G. Orwell -Senza un soldo a Parigi e Londra - 1933

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andreuan
view post Posted on 24/5/2010, 11:10




Negli ultimi mesi, mi sono infilato nel filare di G.Orwell vendemmiando succosi frutti di narrativa orwelliana.L'ultimo grappolo finito, nella mia cesta mentale, è il primo romanzo dell'avventuroso inglese: Senza un soldo a Parigi e Londra del 1933.Ho cercato di ordinarlo ma, pare sia fuori catalogo.Sono andato presso la biblioteca civica e ne ho trovato una edizione.Diviso in corti capitoli, descrive le esperienze dello scrittore durante la permanenza nelle due capitali europee.Pur risentendo di una certa ingenuita filosofica ma anche pratica, Orwell, offre una veritiera e spietata descrizione della vita dei ceti metropolitani più infimi.Lo scrittore vive con i suoi compari di miseria, descrivendoli e soffermandosi sui loro caratteri somatici e abitudini morali, di vita. Insieme a loro patisce per giorni la fame, in cerca di un lavoro, trascorrendo il tempo bighellonando per la citta.Impegna per fame, i pochi oggetti posseduti, fuma tabacco ricavato dai mozziconi di sigarette raccolti sulla strada e, la notte, si stende in penosi dormitori affollatissimi in cui, è difficile dormire.Trova lavoro come lavapiatti presso un grande albergo di Parigi.E qui che maggiormente Orwell inizia ad occuparsi dello stridore sociale fra le classi.I mestieranti dell’hotel presi dal loro faticosissimo lavoro, espletato spesso in ambienti claustrofobici e sporchi, contrapposti ai clienti, in vacanza, serviti, riveriti nelle ampie, pulite sale da pranzo.In tanti punti del romanzo, emergono discriminazioni classiste nelle gerarchie lavorative e non.Fra barboni, mendicanti che chiedono semplicemente l’elemosina e chi, disegna in terra, per i passanti, figure di madonne e ritratti, in cambio di un obolo ed anche nel rigido ordinamento dell’hotel.Orwell si pone in fondo alla scala, come lavapiatti(plongeur) al servizio del direttore, del capo del personale, del maitre d’hotel, dei cuochi, dei camerieri.Gli ultimi capitoli sono dedicati alla permanenza a Londra citta in cui, a detta dell’autore, a causa di leggi più severe, è più difficile fare il barbone.A differenza di Parigi, dove si può dormire quasi ovunque, a Londra, non è consentito addormentarsi sul suolo pubblico ne, chiedere esplicitamente elemosina.Un capitolo a parte, è dedicato alla recensione dei migliori dormitori per barboni.Un altra costante che ho notato, oltre allo humor tipicamente inglese, ricorrere anche in Giorni in Birmania del 1934 e, Omaggio alla Catalogna del 1938, è l’uso di termini nella lingua originale del paese in cui si trova Orwell.Per finire il romanzo, fù rifiutato da due editori.Addussero che, :”A nessuno può interessare leggere della poverta e di poveri”
 
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