Misty Lane - IV, Giocando nel Campionato di Dio

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Roberto Sonaglia
view post Posted on 6/8/2010, 17:46




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IV.
Giocando nel Campionato di Dio


Soffiando via un paio di anelli di fumo dalla bocca, continuavo a fissare la ragazzina scalza con il vestito nero a fiori bianchi, e gli occhi di ghiaccio, aspettando fosse lei a fare la prima mossa. Alla sua sinistra, di fronte alla porta che mi separava dalle mie Ali, la perturbazione vibrante nell’aria non aveva cambiato forma, né dimensioni. La bimbetta sosteneva il mio sguardo, rispondendo con un sorriso, sottile come una lama di stiletto.
Poi, con un movimento lento, quasi impercettibile, lasciò cadere a terra la palla, che rimbalzò sul pavimento di legno, e tornò fra le sue mani. Non l’averei giurato, nemmeno sotto tortura, ma mi parve di udire qualcosa simile a un lamento, quando la sfera rossa toccò terra.
La ragazzina lasciò cadere di nuovo la palla, questa volta accompagnandola con la mano, e stavolta udii distintamente un urlo, uscire dall’interno del globo di gomma, un grido di dolore. Non ebbi modo di riflettere su quel fenomeno, perché, appena la palla tornò nelle sue mani, la bambina me la lanciò addosso con forza, mirando alla faccia. Istintivamente alzai le braccia, afferrando il pallone, una perfetta presa da campionato di serie B. Subito me ne pentii.
La palla era calda, umida, nonostante la liscia superficie riflettesse in maniera fredda e asciutta. Ma fu guardandola più da vicino, che un brivido mi scivolò su per la schiena, esplodendo nelle scapole, come aghi di ghiaccio scheggiati via da una stalattite: dentro quella sfera si muovevano delle figure, ombre serpentiformi, che sembravano voler assumere le fattezze di un viso. Un viso che mi parve di conoscere.
Quell’attimo di distrazione imperdonabile mi fu fatale. La ragazzina si lanciò contro di me e, prima che riuscissi a darle quel famoso paio di calci in culo, che l’avrebbero rimandata dietro la lavagna a piagnucolare clemenza, mi spinse verso la perturbazione vibrante, che non si era mossa, né aveva cambiato forma.
Passai attraverso quella strana anomalia, e l’anima mi usci da ogni poro e orifizio, andando a spiattellarsi contro le pareti, dove i dannati si lamentavano, implorando Liberazione. Vagai per millenni in quel caos non euclideo, assurdamente buio nella luce accecante, con cose senza dimensioni che mi accarezzavano la pelle, fredde in maniera urticante, come fiamme gelate.
E infine giunsi a Te. E finalmente Ti fissai negli occhi. Tu, che battevi su quei tasti, davanti a quello schermo rettangolare, sollevando di tanto in tanto lo sguardo per controllare che il flusso dei Tuoi pensieri corrispondesse alle parole scritte, mentre prendevano forma sul foglio Word. Tu che decidevi cosa avrei messo sotto il cappotto, se avrei messo il cappotto, chi avrei incontrato, se fossi morto o rinato, alla prossima puntata. Tu che hai scelto per me mille nomi, ma in realtà ero sempre io, Tu che già sapevi perché, e come, avrei trovato la pagina rossa con quelle parole scritte sopra, che Tu avevi scritto, con la mia calligrafia. “Tu chi sei?”, e già sai che sorriderò, pensando di nuovo a quella domanda, perché hai deciso che sorriderò, pensandoci. E allo stesso modo sei Tu, ora, a mettermi questo pensiero in testa - o forse no, forse questo pensiero è mio, e mio soltanto - quest’idea incredibile, che rende meno assurda la Rivelazione: non troverò mai le mie Ali strappate, perché non le ho mai perse.
Perché IO sono le Tue Ali, Autore. Io sono Te, la parte di Te che ami, e pensi meriti il Paradiso.
Buona fortuna, Roberto, dalla Tua Creatura.
 
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Samanta Sonaglia
view post Posted on 26/8/2010, 21:57




Bisogna passare dall'inferno per apprezzare il Paradiso. La Creatività ti ha donato le Ali, che ti alzano in Cielo come il più Grande degli Arcangeli. Non maltrattarla e non trascurarla più, la Tua Creatività, Roberto, per niente e nessuno. Proprio non se lo merita.
 
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Roberto Sonaglia
view post Posted on 30/8/2010, 11:31




Credo di no, anzi, ne sono convinto. Come tutti i doni va apprezzato per Quello che è, non per ciò che può dare. Perché è l'unico modo in cui può donare, a sua volta, buoni frutti.
La Creatività è una pianta rigogliosa, ma va curata molto, perché tende ad essere fragile.
 
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2 replies since 6/8/2010, 17:46   28 views
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