falug |
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| Voglio tagliarmi la lingua e spezzarmi le dita. Cancellare le parole dette e scritte che non dicono più niente che non sia già stato detto e scritto per secoli, senza alcun costrutto. Voglio svuotare le librerie e bruciare i documenti, cancellare le storie di ognuno e la Storia di tutti.
Voglio che l'asteroide colpisca nel centro geometrico del pianeta e che il cielo resti oscuro e impenetrabile per quaranta giorni e quaranta notti. Voglio che sulla Terra, tornata informe e deserta, ricoperta dalle tenebre, non vi sia il minimo ricordo né la minima traccia del mondo d'oggi. Voglio che il pianeta torni puro e vergine, come un neonato addormentato e che al primo raggio di luce che trapassi l'oscurità si oda un chiaro vagito ed in ciò che resta degli oceani un protozoo superstite, colpito dal fascio luminoso, inizi a dividersi e rinasca così la vita. Voglio che la nuova vita si evolva in soluzioni diverse da quella a cui siamo arrivati oggi e che fra cinque miliardi di anni il nuovo io, i nuovi noi, abbiano qualche gene in meno dell'aggressività e qualche gene in più della compassione. Voglio che la loro lingua e le loro mani dicano e scrivano della bellezza dell'universo e della grazia degli esseri viventi. Voglio che leggi non si chiamino leggi, ma siano dette armonie e siano scritte in versi leggeri. Voglio...
Poi è suonata la sveglia...
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