Resistenza a La Ciofeca Reale IV ed ultimo capitolo, ultimo capitolo

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lagrandefame
view post Posted on 21/8/2010, 23:16





CAPITOLO QUARTO (ULTIMO)

Gli storici del nostro tempo ci narrano che la battaglia a "LA CIOFECA REALE" fu vinta dai partigiani in quarantasette primi e tredici secondi. La semplice strategia del caporale Linguazzi risultò essere efficace nonostante lo stupore che colse il tenente Pertusi, stupore che gli causò gravi disturbi psichici, tormentando il resto della sua vita. Fu tenuto prigioniero fino al termine del conflitto dopodiché fu trasferito in una casa di cura dalle sue parti natie. Morì in preda al delirio mentre degustava varie miscele di caffè colombiano dinanzi allo sguardo smarrito e fesso della sua timida signora.
La battaglia al bar del Barbozzi costò la vita al professor Cazzimbocchio, mente genialoide della resistenza e teorico della superiorità del puro caffè al confronto della Ciofeca allora regnante. Fu ucciso da una diarrea fulminante mentre, colto da un insolito e inaspettato moto di compassione, imboccava caffè a cucchiaiate al suo acerrimo nemico Pertusi. "Dopotutto, anche una ciofeca come lei ha diritto ad avere una possibilità di cambiare vita. Assaggi e mi dica com'è il paradiso". Queste furono le ultime sentite parole proferite dal sommo professore. Poi stramazzò al suolo con grande dolore dello stesso tenente Pertusi.
Inspiegabilmente le voci riguardanti la battaglia corsero molto lentamente per le provincie del regno, e per tre lunghi mesi nessuno del regime venne a conoscenza di quella loro eclatante batosta. In questo modo il glorioso bar del Barbozzi, che continuò a chiamarsi "LA CIOFECA REALE" per non destare ovviamente sospetti, poté essere luogo strategico dei capi della resistenza fino alla fine delle ostilità.
Il Linguazzi portava ogni sera ai compagni la magica miscela della torrefazione clandestina del suo paese, seguitando peraltro ad adempiere diligentemente il suo dovere di soldato del regno. Nessuno sospettava della sua appartenenza al movimento di liberazione e fu addirittura promosso al grado di sottotenente e designato a controllare la parte vecchia del paese che comprendeva il vicolo Storto che, dopo "LA CIOFECA REALE", divenne luogo simbolo della resistenza eroica.
Dopo il glorioso atto dei partigiani al bar del Barbozzi, e soprattutto dopo lunghi decenni, il caffè tornò rapidamente a far parte della quotidianità all'interno delle dimore dei cittadini, malgrado gli asfissianti ma negligenti controlli dei militi del regno. Molti non avevano mai assaporato prima il liquido nero dall'inebriante aroma, sentendone soltanto parlare da vecchi parenti che ne esaltavano le qualità e descrivendolo come esempio di una importante ed alta cultura esistente prima dell'avvento del regno Ciofeca.
Gli insegnamenti del professor Cazzimbocchio non vennero mai dimenticati, anzi, furono addirittura messi in musica dal chitarromane di "Moka blues", il quale, nel frattempo, aveva continuato ad amoreggiare nella toilette del bar con la disegnatrice di modelli futuristi di macchinette del caffè dal petto generoso.

Giunse anche il giorno della visita del re al paese. Le testimonianze storiche ci riferiscono che il carro reale sfilò per il vicolo Storto molto lentamente trainato dalle tristi vacche magre. Il re aveva stampata in viso un'espressione divertita e raccontava scherzosi aneddoti ai suoi sudditi, pizzicando i posteriori alle servette. Quando il corteo imboccò la piazza il sottotenente Linguazzi corse forsennatamente verso "LA CIOFECA REALE", facendo frenetici segni al Barbozzi che, come tutti i giorni, mungeva la sua macchina da Ciofeca.
Il re entrò sorridente nel bar, ordinò allegramente una Ciofeca dopodiché qualcuno, presumibilmente il chitarromane sovversivo, cantò a squarciagola: "Al camposanto le ciofeche del re!" in Re maggiore. Cantò quello che fu il motto di guerra del professor Cazzimbocchio poco prima della battaglia a "LA CIOFECA REALE".
Su quello che avvenne appena dopo il grido di guerra gli storici hanno povere notizie non ufficiali. Si dice che il re scoppiò in una sonora risata causando al Barbozzi lo stesso tipo di stupore che aveva colpito il tenente Pertusi tre mesi prima. I soldati non ebbero sentore di pericolo di imboscate, così il Linguazzi poté intervenire dalla porta di servizio del bar portando tra le mani una grossa macchinetta contenente la portentosa miscela bollente che lasciò esplodere sotto il naso del re. Pare perirono entrambi nello stesso istante, crollando al suolo all'unisono dopodiché, secondo i racconti paesani, si sprigionò dal locale, molto rapidamente, un fortissimo aroma che stordì gli uomini dell'esercito del re. Poco dopo ci fu l'esplodere di migliaia di macchinette dalle case dei cittadini e la conseguente durissima battaglia che ebbe soprattutto luogo tra i tavolini de "LA CIOFECA REALE". Oltre all'eroico Linguazzi anche il parrucchiere Scappellazzi perse la vita mentre caricava di caffè la macchina truccata di Barbozzi.
La battaglia, sempre secondo i racconti paesani, durò ventisette ore, quarantacinque primi e trentadue secondi. Fu quella decisiva. Si passò al contrattacco e il regime si sbriciolò in pochi giorni senza opporre una seria resistenza.
Fu proclamata la Repubblica del Caffè Linguazzi e l'esercito invasore lasciò frettolosamente tutte le provincie che prima erano appartenute al regno Ciofeca. Fu scritta una nuova costituzione che prevedeva l'abolizione del Ciofecarismo, costituzione che venne intitolata alla memoria del professor Cazzimbocchio, basata sui più alti principi democratici, principi che poi non sarebbero stati rispettati proprio da tutti. Ma questa è già storia recente.

Finita la guerra, il bar "LA CIOFECA REALE" cambiò ovviamente nome. Venne chiamato "MOKA BLUES", all'indomani della morte del Barbozzi per cause ancora oggi misteriose, e venne dato in consegna al chitarromane della resistenza che, secondo qualcuno, pare si chiamasse Blusazzi. La disegnatrice futurista, che si chiamava Bidigazzi, divenne sua moglie.

Il bar oggi è di proprietà dei loro nipoti i quali hanno gelosamente conservato foto degli eroi delle resistenza a "LA CIOFECA REALE" nonché la grandiosa macchina truccata del Barbozzi, simbolo dell'artiglieria anti Ciofeca. Se andate da loro a gustarvi un eccellente espresso, essi vi parlano delle straordinarie gesta di tutti i partigiani che frequentavano lo storico bar come fosse una graziosa storiella da narrare a generazioni e generazioni e generazioni.
 
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Samanta Sonaglia
view post Posted on 25/8/2010, 22:28




Carino!!! L'ho letto tutto, anche le puntate precedenti, ovviamente :) Un giusto mix di dialoghi e narrazione, scritto molto molto bene, esilarante, in certi punti davvero comico :lol: Da caffeinomane, sinceramente, nemmeno io esiterei a dichiarare guerra ai produttori di caffè-ciofeca!!! :urlo: :punk: :lol:
 
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lagrandefame
view post Posted on 26/8/2010, 01:11




Sono proprio contento che ti sia piaciuto. Mi sono molto divertito a scriverla. Prima o poi il Buon Caffè annienterà la Ciofeca!
 
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2 replies since 21/8/2010, 23:16   26 views
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