Vendetta, pubblico il primo pezzo di questa storia, spero vi piaccia :)

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Fedetrack
view post Posted on 22/2/2013, 12:37




Era il momento; le dieci e quarantotto, come programmato. Steve attendeva appoggiato al muro, con aria volutamente noncurante. Si guardava in giro sorseggiando un caffè lungo, aspettando che loro passassero.
Ogni giorno, puntuali come un orologio, quei cinque uscivano dall'aula una decina di minuti prima della pausa, per non trovare fila alle macchinette del caffè. Quel giorno non andò diversamente; come previsto, arrivarono puntuali, ma ben presto Steve capì che quel giorno erano solo in quattro.
Davanti, tenute a braccetto, c'erano Hanna ed Olivia, nei loro costosissimi abiti firmati; poco indietro li seguivano Shane e Carl, con lo sguardo sprezzante di chi sa di avere tutto. Aveva osservato a lungo i loro comportamenti stereotipati; ci era voluto un mese prima di potersi ritenere sufficientemente informato, e perchè no, personalmente pronto ad affrontarli.
Non poteva dimenticare che quei tizi, così per bene all'apparenza, erano coloro che avevano ucciso suo cugino.
Si sporse in avanti, proprio mentre Olivia passava di fronte a lui. Fece cadere il caffè e centrò il vestito,come previsto.
<<mi dispiace>> esclamò, fissando negli occhi la ragazza. Erano di un azzurro stupendo, che toglieva il fiato. Aveva scelto Olivia per un motivo; era la più gentile di loro, ed era la prima su cui avrebbe fatto breccia.
<<non preoccuparti>> esclamò lei con un sorriso forzato, mentre scrutava apprensivamente il suo vestito, come per valutare i danni.
<<invece lo faccio>> rispose lui senza esitazione, sfoderando il suo miglior sorriso <<fatti offrire qualcosa da bere, questa sera; dovrei assolutamente farmi perdonare>>
Lei sorrise ancora, questa volta in modo più convinto. L'aveva scelta perchè era la più impulsiva tra loro, quella che più probabilmente avrebbe accettato un suo invito, anche senza conoscerlo.
Attese mentre lei lo guardava interessata, sfoderando la sua noncuranza come fosse un amo e lei la preda. Olivia era una a cui piacevano le sfide, e gliene avrebbe data una senza precedenti.
<<non so nemmeno chi sei>> rispose lei, con uno sguardo interrogativo ma anche evidentemente divertito.
<<sono Steve, e purtroppo devo dire che è stato un piacere averti sporcato il vestito, o non ti avrei mai conosciuta>>
Lei sorrise, colpita dalla sua spudoratezza.
<<io non ti ho ancora detto il mio nome, però>> rispose senza batter ciglio <<e non sono sicura di volerlo fare, in genere non concedo appuntamenti agli sconosciuti>>
<<meno male che io non lo sono più, allora! E poi sei Olivia, e chi può dire di non conoscere Olivia Stadler, in questa facoltà?>>
<<ora devo andare>> esclamò lei, guardando gli altri tre amici che la aspettavano <<ma ecco il mio numero>>
Dicendo questo prese un foglietto bianco e lo usò per scriverci il suo numero.
Era fatta. La prima parte del piano era andata liscia come l'olio; ma il difficile doveva ancora arrivare, Steve lo sapeva bene.
<<ti chiamerò>> esclamò lui , cercando di assumere il tono più tranquillo possibile.
<<a questo punto ci conto>> rispose lei <<vediamo se sei pazzo quanto sembri, Steve>>
<<non puoi neanche immaginare quanto>> rispose lui, prima di voltarsi di spalle.
Uscì dalla porta, con il sorriso che ancora bruciava sul suo viso.


Trascorse il pomeriggio a pianificare la sua prossima mossa. Era arrivato il momento di Carl; sarebbe stato difficile agganciarlo, con il suo carattere irritabile e da bullo, ma era riuscito ad escogitare il modo giusto per farlo. Qualcuno lo avrebbe probabilmente definito da psicopatici, ma non era un tipo da etichette. Avrebbe avuto la vendetta che voleva, a tutti i costi.


Osservava i grattacieli in lontananza dalla penombra della sua auto, scintille di luce nel blu elettrico della notte. Aspettava ormai da venti minuti, e temeva che ormai non sarebbe più venuto. Ripassò il piano, studiato sin nelle minime parole, sapendo bene che una singola sillaba, se detta in modo non abbastanza convincente,avrebbe potuto far saltare tutto.
Poi, due fari illuminarono la strada: era finalmente arrivato.
Scese dall'auto in fretta, e assunse un modo di fare frettoloso, che comunicava impazienza e insicurezza. Quando Carl scese dall'auto, si nascose nella penombra, aspettando che fosse lui a venire.
<<chi sei?>> urlò l'altro, facendosi avanti <<ho ricevuto il tuo messaggio...>>
Si interruppe nell'istante in cui riconobbe Steve. Quest'ultimo lesse nel suo sguardo incredulità e imbarazzo; si fece avanti anche lui, e andò a stringergli la mano.
<<sono Steve>> esclamò con tono gioviale, in forte contrasto con la situazione <<ho ricevuto un sms oggi, diceva di venire qui e di portare 2000 dollari, o tutti avrebbero saputo....bè, non sto certo a dirlo a te, il mio segreto>>
Lui rimase interdetto un attimo, poi allungò la mano. Se l'era bevuta, pensò Steve.
<<io sono Carl>> rispose l'altro, guardandosi in giro <<ho ricevuto anche io un messaggio, era firmato " Le Chavalier" , ma a me non ha chiesto soldi>>
<<cosa altro può volere, scusa?>>
Carl lo fissò a lungo, poi scosse la testa <<non mi va di parlarne, ma ciò che vuole è in questa valigetta. Ha detto di mollarla in quel capanno e andare via>>
<<si, forse dovremmo andare... Spero perlomeno che questa storia si chiuda qui>>
<<non dirlo a me...Quello che c'è in questa valigetta può mettermi nei guai, e seriamente, anche>>
Steve sorrise, ed estrasse le chiavi dell'auto dalla tasca.
<<ci prendiamo una birra?>> chiese Steve, prima di risalire in auto.
<<non so cosa tu abbia sentito in giro, ma non sono gay>> rispose Carl, con voce piena di scherno.
<<nemmeno io, idiota! Quando mi sono trasferito in questa città sapevo che sarebbe stato più difficile fare amicizia, qui, ma non credevo fino a questo punto! Volevo solo bere qualche birra e fare quattro chiacchiere, ma se vedi in questo qualcosa di gay, puoi sempre scappare terrorizzato, non preoccuparti>>
Carl lo fissò per un istante, poi scoppiò a ridere. <<sei forte, amico>> esclamò a gran voce <<adoro le invettive, anche quelle deliranti come la tua>>
Stavolta a ridere fu Steve.
<<e va bene, andiamo a prenderci questa birra>> esclamò infine Carl, con tono concessivo.

Dieci minuti dopo, erano in un bar, con un boccale da litro in mano.
<<non è tanto male, questa città>> esclamò Carl, indicando una rossa da urlo seduta al bancone poco distante da loro. Il locale era tranquillo, ma con gli sgabelli di legno e le atmosfere irlandesi aveva un certo stile.
<<non hai tutti i torti>> esclamò Steve, senza staccare gli occhi dalla ragazza.
<<sai, ho sentito alcune voci in facoltà>> esclamò poi, fissandolo negli occhi, ma sempre con un sorriso a metà tra il beffardo e il divertito.
Carl si mise immediatamente sulla difensiva, scrutandolo con noncuranza da dietro il boccale. Quando riprese a parlare però, il suo tono pareva tranquillo.
<<non so di cosa parli>> replicò secco, senza fissarlo negli occhi.
<<mi hanno detto che stai con la ragazza più bella del corso, Stella!>>
Il suo volto sembrò distendersi, e poi giunse un sorriso.
<<si, esatto. E' stato difficile conquistarla, ma se l'hai vista, concorderai che ne vale la pena>>
Steve rise, senza dare una risposta.Si girò invece verso il cameriere, e ordinò due bicchieri di scotch.
<<vuoi proprio ubriacarti stasera, eh?>> esclamò scherzoso Carl, mettendogli una mano sulla spalla. Un paio di secondi dopo, la ritrasse bruscamente, e seppellì la sua giovialità dietro un'espressione seria.
<<non perdo la testa per così poco, tranquillo>> esclamò in risposta Steve.


Un paio d'ore e quattro bicchieri di scotch dopo, erano entrambi pressochè ubriachi. Carl gli aveva parlato di un sacco di cose, ma niente di compromettente era uscito dalla sua bocca. Sapeva già il suo segreto, ma farglielo ammettere avrebbe voluto dire conquistarsi la sua fiducia.
D'un tratto, Carl ricevette un sms. Mentre lo leggeva, Steve notò che il suo corpo cominciava a dare segnali d'imbarazzo; non la smetteva di toccarsi i capelli, e tamburellava con la mano sul tavolo senza sosta.
<<chi ti scrive a quest'ora?>> esclamò a gran voce Steve, con un sorriso che sperò sembrasse ingenuo quanto bastava.
<<eh, sapessi>> rispose Carl sogghignando <<non tutto è come appare, mio caro Steve>>
<<basta un pò d'alcol e sono già il tuo caro Steve?>>
<<può darsi. Bè, dopotutto non sei per niente male, fai ridere, lo sai?>>
Steve scoppiò a ridere. Gli era difficile articolare frasi complesse, ma con sua grande felicità notò che lo era ancora di più per il suo compagno di bevute.
<<offro l'ultimo giro>> esclamò poi <<cameriere, due Bloody Mary>>
<<mi vuoi proprio morto, eh?>> sogghignò Carl, mettendosi le mani nei capelli.
<<altrimenti come faccio a passare da "niente male" a "tuo migliore amico?">> chiese Steve, cercando di restare serio.
<<bè, offrimi un altro cocktail e sarai sulla buona strada>>

Appena una mezz'ora dopo, avevano perso del tutto il controllo. Steve aveva le mani tra i capelli, mentre Carl era andato in bagno, probabilmente a vomitare.
Ad un certo punto, un ragazzo dall'aspetto equivoco entrò dalla porta del locale, e si diresse dritto in bagno, senza fermarsi, nemmeno per un istante.
Steve sapeva chi era.
Attese circa un minuto, poi si alzò e si diresse verso il bagno.
Rimase fermo ad ascoltare appena fuori dalla porta, scegliendo il momento propizio per fare irruzione.
Quando ritenne che il tempo fosse maturo, entrò. Trovò Carl ed il tizio avvinghiati l'uno all'altro; era fatta, aveva le prove che gli servivano. Fece una foto rapidamente, poi avanzò di qualche passo e si schiarì la voce.
<<carl!>> esclamò con il tono più sorpreso che aveva.
Quest'ultimo si staccò così violentemente dall'altro tizio che ricadde indietro; avrebbe urtato con la testa contro il lavandino, ma all'ultimo secondo riuscì ad aggrapparsi al suo amante, evitando la brutta caduta.
<<steve>> I suoi occhi erano sgranati, ed era in preda ad una paura folle. Nessuno sapeva il suo segreto, o almeno così era prima di quel momento.
Si rialzò a fatica, mantenendo a stento l'equilibrio, mentre Steve rimaneva a fissarlo, senza mutare la sua espressione stupita.
Il tizio uscì dalla stanza in silenzio; forse anche lui aveva qualcosa da nascondere, sebbene il suo aspetto urlasse letteralmente al mondo che le ragazze non erano al centro dei suoi interessi.
Rimesso in piedi, Carl osservava Steve con le guance rosse, in silenzio. Dopo quello che sembrò un tempo infinito, decise di parlare.
<<se lo dici a qualcuno sei morto>> esclamò con rabbia, poi scappò fuori dalla porta.
Non appena fu rimasto solo, Steve sorrise tra sè e sè. La prima parte del suo piano stava completandosi, e non aveva richiesto neppure troppo impegno.
Corse fuori, sperando che Carl fosse ancora lì. Lo trovò vicino alla sua auto, che cercava invano le chiavi.
<<niente di più arduo che trovare delle chiavi quando si è ubriachi!>> esclamò Steve, un passo dietro di lui.
Carl si girò violentemente, con le guance sempre rosse e quell'aria colpevole sul volto che non accennava a voler sparire.
<<che cosa vuoi da me?Vuoi rovinarmi? Dillo a tutti, avanti! Non fa differenza!>>
<<ne fa eccome, e lo sai>>
<<vuoi dei soldi?Dimmi la cifra, e cercherò di procurarmeli, ma per favore, non dirlo a nessuno>>
Steve rimase impassibile, ma gli stava dispiacendo profondamente per quel ragazzo.Non era con lui che se la sarebbe presa alla fine, ma era uno strumento indispensabile per la riuscita di ciò che si era prefisso. Notò che era sul punto di piangere, quindi gli mise una mano sulla spalla e poi sorrise.
<<non ho intenzione di dire niente a nessuno>> lo rassicurò Steve <<perchè dovrei farlo? Sembri un bravo ragazzo, e stasera mi sono divertito, quindi chi se ne frega se sei gay o no?>>
<<non dire quella parola>> rispose lui a denti stretti, ma poi la sua espressione si addolcì <<ma grazie, ti devo un favore>>
<<non mi devi nulla>>
<<si, invece. Sono stato molto prevenuto con te, quando invece a quanto pare vuoi solo fare amicizia. O sbaglio?>>
<<dici il giusto>>
<<però parli in modo assurdo, lasciatelo dire>> esclamò l'altro abbozzando un sorriso. <<chi parla come te, ai giorni nostri?>>
<<solo io, ed è questo che mi rende unico>>
Il sorriso di Carl si estese, diventando più rilassato.
<<ora vado a casa, ma se vuoi ti lascio il mio numero, nel caso volessi bissare la serata. Escludendo la parte finale, ovviamente>>
<<ci sto>> rispose Steve.
Si scambiarono i numeri, e dopodichè si salutarono.
Ora era il turno di Olivia.


La giornata successiva trascorse tranquilla; Steve andò in giro a raccogliere informazioni; aveva bisogno di sapere tutto sulle dinamiche di quel gruppo, per poterlo distruggere.
Ciò di cui venne a conoscenza andò a completare il quadro già sufficientemente preciso che possedeva. Stella era il "boss" del gruppo. Molta gente sembrava aver paura di lei, o almeno la rispettava; aveva sentito molte storie in giro su di lei, e tutte denotavano che non doveva avere tutte le rotelle a posto. Olivia e Hanna le andavano dietro come marionette, per motivi che ancora Steve non riusciva a comprendere pienamente.
Per quanto riguarda Shane, era il ragazzo di Stella da quasi un anno, ma Steve sospettava che la tradisse. Doveva ottenere le prove, e sospettava che Carl potesse essergli molto utile in questo.
Ma la sua vera arma segreta era un'altra. Nella valigetta che Carl era stato costretto a consegnargli, c'era il segreto più grande di tutti. Ora doveva solo crearsi l'occasione giusta per usarlo.
Alle otto in punto, era pronto per andare a prendere Olivia.
Prese l'auto e si diresse sotto casa di lei. Quando la ragazza scese le scale del suo palazzo, Steve rimase attonito; sentiva il cervello come intasato da sabbia rovente, mentre tutto il suo corpo languiva nell'eccitazione. Si impose di rimanere freddo, ma aveva l'impressione che sarebbe stato molto, molto difficile riuscirci.
Scese dall'auto e rimase immobile, con un sorriso, a guardarla.
Indossava un vestito nero scollato, perfetto per evidenziare le sue forme sinuose. L'espressione sul suo volto era semplice, e gli sembrò di non aver mai visto qualcosa di così genuino.
<<buonasera>> le disse aprendole lo sportello.
<<buonasera. Dove andiamo?>>
<<e' una sorpresa>> rispose lui, mentre entravano in auto <<la mia missione stasera è stupirti>>
Olivia sorrise dolcemente, e in quel momento Steve pensò che avrebbe anche potuto innamorarsi di quella ragazza, in un altra situazione e senza la rabbia che provava a funzionare come scudo.
<<spero ci riuscirai, ma non sarà impresa facile>>
<<dici così perchè ancora non mi conosci>>


Il locale che Steve aveva scelto era un bar fuori città, il più bello che aveva avuto l'occasione di vedere nei suoi pochi giorni in quella nuova città. Si chiamava Stardust, come il film che sapeva piacere tanto ad Olivia.
Quando scesero dall'auto e lei vide l'insegna, le si illuminarono gli occhi.
<<e' il nome del mio film preferito!>> esclamò lei <<come lo sapevi?>>
Lui sorrise.
<<ho fatto le mie ricerche...Su Facebook!>>
Lei scoppiò a ridere.
<<già, dovevo immaginarlo. Allora entriamo, forza. Hai già cominciato bene, mi hai impressionata>>
<<e ancora non hai visto niente>>


Dentro era pieno di coppiette, e l'atmosfera era piuttosto romantica. Presero posto ad un tavolo rotondo, già apparecchiato per due. Erano vicino alla finestra, e la visuale che si scorgeva era da mozzare il fiato.
<<allora, Steve>> cominciò Olivia <<a quanto pare tu sai tutto di me, e io non so nulla di te>>
<<cosa vuoi sapere?>>
<<tutto ciò che è rilevante. Non mi annoiare con dettagli inutili, però>>
Lui rimase interdetto. Poi lei si sciolse in un sorriso, che lo contagiò rapidamente.
<<stavo scherzando. Ho il sospetto che quasi tutto ciò che ti riguarda possa essere interessante>>
Lui rimase colpito. Non sapeva come, ma lei stava riuscendo ad affascinarlo. Non sapeva se era il suo corpo mozzafiato a fare questo effetto o la straordinaria sicurezza che dimostrava. Ma non gli piaceva essere così vulnerabile, rischiava di compromettere il piano.
<<spero di non deluderti allora. Sono uno scrittore, o almeno un aspirante scrittore. Mi hanno pubblicato un paio di racconti brevi su una rivista locale, ma finora niente di più.>>
<<io adoro leggere!>> rispose lei <<mi piacerebbe dare un'occhiata ad uno di quei racconti, se ti va>>
Lui rimase a bocca aperta. Di tutti gli amici che aveva nella precedente città, nessuno aveva mai mostrato interesse per ciò che scriveva, tutti lo etichettavano solo come un hobby, niente di serio.
Ma lei no, il suo interesse sembrava autentico.
Sorrise, questa volta in modo tremendamente sincero.
<<certo che si>>

La serata continuò piacevolmente. Parlarono di tutto e di più, e appena un paio d'ore dopo, erano entrambi brilli. Steve aveva ordinato due bottiglie di vino, ed entrambi erano ora sciolti, ed era evidente che Olivia si stava divertendo molto.
<<parlami un pò dei tuoi amici>> esclamò poi Steve ad un certo punto, cercando di far sembrare la sua frase molto casuale.
<<non c'è molto da dire>> rispose lei <<ci siamo conosciuti un paio d'anni fa, e da allora siamo tutti molto uniti. Ci siamo stati sempre gli uni per gli altri, in qualsiasi situazione>>
<<sembrano persone interessanti, soprattutto Stella>>
Lo sguardo di lei sembrò rabbuiarsi, ma un attimo dopo splendeva di nuovo.
<<diciamo che il suo è il carattere più particolare. Si crede il nostro leader, e devo ammettere di aver pensato che fosse vero, almeno in alcune situazioni>>
Steve esultò nella sua mente. Stava riuscendo a farla aprire, ma aveva bisogno di più informazioni.
In quell'istante, la porta del locale si spalancò.
Steve non credeva ai suoi occhi: era Stella.
La ragazza si avvicinò a passo veloce, con uno sguardo spavaldo ben impresso sul suo viso straordinariamente bello.
Era vestita in modo casual, ma aveva lo stesso uno stile inconfondibile. Tutto del suo aspetto sembrava riflettere la sua personalità, e Steve capì finalmente come mai era stato così facile per suo cugino innamorarsi di lei.
<<stella!>> esclamò Olivia, senza alzarsi dal suo posto, mentre l'amica si dirigeva verso di lei, con incedere inarrestabile.
<<ciao, Olivia>> rispose lei, senza nemmeno guardare Steve <<cosa ci fai qui?>>
<<ho un appuntamento, ma qualcosa mi dice che tu questo lo sapevi già>>
Stella sorrise, e a Steve sembrò di non aver mai visto un sorriso così magnetico, e al contempo così falso e privo di emozione.
<<me l'ha detto Carl. Ma devo ammettere che c'è una cosa che non so, o che non riesco a capire, per essere più precisi>>
Olivia rimase interdetta, ma Stella continuò senza bisogno di una risposta.
<<come fai ad uscire con un tale sfigato?>>
Le parole risuonarono come uno schiaffo per Steve, ed ebbe un attimo di confusione. Non pensava che sarebbe giunta a tanto, non davanti a lui, ma non aveva raccolto informazioni così a lungo per rimanere zitto di fronte a lei. Sapeva come attaccarla, e non aveva paura.
 
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MISTER NOBODY
view post Posted on 8/7/2013, 10:57




La storia c'è ed è raccontata abbastanza bene.
Se un umilissimo Mister Nobody come me può farti un appunto, ti consiglio di curare molto di più le descrizioni per far sì che il lettore possa mmedesimarsi ancora di più in una storia che, ok: è interssante, ma non ti fa appassionare troppo ai personaggi da arrivare a provare per loro dell'attaccamento o dei veri sentimenti.
Insomma: più dettagli visivi e maggiore enfasi sulla psicologia dei personaggi possono far compiere un salto di qualità di gran lunga più deciso all'opera.




P.S. Controllo se c'è la seconda parte e, se non c'è, che aspetti a postarla? ;)
 
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