Il declino degli scrittori (e del pubblico), Dimenticati i capolavori degli anni 60 e 70, la letteratura italiana oggi è fatta di trame banali e stile mediocre

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Alessio Carapacchio
view post Posted on 9/3/2012, 14:46




Grazie cientje, un articolo molto interessante e che mi trova assolutamente schierato coi classici, i quali (i numeri, purtroppo, parlano chiaro) sono costretti a "raggiungere Tolstoj" nel dimenticatoio... :(
 
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Roberto Sonaglia
view post Posted on 9/3/2012, 18:33




Noi è da qualche tempo che lo affermiamo, qui al forum e sul mag. Stesse motivazioni (anzi, qualcuna in più), stesse conclusioni. Però, beh, certo, ora che l'ha detto Citati sul Corriere diventa una cosa seria ;)
 
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vegliambulo
view post Posted on 10/3/2012, 02:37




Letto. Penso che l'articolo sia alquanto iperbolico e retorico in molte sue considerazioni. Riguardo i classici, invece, credo sia volutamente pessimista. Insomma, che senso ha sottolineare il fatto che siano i libri commerciali quelli più venduti? Ma dai? Così è ora tanto quanto fu negli anni '60 e '70. Senza contare la percentuale d'analfabetismo allora ancora molto alta nel nostro paese. Quanti comprarono Zavattini, per esempio? Il maestro Manzi faceva lezione in televisione e Citati vuole dirmi che allora le menti erano più allenate?
In particolare, la locuzione "credo che sia molto meglio non leggere affatto, piuttosto che leggere Dan Brown, Giorgio Faletti e Paulo Coelho" l'ho trovata di un'ipocrisia e di una banalità sconcertanti; se da Coelho e Faletti non imparo molto, di certo senza leggere del tutto concludo ancor meno. Chissà, magari scorrendo la bibliografia in fondo a un libro di Dan Brown potrei trovare un titolo che m'incuriosisce e approfondire... e ciò indipendentemente dall'argomento, ché ognun si sceglie i suoi. Insomma, trovo che nulla sia da buttar via completamente se può fornirti un input. "Gli italiani non hanno mai letto Dickens e Balzac": ma di chi parla Citati? Dovrebbe innanzitutto sapere che la generalizzazione è sempre un argomento fallace - e, aggiungo, superficiale. Preferisco di gran lunga, a riguardo, le tesi di Calvino nel suo "Perché leggere i classici".
 
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ciste di seta
view post Posted on 10/3/2012, 11:15




mah, queste semplificazioni secondo me trovano un po' il tempo che trovano
pure i film sono fatti di capolavori e di incassi al botteghino per lavori che valgono molto meno

io direi che purtroppo manca la cultura della buona lettura, il problema deriva dall'infanzia e dalla scuola che non è capace di dare i giusti stimoli

tutto il resto sono solo parole parole e parole

se uno di questo forum scrivesse un racconto divertente e vendesse milioni di copie sarei contento per lui, fine.
 
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Giovanni Melappioni
view post Posted on 10/3/2012, 12:02




Ho lavorato in un negozio di dischi... se non ci fossero state le Spice Girls, i Take That, Las Ketchup e i tormentoni estivi non avrei potuto mai vendere Karajan al ragazzino di tredici anni curioso, o l'edizione limitata in box dei Maiden. Servono Faletti e co. altro che meglio non leggere. Stiamo scherzando? Io ho cominciato a leggere con Topolino, non con Tolstoj
 
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7 replies since 9/3/2012, 11:36   82 views
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