Pulp Peyote

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Danny Boy Rizzo
view post Posted on 27/5/2012, 15:21




D. stava seduto da mezz'ora su un buco di cesso tra i più squallidi e sporchi della storia. La sera prima era riuscito a trovare del peyote da un amico che glielo aveva dato gratis e ovviamente aveva aspettato il pomeriggio dopo per assumerlo nella casa del suo gruppo sotto forma di frullato. Era una melmaglia verde e nauseabonda con all'interno residui solidi che rimanevano sulla gola dando una fastidiosissima sensazione.
"Mescalina, mescalina, mescalina... Ma quando cazzo sale?" pensava, avvolto nel grigiume del bagno incrostato di sporco. Impugnava una birra disgustosa che era ciò che era sopravvissuto alla goliardìa dei suoi amici (e sua) assetati di alcol la sera prima: era di pessima qualità e gli creò un grosso fastidio allo stomaco che gli fece risalire la vodka , perciò decise di prendere un po' d'aria nel giardinetto della casa. Attraversò dunque la camera al di fuori del cesso pestando un miscuglio di carte, bottiglie e polvere di camino imboccando la devastata porta in plexiglass che conduceva al cortile. Più che un giardino vero e proprio era una piccola palude urbana con un pessimo sistema di fognatura coronata da un albero di pino malaticcio che sembrava gridare aiuto verso il cielo, un misto di lilla e grigio. Si sedette sulle scale che portavano allo stipo della baracca e attese.
"Mò vedi che non sale un cazzo. Mi hanno preso per il culo, morti loro!" ma mentre pensava ciò, l'albero comincio a fluttuare in maniera longitudinale anomala: si gonfiava e si sgonfiava e, dopo poco tempo, fu accompagnato anche dai decadenti muri che lo circondavano.
A D. incominciò a passare il mal di stomaco ma sentiva come se le scale fossero estremamente scomode e aveva la sensazione che sarebbe rimasto lì per sempre, né riusciva ad alzarsi tanto la sua mente si era annebbiata all'improvviso: gli mancava il respiro. Dei triangoli di luce partirono dal cielo lilla e lo avvolsero circondandolo e creandogli un senso di nausea dovuto alla loro vorticosità ; così abbassò la testa fissando le scale che invece erano immobili ma avevano un che di sinistro che le faceva sembrare vive, che le faceva pulsare nella loro vividità spingendo D. ad alzarsi e ad andarsene via da quel posto.
Andò nella stanza del camino semibuia in grande agitazione poiché i muri gli si avvicinavano quasi per stringerlo e dal camino all'angolo usciva una strana luce che rompeva quel buio in maniera tetra illuminando il pavimento che il ragazzo fissò notando strani movimenti: vide degli insetti che camminavano nevroticamente su un solido bianco quasi giallognolo con delle piccole spaccature, si trattava di ossa!
D. si precipitò fuori guardando solo davanti a sé stesso per rifuggire quelle visioni assillanti che gli scorrevano velocemente accanto, pestando il pavimento che aveva la consistenza della melma inciampandoci spesso a causa di una forza che lo tirava indietro sino a quando giunse alla porta di ingresso, aperta la quale si catapultò per la strada. Tutto era confuso: il cielo sembrava essere quello dell'urlo di Munch ed i viandanti erano spettri dal volto contorto simile a cera sciolta.
Tutto era unito da un alone di orrore e ansia e la terra pulsava sotto i piedi "come se l'inferno stesse per risalire" pensò D. incominciando a immaginare un fuoco che avvolgeva tutto, che in poco tempo prese consistenza reale ricoprendo ogni cosa e lo stesso giovane che prima di essere inghiottito vide di fronte a sé la materializzazione di tutte le sue ansie che parteciparono alla deflagrazione.


Edited by Danny Boy Rizzo - 27/5/2012, 19:05
 
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Giuseppe Novellino
view post Posted on 16/3/2014, 18:41




Greve ed efficace nelle descrizioni. Ha le caratteristiche del frammento.
 
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1 replies since 27/5/2012, 15:21   73 views
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