Il primo capitolo.

« Older   Newer »
  Share  
Augusto Gorgiago
view post Posted on 22/11/2012, 17:21




Questo è il primo capito del libro che sto scrivendo. Non lo scrivo perché credo che valga la pena leggerlo, ma solo perché mi diverte farlo. Non ho basi e non ho una conoscenza tale da potermi definire un appassionato lettore. Ma finché ci si diverte...
Il primo capitolo è l'introduzione alla storia, alla mia storia, ed è una breve lettera.
Spero che mi darete qualche parere e molte critiche.

:

Capitolo 1 - Lettera che ho faticato a non bruciare.

"Caro amico, finalmente trovo il coraggio di risponderti. Meglio tardi che mai? Forse non è questo il caso, purtroppo. Ma arriviamo al punto, che dici? No. Io, Augusto Gorgiago , mi rifiuto di scrivere ancora. Ho già scritto tanto, troppo, oltre l'umano necessario. Ma mica per niente, sai; ho sempre scritto anche per le altre persone, perché mi capissero, perché avevo qualcosa da dir loro e volevo comunicarglielo. Il punto è: perché? Ecco, ora dovresti dirmelo tu, il perché! Quindi, ripeto: no. Mi rifiuto categoricamente di scrivere ancora. Non si può spremere olio dai nòccioli! Te lo posso dare io un perché, di tutto questo, se proprio insisti; è semplice. A nessuno importa! Ecco, l'ho scritto. A nessuno importa quello che ho da esprimere. "E allora perché scrivevi?", infatti! Non lo farò più! Non racconterò di come l'ho capito perché so già che a nessuno importa. Finché ti fanno delle domande, è un conto. Uno poi scrive, rispondendo, per cortesia. Non sia mai che si dica in giro che il Maestro Gorgiago è stato una persona scortese. Forse è da qui che nasce tutto, ma non lo sapranno mai! Non ti sto dando colpe, sia chiaro. Quando rispondi ad una domanda, cerchi sempre di farlo in modo convincencente, in modo da non esser costretto a subirne un'altra, o sbaglio? Amico mio, dimmi tu se sbaglio. Scrivo a te perché so che sei l'unico di cui mi possa ancora fidare. Come ti ho già confidato quell'ultima sera, prima di partire, non sono il tipo che riesce a scrivere sotto pressione. Qui, è vero, non c'è nessuno che mi mette pressione (a parte lei); sono tutti molto gentili e disponibili (non quanto lei) e mi lasciano in pace, nonostante tutto. Non so come avrei fatto senza tua figlia accanto a me. So che vorrebbe che io ti salutassi e che ti dicessi che sta bene e tutto il resto, ma sai com'è fatta. Anche lei vuole che scriva ancora, ma le passerà! Piuttosto, tu, amico mio: dove hai trovato il coraggio di spedirmi quell'ultima lettera? Io proprio non lo capisco. Ti ho già spiegato le mie ragioni, ti ho già confidato che a nessuno importa più di quello che ho da scrivere! Non è più come un tempo, quando gli amici, e gli amici degli amici, fremevano all'idea ch'io prendessi in mano la matita. E, te lo scrivo col cuore in mano, credo di non aver nemmeno più qualcosa di talmente importante, dentro, che valga la pena di essere espresso. Senza contare, altra cosa che ti avevo già detto e ripetuto, che credo di non esserne più capace! Sarà per la mia crescente voglia di vivere, sarà per i nomi (miei eroi) ai quali sono stato paragonato, non lo so. Quello che so, è che non capisco come tu possa chiedermi una cosa del genere. Proprio tu! Tu che mi hai spinto ad iniziare e che sei stato l'unico ad aver sentito tutto ciò che ho scritto. L'unico a cui ho voluto confidare la mia intenzione di smettere! Proprio non riesco a farmene una ragione. E, per questo, ripeto: non ho intenzione di continuare a scrivere, basta! Che poi, che mi resta da scrivere, ormai? Tu lo sai, non mi sono mai voluto dare dei limiti, ho sempre sperimentato in ogni dove. Va bene, è vero che ci sono 3-4 categorie che non ho mai preso in considerazione a prescindere, andando contro anche i tuoi consigli, ma non si può fare tutto, per diana! E poi, lo sai, trovo tanto bello essere libero, improvvisare quando e cosa mi va al momento. Sentirmi libero di sprofondare tra le mie note e farmi guidare da una cornacchia che si riposa sul ramo di un albero accanto alla mia finestra, o da tua figlia che mi chiede se la accompagno a fare spese. No, ancora non l'ho superata la questione delle spese, abbi pazienza. Se mai dovessi tornare a scrivere, sarebbe solo perché mi sono stufato dell'unicità di ogni mia esternazione. Dopotutto, sappiamo bene entrambi, che più di un mezzo per volta, non posso usare, purtoppo! Certo, se avessi la voglia di rimettermi, come un tempo, a scrivere a strati, beh.. Sarebbe una sfida non da poco! Come quel gran progetto di cui ti parlai anni fa in quella piccola e sudicia teeria, lì sul corso. Quel progetto tanto arduo quanto incomprensibile ai più! Chissà che fine avrà fatto quel povero pianoforte! Lui sì che ne potrebbe raccontare di stronzate! Mica come me. Io non sono capace a scrivere stronzate. Ogni cosa deve stare al suo posto. Ogni riga deve essere perfetta e non ammetto nessun tipo di dubbio. Ricorderai quante giornate a testa in giù ho passato! E quante volte hai provato a farmi tornare, anche riuscendoci! Lei era ancora lassù. Che strano periodo quello, vero?. Ancora non mi rendo conto di come abbiamo fatto a stare così tanto tempo senza di lei. Beh, immagino che te lo starai chiedendo pure tu, ora che te l'ho portata via. Sai che mi dispiace e che non c'era altra via d'uscita, spero che un giorno mi perdonerai per questo. Ma in ogni caso, non puoi continuare a chiedermi di riprendere a scrivere, no davvero! Lo hai detto tu a tua figlia di mettermi sotto pressione? A volte mi sembra di percepire il tuo zampino dietro le sue parole. Solo che non sono velate come le tue, proprio no! Lei mi dice semplicemente: "scrivi!" Tanto sa che la amo e che non potrei mai essere sgarbato. Non si dica mai che Augusto è stato sgarbato con le donne! Con lei, poi, proprio non si potrebbe! E intanto insiste. Insiste. Ci prova. Non si arrende, e ci riprova. E insiste. Proprio non capisce, questa santa donna. Non sono mica cose che fai lì per lì, tanto per fare! E il tempo? Dove lo mettiamo il tempo? Non sono mica un muratore che una volta saputo dove deve costruire il muro, con mattoni e calcina a disposizione, si mette lì e lo tira su! Facile, sarebbe. Potrebbero farlo quasi tutti! E a quel punto che senso avrebbe farlo? Per questo motivo, dico: no. Non scriverò ancora. Quel che è stato, è stato. Poi nelle mie condizioni, sappiamo benissimo entrambi che non mi sarebbe possibile raggiungere la qualità di un tempo. Si invecchia, amico mio, lo sai bene! Tu, che ci guardi da lassù, chi se non tu, lo può sapere! Dire che ci manchi è poco. Ma non voglio cadere sul deprimente, con me stesso specialmente! Che poi, magari, finisce che scrivo, e te la dò pure vinta! Caro vecchio amico mio.... Ci guardiamo dall'alto, come sempre, e ridiamo di noi. Questo è il nostro folle destino! Proprio così, questo è quanto. Non ti dar premura di rispondere alla presente, non c'è davvero nessun bisogno. E capisco che non sarebbe nemmeno tanto facile, per te. Il mio delirio è già abbastanza appagato così. Anzi! Le darò un bacio da parte tua (di quelli paterni, sulla fronte, s'intende) e stammi bene, vecchio mio! A presto.

A.G.
"
 
Top
0 replies since 22/11/2012, 17:21   18 views
  Share