo, ogni qualvolta le dicevo che avrei portato a casa un bracco o un setter mi urlava cose irripetibili per poi correre in ciabatte dov’ero e dirmi, dolcemente, che di animale ne bastava uno in casa. Lo diceva in un sussurro quasi, accarezzandomi la testa. Ho sempre pensato che dietro questo suo rifiuto ci fosse un qualche trauma, magari legato alla sua infanzia, ma siamo tutti bravi a fare della psicologia da rotocalco. Non le piaceva nemmeno che andassi a caccia, non capiva quella mia passione per la morte e le armi. Quando vedeva i miei fucili se ne andava facendosi il segno della croce. All’epoca bevevamo molto. Non c’era un momento in cui tra noi, come un amante impavido, non ci fosse il gin accompagnato dal secchiello del ghiaccio e le fettine di lime. A me piaceva aggiungerci la Cocacola ma Angie mi rimproverava dicendo che mi sarei procurato un’ulcera, che dovevo berlo assoluto e lei così lo beveva. Quella sera eravamo sul patio, a bere, come sempre. Era agosto, verso la metà, faceva un caldo boia ed Angie aveva un vestito leggero e nella semioscurità dei lampioni notturni le sue gambe bianche brillavano. Ho sempre pensato che fosse troppo bella per me, c’eravamo conosciuti un estate, appena finito il college, eravamo ad una festa di qualcuno. La notai mentre era fuori la porta del bagno, imprecando e muovendosi rabbiosamente avanti e indietro. Non si può dire sia un ricordo molto romantico ma mi bastò guardarla negli occhi per ritrovare tutta la mia lucidità , nonostante l’alcol, e sentirmi smontato in pezzi, dal suo sguardo, esattamente con la stessa calma e dedizione con cui smonto il mio fucile. Ci sposammo dopo soli due mesi. Siamo di poche parole. A volte mi chiedo come saremmo se non bevessimo tanto, a volte credo che tutto il nostro rapporto sia ammantato di gin, che forse senza ci ritroveremmo nudi e spaventati. Era ancora molto bella, non potevo non guardarle le gambe. Lo notò. Sorrise. Allungai la mano destra ed inizia ad accarezzarla. Il nostro era un quartiere di case monofamiliare, molto tranquillo, nessuno ci avrebbe visto a quell’ora, tutti blindati in casa a guardare la televisione o a sbronzarsi. Angie prese la bottiglia di gin e la fracassò a terra. Avevamo bevuto appena pochi bicchieri, disse che voleva provare come sarebbe stato tra di noi senza. Rideva e mi accarezzava. La strada era silenziosa e avvolta dall’afa, una coppia si muoveva lentamente; erano abbracciati e sembravano abbastanza ubriachi, almeno dal modo di camminare. Non ci videro. Lui iniziò a baciarla, poi le diede uno schiaffo, con forza. La ragazza passò velocemente dal riso al pianto. L’uomo la buttò a terra e le strappo la maglietta, mi alzai, urlai qualcosa. Il tipo era davvero molto alto e robusta, qualcosa come un giocatore di football o giù di li. Inizio a prendermi a pugni. Reagii. Non ero più tanto giovane stavo decisamente avendo la peggio, la ragazza se ne stava terra, con le ginocchia piegate e le mani dietro la schiena che poggiavano sul selciato, come se stesse seduta su un telo da mare. Non diceva nulla. Provai a guadagnare la strada verso casa, li avrei potuto fare qualcosa, chiamare qualcuno. Il tipo iniziò a darmi calci sui fianchi, ero a terra e non sapevo cosa fare. La ragazza allora provò a dire qualcosa, a cercare di tranquillizzarlo, come se lui avesse avuto solo un piccolo e insignificante scatto di rabbia. L’uomo si girò e le colpì in petto con un calcio. Mi vedevo già sui giornali del giorno dopo, non è bello essere cronaca nera, soprattutto quando si è vittime. Sentii un boato, l’uomo rimase fermo per un po’ a guardarci, stupito. Cadde al suolo e una pozza scura iniziò a circondarlo. Angie era sul patio, imbracciava uno dei miei fucili. Quella sera, dopo aver parlato con la polizia, non dicemmo niente, dormimmo uno a fianco all’altra senza toccarci, rannicchiati in noi stessi. Il giorno dopo Angie portò a casa un piccolo gatto. Sembrava pensare solo a quello, non beveva più ne mi parlava se non per dirmi poche e banali cose della quotidianità, tipo “il pranzo e pronto”, “non bere troppo” e cose simili. Smise anche di bere. Saranno passati una ventina di anni da quel giorno e la nostra casa è un covo di gatti, li puoi vedere ovunque. Ho i loro peli persino sulle mutande. Diamine.


Azarch

CITAZIONE
"Din don!", la sua voce risuono' di sotto in quel caldo mattino d'estate. Il mio amico sovraintendente era passato per portarmi quel regalo a causa di cui gli avevo fatto un autentico "massaggio del cervello" fino al punto di stancarlo:amichevolmente s'intende. E cosi' mi aveva accontentato:una riproduzione della Gioconda,dipinto che io ho sempre adorato e venerato. Lui da buon amico aveva incaricato un suo ex allievo dei tempi di quando faceva il docente,di procedere nella riproduzione. Ed io, sapendo cosa mi avesse portato,mi precipitai per le rampe di scale di quella casetta che avevo acquistato la', proprio guarda a caso nel periodo della sua sovraintendenza al museo. Mentre lo facevo salire con il "dente del leone" tra le mani gli dissi :"Come mai sei passato proprio stamane.......". Mi replico':"Stiamo rivedendo i sistemi di allarme, oggi siamo fermi, c'e'tutto all'aria, ci sono anche altri dirigenti. Poi ieri, durante la revisione dei circuiti davanti alla Gioconda, mi ci hanno lasciato me', sono andati al bar, mi e' venuta una rabbia......avevo voglia di licenziarmi..........adesso anche il piantone per i comodi degli altri". Ma vediamo il quadro". E saliti su' di sopra ci mettemmo in soggiorno e lo scartammo. Restai senza fiato. Senza fiato. " Ma questa riproduzione e' bellissima", dissi, ed egli:"Ah, guarda, quel mio allievo li' ha sempre avuto una mano prodigiosa" .Quella magica riproduzione aveva una immediatezza ineffabile:sembrava vera. L'appendemmo in un chiodo libero e non ci furono parole di fronte a quella meraviglia."Certo che pero' quel tuo allievo ....", "Hai visto che talento?", mi disse lui. E soggiunse:"Facciamo un salto al museo adesso, dai, siamo ancora chiusi , ti faccio vedere un' po', vieni con me' ed andiamo dove vogliamo".Salimmo in auto e raggiungemmo la meta. La prima opera davanti alla quale mi porto' fu' proprio la Gioconda: allarmi disinseriti, guardie giurate che andavano e venivano con schede varie, pc portatili da tutte le parti che i tecnici seminavano un'po' qua ed un po' la'. Ed io restai ammagliato di trovarmi per la prima volta davanti a quel capolavoro che era La Gioconda di Leonardo. "Sai, pero' devo dirti una cosa : vista dal vivo, non e' poi che sia tanto un gran che. Preferisco di gran lunga la riproduzione che mi hai portato. E' piu gloriosa: l'originale, invece e' cosi', cosi'.......smorto......". "Scoppio' a ridere: " Ah si?". Mi avvicinai ed incominciai a scrutarla, da profano, ma restai stranamente deluso, si' era bella la Gioconda ma era cosi'......mah........ Mi avvicinai ancora alla cornice e guadando in basso verso l'angolo destro,scorsi come una specie di sporgenza cartacea,ma molto molto piccola. Feci un gesto temerario e alzai lentamente il quadro spostandolo appena: era una piccolissima etichetta plastificata su cui era scritto: " Ateliers d'art Reproduit avec autorisation Prix 300 euro". Restai immobile perche' mi accorsi che stavo sudando freddo ,le mani iniziavano a tremarmi ed anche i muscoli facciali mi si stavano orrendamente contraendo per l'angosciante tensione . Lui mi venne quasi davanti fissandomi con quel maledetto sorriso di ghiaccio..............

The Royal

CITAZIONE
"Gallipoli beve la sua schiuma"

Saremo i figli delle stelle, ma stanotte mia madre è già caduta ore fa sul letto, dopo le solite raccomandazioni via etere.

Il mare ha già bagnato tutta la gente che celebra su questo legno la notte di Ferragosto, guardando le stelle che San Lorenzo non ha strappato dal cielo. Tutta la gente, tutta tranne Pier che ha trovato lavoro in città, e Oliver che proprio non sopporta la sabbia.
Non rimane che bere quel che c'è da bere: c'è chi berrebbe dell'altro, ma con il posto di blocco e la luna ai tavoli di un pub, occorre accontentarsi del miele nel vino di quattro amici.
Paulo sorseggia l'amaro, in bocca, dell'ultima illusione chiamata Francesca.

Gallipoli beve la sua schiuma.

L'immondizia dorme nella pineta, consumata dai passi. I passi sono solo un rumore marginale. Basti pensare ai tacchi sulla passerella e a quelli che stanno già ansimando da qualche parte, non così lontano dal mio ruhm&cola. I passi sono fastidiosi quanto quell'umidità che saluta la notte che parte per lo Jonio, con la luce di un giorno di festa che la coglie alle spalle. Le mie sono già state baciate da qualche mano sudata, bagnata, distratta.

Gallipoli è nel parcheggio, Gallipoli dorme nella sua schiuma.

La macchina è sporca di quella terra che la mattina sveglierà sulla nostra bocca. La sabbia era già nel letto.

Alan Turing

CITAZIONE
l caldo afoso della notte. Quando il vento si spegne e tutto tace. Avvolto da una fitta oscurità. La luce del monitor rimbalzava sulle pareti bianche, creando nella stanza una atmosfera spettrale. Gli spettri non mancavano quella notte. Danzavano come le ombre che si muovevano sulle pareti bianche. E proprio uno spettro si sarebbe materializzato da lì a poco.

Unico rumore il ticchettio provocato dalle dita veloci sulla tastiera. Una tazza di caffè vuota. Un bicchiere di whisky.

Qualche immagine un pò spinta. Delle frasi ammiccanti. Il codice era sempre lo stesso. I segnali erano ormai chiari e leggibili. Le anime della notte si annusano. Si riconoscono. La tecnica era sempre la stessa. Gli sfuggì un sorriso: "Non ho ancora visto niente di veramente tuo. Vediamo se riesci ad andare oltre l'ovvietà della provocazione. Vediamo se hai davvero delle idee" - pensò. La solita tecnica, infatti, lo annoiava. Ciò che, invece, non lo annoiava mai era l'audacia. Osservare un'anima muoversi in un terreno sconosciuto. Senza appigli. Senza riferimenti. Semplicemente mossa da una scommessa. E dal coraggio.

Si era deciso ad andare a letto e stava spegnendo il monitor. Quando si aprì la finestra della mail, accompagnata dal suono di un campanello. Diede una occhiata veloce al mittente. Lo sguardo sorpreso. Era un fantasma. "Ho divorziato e ora sono a Barcellona. Ci sono tante cose che mi devi spiegare. Ho il diritto di sapere perchè. Chiamami.". Si sentì come travolto da quelle parole. Da quel coraggio e da quella richiesta: perchè? Ci sono domande che hanno già dentro la risposta. Solamente si aspetta che qualcuno la dica ad alta voce. Lentamente. Questa era una di quelle.

Internet. Una compagnia low cost. Un volo per Barcellona.


xmanx

CITAZIONE
Ci sono dei giorni in spiaggia in cui il tempo rallenta. Tu ti soffermi su un particolare,una nuvola in lontananza, delle canne nel vento, una barca sperduta nel mare blu.
Sei lo stesso di sempre, gli amici ti aspettano per giocare tra allegre risate ma c`è qualcosa di diverso nell'aria..
Qualcosa di più,qualcosa di eterno,di cui riesci appena a scorgere la grandezza immensa.
Più del mare che vedi,più del manto di stelle che di notte ivi sovrasta.
Il vento ti sussurra parole mentre fischia nelle tue orecchie. Ti viene spontaneo di sederti e sentire,come fossi in compagnia d' un caro vecchio amico.
Tutto allora per pochi istanti,assume un altro valore. Ti senti anche tu parte di quel gran dipinto e una gran pace ti avvolge.
Ti senti bene perchè hai capito,hai sentito sulla pelle quel respiro di piena vita,anche tu.
E allora più niente di quel che succede ha il peso di prima.
Il tempo s`è quasi fermato ma tu sei invecchiato di almeno 100 anni.
E ti godi quel bellissimo tramonto come se fosse l'ultimo...

Sogno_infranto

 
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AdminRemota
view post Posted on 14/9/2010, 06:46




Vincitori concorso letterario:
Alan Turing e Ninfaeco



Vincitori concorso fotografico:
il_Soldatino_di_Stagno





www.lavalledelleco.net/il-segno-e-i...estate-t712.htm


www.lavalledelleco.net/le-parole-ch...estate-t711.htm
 
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3 replies since 6/9/2010, 18:08   55 views
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