Tolstoj non è un forno elettrico... ma gli autori esordienti?

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Roberto Sonaglia
view post Posted on 28/11/2011, 18:49




Da buon rompiscatole che sono, voglio aprire una discussione che riflette alcune considerazioni fatte di recente.
Che ci siano più scrittori che lettori in Italia è risaputo, e infatti chi frequenta un po' i forum, facebook etc. si sarà ritrovato sommerso dalle proposte di aspiranti scrittori. La considerazione è questa: di scrittori ce ne sono tanti, ma discussioni su temi letterari e/o culturali, al contrario, pochissime. Cioè che scrive, principalmente, utilizza gli strumenti del web per promuoversi, cosa legittimissima, dato che ci si deve pur far conoscere in qualche modo, se non si è Baricco. Però a questa sovraesposizione mercantile non corrisponde un reale interesse a confrontarsi sui temi che dovrebbero starci a cuore.
Insomma, si parla tanto di consumismo e mondo spottizzato, ma mi sembra che anche chi certe dinamiche le aborre, almeno in quanto a dichiarazioni d'intenti, poi però le utilizza massicciamenmte e, anzi, a quello è rivolto il 90% degli sforzi.
Che ne pensate?
 
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Vlad72
view post Posted on 28/11/2011, 21:59




Purtroppo è così, anche se fossimo in una specie di comunismo startrekkiano ci tocca veicolare un sacco di sforzi per far notare la nostra esistenza. Ma è giusto il proposito di darsi a discussioni di ampio respiro. Dopotutto chi ha un passatempo culturale diventa un mattoncino della cultura del proprio tempo.
Personalmente, a volte arrivo a casa sfinito dalle tappe forzate del lavoro, riesco a fare il 40-50% dell'attività che mi prefissavo per la promozione, e poi mi rimangono sì e no le energie per scrivere un commento banale e un 'mi piace' da qualche parte. Ma il proposito rimane, eh.
 
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view post Posted on 29/11/2011, 02:32
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Sì Robi, è verissimo. E, come dici tu, è anche legittimo. D'altronde è l'unico mezzo economico per farsi conoscere.

Però, accanto a questo, ci dovrebbe essere maggior interazione. Se non c'è, io credo dipenda dai gusti degli utenti. Cioè, io e te siamo "fanatici" degli States, ma magari a 180 dei 278 membri non frega niente. Dei 98 "potenzialmente" interessati, magari una metà non apre facebook che la sera tardi o il giorno dopo, col topic che slitta di 100 posizioni a causa delle pubblicazioni degli amici.
Poi mettici che uno lavora, un altro ha i suoi affari da sbrigare, ed ecco che l'interazione scende ai minimi termini.

Questo è solo un tentativo di capire il perché di questa "latitanza". Non di giustificarla o condannarla.

Per quanto mi riguarda, quando vedo qualcosa che m'interessa, io commento. Il punto è che i miei orizzonti sono limitati, nel senso che conosco molto di pochi argomenti. Gli argomenti sono tanti e non accade di consueto che le due cose coincidano.

Non so gli altri, ma a me succede così. :rolleyes:
 
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Vlad72
view post Posted on 29/11/2011, 08:03




Comunque di recente ho letto La morte di Ivan Ilic', proprio di Tolstoj. È un buon esempio di linea temporale Z-AY: parte dall'epilogo e spiega a mo' di antefatto tutto quello che è successo prima. Che Ivan muore, tanto, già te lo dice il titolo.
 
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lagrandefame
view post Posted on 29/11/2011, 12:34




Considerazione che appoggio in pieno, Roberto. E' quello che noto anch'io, ahimé. Il web viene visto come un mezzo attraverso il quale tutti possono pubblicare di tutto, per mettersi in mostra, tranne la faccia (e questo è importantissimo). Quando qualcuno posta un racconto, ad esempio, probabilmente si aspetta commenti solo per il fatto di sentirsi cacato in qualche modo, evitando a priori confronti che ne possono derivare. Per quanto riguarda invece discussioni letterarie/culturali, poi, non ne parliamo proprio. Tutti siamo scrittori ma a quanto pare a nessuno gliene frega niente di dire la propria su un libro appena letto. E questa credo sia una mancanza piuttosto grave. Considero, e ho sempre considerato, questo forum come un "luogo" di confronto, oltre che un'occasione per far conoscere i miei scritti, che però, e ne devo essere consapevole, devono interessare gli utenti fino a un certo punto. In quello che posto (sto facendo degli esempi, eh?) cerco di inserire degli spunti che possano stimolare una discussione, come per esempio far intendere i miei gusti letterari, che non vanno percepiti come "io sono questo" bensì come "io scrivo così anche grazie a queste letture. Cosa ne pensate?". Devo essere sincero, qualche tempo fa ho provato, in questa sezione, a parlare di alcuni libri ma ho spesso trovato indifferenza. Ora che hai gettato il sasso (stuzzicante) mi riprometto di rifare una cosa del genere. Magari anche nella sezione degli aforismi, un tempo luogo di "battaglie" di confronti, ora tristemente latitante. Non so, forse toccherebbe a noi mod cercare di aprire confronti...ma che fatica che si fa quando non si trovano riscontri. Magari si può provare a stimolare chi vuole solo pubblicizzarsi a confrontarsi su temi culturali. Vuoi promuovere il tuo libro appena uscito nella sezione apposita? Benvenuto, però parlaci dei contenuti del tuo libro e, da lì, cominciamo una discussione letteraria/culturale che si scosti dalla mera promozione al tuo testo appena pubblicato.
Certo, è difficile a farsi, considerando che la maggior parte degli utenti, divorata dal consumismo da coniglio (nel senso che scopa in fretta e furia), se ne frega altamente di mettersi a parlare anche di un libro di Tolstoj. Anche un forum di scrittura creativa viene ormai visto come una semplice vetrina di vendita, un negozio che tutti possono raggiungere. Di chi è la colpa?
 
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Roberto Sonaglia
view post Posted on 29/11/2011, 12:46




Intanto sgombro il campo da eventuali ambiguità circa il punto che volevo solevare con questo topic: non è motivato da latitanze, mancanze di commenti qui al forum o altro, insomma un "piagnersi addosso", per quanto vedo il forum va benissimo, nel suo piccolo, il mag pure. Semplicemente è frutto delle osservazioni che porto avanti da qualche anno, visitando qua e là siti web, forum, facebook. Una costatazione, se volete.
Sono d'accordo con Vlad e Anto sul discorso "poco tempo libero", anch'io combatto ogni giorno con l'orologio, gli impegni di lavoro e la stanchezza, e non so come faccia a fare tutto il resto,. forum e mag compresi, ovvio. Il punto che volevo solevvare penso l'abbia centrato Luca: ci sono tanti autori, per la maggior parte giovani, che di tempo a disposizione ne hanno, o perlomeno sembrano averne, visto che sono perennemente connessi su internet, ma sfruttano i mezzi della "informazione globale" soltanto per autopromuoversi, difficilmente interagendo o, come sottolineato dal titolo di questo post e da quanto ha ribadito Luca, anche per parlare di un libro che hanno letto. La mia paura è che, come dicono anche diversi 'addetti ai lavori' (editori, etc.), si scriva ma non si legga poi così tanto e, soprattutto, la cultura non sia più un serbatoio di idee da scambiare, ma soltanto un altro mezzo con cui, in questa società sempre più individualista, ci si possa mettere in luce.
Un Grande Fratello senza tette e culi ma con svolazzi fantasy e sangue noir, insomma. Guarda caso i generi più frequentati, e anche questo è significativo: è difficile descrivere un mondo che non si conosce, o lo si guarda solo dalla finestra, più facile inventarne di nuovi. Che dite?
 
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lagrandefame
view post Posted on 29/11/2011, 13:05




Scusa Roberto, ho l'abitudine di dire la mia prendendo come spunto le mie esperienze, ciò che vedo e ciò che vivo. Questo forum non ha niente di cui piangersi addosso, sono d'accordo, è un luogo di grande confronto, eppure, chissà perché, mi hai dato da pensare. Nel senso che noi avremmo la "responsabilità" di continuare a mettere le condizioni per cui ci sia sempre il confronto. Quindi ho fatto quegli esempi. Ma, come dici giustamente tu, il punto non è proprio questo.
E' la nostra cultura odierna, dalla televisione si è passati al web, ma solo per uno scopo, che è poi il motto dell'era berlusconiana: anch'io posso essere qualcuno, e tutti possono cercare di arricchirsi, con qualunque mezzo, anche infestando il mondo della cultura, anzi, soprattutto quello.
 
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Roberto Sonaglia
view post Posted on 29/11/2011, 13:29




E infatti la penso come te, proprio in nome di quella responsabilità che, mi sembra, mettiamo sempre in ogni cosa che facciamo, appunto, dal mag, al creare concorsi non per farci i soldi ma dare spazio ad autori emergenti, nel parlare quanto più possibile di questioni come questa, invitando chiunque a dire la propria, senza restrizioni e con la massima libertà. Quindi direi che il nostro bagaglio di responsabilità ce lo teniamo ben stretto anche perché senza quello si finisce col diventare predicatori nel deserto, una forma di narcisismo, anzi, snobismo culturale pure quella.
E hai centrato un altro mio pensiero, quando parli degli strascichi dell'era berlusconiana, che chissà quanto ci porteremo dietro. Il paradosso, che poi non è un paradosso, ma solo confusione, credo, è che proprio chi parla di "cultura liberata" da internet o qualunque altra cosa, è proprio chi, alla fine, cade nel meccanismo che lo fa diventare un prodotto, né più né meno del forno elettrico. Era Gramsci che diceva bisognava conoscere 1000 parole in più del padrone, per poter prendere in mano le sorti della propria vita? Penso valga anche per la cultura ma, finché resta in mano a chi vuole solo arricchirsi, e dall'altra parte c'è un inconscio, inconsapevole se vogliamo, accettare le regole del gioco, non la vedo molto bene. Può finire con una cultura autoreferenziale, fredda, che non dice più nulla del mondo che ci circonda, ma ci tiene incollati per 3000 pagine alle gesta di Ykhoygrk, Kamuthyney, Llormandrillon o come cazzo si chiamano i personaggi di tutte quelle saghe fantasy.
 
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view post Posted on 29/11/2011, 13:35
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Secondo me diciamo la stessa cosa. Robi e Luca parlano di come dovrebbe essere l'interazione. Ma perché DOVREBBE? Perché così non E'. E com'è? Come ho detto sopra, con la gente presa da altre attività che gli interessano di più. E' giusto? No, perché sono il fatto che esista uno show come il Grande Fratello è sintomo che qualcosa non va. Che poi abbia successo, dice tutto...

Questo è in generale, ma quello che poi succede nella realtà è il riflesso di un declino culturale generale che non scopro certo io.

Io ammetto di non essere un grande lettore. Però impiego il mio tempo a vedere film (Film con la F maiuscola, naturalmente).
Il libro citato da Vlad72 non l'ho letto, ma di Tolstoj conosco Anna Karenina e Guerra e Pace.

Mi riprometto di aprire un topic in proposito poiché a me piace dissertare su libri che mi hanno segnato, non fosse altro per rinverdire la memoria. Però, come io non ho letto la morte di Ivan Ilic, magari gli altri non hanno letto quelli che conosco io. E così diventa difficile avere un confronto.

Però l'idea m'attizza. ;)
 
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Roberto Sonaglia
view post Posted on 29/11/2011, 13:44




Si, nello specifico è così Anto, è chiaro che se io non ho letto il libro che hai letto tu è difficile parlarne. Ma poi c'è il discorso più ampio, quello di 'concetto', ed è quello che più che altro mi preme, cioè il confronto può avvenire su basi generali. Mi spiego meglio: perché non si parla, fra scrittori o comunque gente interessata alla scrittura, del ruolo che ha la cultura nella società, che ruolo può avere nel futuro, del perché siamo tutti lì a scrivere libri, che cosa perseguiamo e così via? Perché c'è grande partecipazione solo - e qui faccio un esempio dal forum, ma è solo un esempio di una realtà che conosco - quando ci sono concorsi e simili, cose cioè che possono dare visibilità personale? Se la risposta è data dai fatti, e i fatti sono "utilizzo la cultura per farmi conoscere, utilizzo i mezzi dell'informazione globale per autopromuovermi", quella risposta sul ruolo della cultura, e il futuro della cultura, almeno per come la vedo io, è abbastanza chiara.
 
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view post Posted on 29/11/2011, 14:00
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Sì, davvero interessante quello che dici: prendere spunto da un libro per dibattere sull'idea in generale.
Quindi, quando apro il topic su quei libri, farò attenzione a proporre il tema dell'opera più che le vicende dei fari personaggi.

D'altronde, manco a farlo apposta, cito Guerra e Pace alla fine dell'articolo sulla Pietà.
 
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Roberto Sonaglia
view post Posted on 29/11/2011, 18:50




Non era esattamente un analisi rivolta al modo in cui parlare di un libro, piuttosto intendevo che le mie riflessioni non puntavano soltanto al discutere nello specifico di un'opera, quanto al sottolineare come vedo una sorta di 'disinteresse' riguardo le questioni culturali, da parte proprio di chi in teoria dovrebbe portare avanti la cultura, cioè gli scrittori, che invece badano solo all'autopromozione, fra l'altro in maniera poco astuta in quanto univoca ("perché dovrei leggere il tuo libro se a te non interessa il mio?" è la naturale reazione a questo atteggiamento).
Però, si, può anche essere un modo per parlare di un libro, o un'opera d'arte in generale: partire dal tema che quell'opera tratta per andare a discutere un tema generale.
 
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lagrandefame
view post Posted on 30/11/2011, 00:08




E' una discussione estremamente interessante che spero con tutto il cuore (e l'intelletto) coinvolga altri visitatori, che siano scrittori o meno.

Personalmente credo che oltre al narcisismo, all'autocompiacimento e al solo desiderio di autopromuoversi e così via, gli scrittori di oggi, e non soltanto quelli esordienti, siano lobotomizzati dalle "tecniche di mercato", ovviamente sedicenti, fatte trapelare da molti siti pseudo-letterari, riviste pseudo-letterarie, agenzie pseudo-letterarie e case pseudo-editrici. Ci promettono ambigua visibilità, o addirittura fama. E' facile cascarci. Ed è facile che uno scrittore inizialmente serio e con un'etica diventi ad un tratto un triste commerciante di se stesso. E questo perché da decenni c'inculcano la mentalità dell'apparire senza essere, del benessere senza impegnarsi, del progredire senza dover avere idee. Con molto rammarico noto che pochi scrittori s'inoltrano in discussioni culturali di ampio respiro: i più si atrofizzano nel parlare di sé. Sovente non lanciano spunti di riflessione (e mi ci metto in mezzo anch'io), perché dopotutto un'opera d'arte dovrebbe essere una creatura che nasce da un background culturale, da un contesto sociale, politico; criticità storica, umanistica, antropologica. Perfino Bukowski forniva notevoli spunti sociali e culturali, nonostante i media e le case editrici ce lo illustrino come uno che si è fatto i soldi scrivendo cazzate provocatorie, bevendo, scopando e fottendosene di tutto. Una prospettiva che alletta miliardi di esseri umani.

E ancora: quanti scrittori, ad esempio, parlano del proprio retaggio culturale? E quanti spiegano la ragione per cui scrivono? E quanti sono disposti ad approfondire temi apparentemente lanciati nei propri testi? Pochissimi, poiché ciò che interessa è la posizione in classifica di prestigio in un premio letterario, essere invitati a convegni che poi si trasformano in televendite, essere intervistati da qualsiasi ente televisiva e radiofonica...parlando del proprio prodotto come fosse un IPad o un Blackberry. Tempo fa mi è arrivata una mail di un sito che pubblica e-book. M'invitava a scaricare un testo di un autore, di cui non si faceva alcun cenno ai contenuti dell'opera e agli spunti di riflessione mentre invece era allegata una lista di premi, secondi posti, terzi posti, collaborazioni "prestigiose" avute dall'autore ecc. Mi è venuta la nausea.

A mio modestissimo avviso si potrebbe anche chiedere ai lettori che cosa si aspettano dagli scrittori.

Infine (perdonate il pippone) secondo me può esserci confronto anche, ad esempio, se io non ho letto un libro che invece Roberto o Antonio hanno letto. Se mi parlate di quel libro, degli spunti riflessivi che fornisce, dei temi ad ampio respiro, magari farei in modo di procurarmelo. E state sicuri che tornerei da voi, una volta letto il testo, a parlarvi del mio punto di vista.
 
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Roberto Sonaglia
view post Posted on 30/11/2011, 12:56




CITAZIONE (lagrandefame @ 30/11/2011, 00:08) 
E ancora: quanti scrittori, ad esempio, parlano del proprio retaggio culturale? E quanti spiegano la ragione per cui scrivono? E quanti sono disposti ad approfondire temi apparentemente lanciati nei propri testi? Pochissimi, poiché ciò che interessa è la posizione in classifica di prestigio in un premio letterario, essere invitati a convegni che poi si trasformano in televendite, essere intervistati da qualsiasi ente televisiva e radiofonica...parlando del proprio prodotto come fosse un IPad o un Blackberry. Tempo fa mi è arrivata una mail di un sito che pubblica e-book. M'invitava a scaricare un testo di un autore, di cui non si faceva alcun cenno ai contenuti dell'opera e agli spunti di riflessione mentre invece era allegata una lista di premi, secondi posti, terzi posti, collaborazioni "prestigiose" avute dall'autore ecc. Mi è venuta la nausea.

Sacrosantissimo! Mi hai fatto venire in mente le discussioni che facevo ai tempi in cui suonavo, con altre persone che praticavano la musica: era tutto un parlare delle proprie influenze, che musica ci aveva ispirato, quali artisti tenevamo come 'fari conduttori nella notte', etc. Con la scrittura è successo raramente, come dici tu. E anche in senso più generale, se vai a vedere 'ste famigerate autopromozioni (e non frequentando facebook, Luca, ti salvi un sacco di nausea, credimi) è tutto un "ho vinto questo premio", "sono arrivato terzo a quest'altro", "il mio libro lo trovate anche su questo bookstore", "mi ha scritto la prefazione costui (che manco conosco ma lo ha pagato l'editore per sputare là tre righe annoiate su un libro che manco ha letto)", etc. Nessuno che dica "scrivo perché* Bukowski, o il marchese De Sade che sia, mi ha cambiato la vita". Forse nella musica c'è maggiore purezza, non lo so, o forse è che una band che fa cagare la sgami subnito, dopo tre note, non ci sono 'premi' che tengano, mentre è più difficile discernere la qualità di uno scrittore. O forse, semplicemente, quelle dinamiche di cui parli hanno ormai preso il sopravvento, e se ne inventano sempre di nuove. Discutendo in pvt con Anto è venuto fuori il nome di un editore che pubblica chiunque, automaticamente, senza contributi, basta che l'aspirante Hemingway scarichi il modello di contratto e lo compili. Non so se questo editore è un pazzo suicida che in tre mesi andrà fallito, oppure il figlio miliardario e illuminato di qualche grande manager che ha soldi da buttare, oppure è una mossa pubblicitaria per farsi conoscere, o si tratta un furbone che chissà dove sta andando a parare. Ma pensa quanti polli cascheranno nella trappola, aumentando ancora di più il divario fa quantità e qualità, e sommergendo il mercato di roba a dir poco inutile.

Sul discorso che sentire qualcuno parlare di un libro che non ho letto sia interessante sono d'accordo con te. Quanti libri, e quanti dischi fantastici che non conoscevo ho scoperto in questo modo!!!
 
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view post Posted on 30/11/2011, 13:45
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CITAZIONE (Roberto Sonaglia @ 30/11/2011, 12:56) 
Discutendo in pvt con Anto è venuto fuori il nome di un editore che pubblica chiunque, automaticamente, senza contributi, basta che l'aspirante Hemingway scarichi il modello di contratto e lo compili. Non so se questo editore è un pazzo suicida che in tre mesi andrà fallito, oppure il figlio miliardario e illuminato di qualche grande manager che ha soldi da buttare, oppure è una mossa pubblicitaria per farsi conoscere, o si tratta un furbone che chissà dove sta andando a parare. Ma pensa quanti polli cascheranno nella trappola, aumentando ancora di più il divario fa quantità e qualità, e sommergendo il mercato di roba a dir poco inutile.

Un mio amico ha pubblicato con questo che gli ha messo un prezzo di copertiina a 25 euro. Mi ha fatto leggere un paio di capitoli e si vedeva che era scritto da un fantasioso ma non preparatissimo diciassettenne...

L'editore l'ha pubblicato così com'è, quindi gli sarà venuto 3 o 4 euro con la stampa digitale.

Certo che se il mio amico gli trovasse dei clienti (amici e parenti...) sarebbe un bel guadagno. E anche se decidesse di comprarli con lo sconto...

Oh, Robi! Ecco perché chi-sappiamo-noi voleva mettere quel prezzo assurdo! Così il "povero" autore lo avrebbe acquistato con lo sconto, facendogli fare il suo sporco guadagno! Ecco il perché di sti prezzi così alti!

Ho avuto l'illuminazione in diretta! E' proprio vero che a confrontarci sulle tematiche (invece di pensare ad autopromuoversi...) apre la mente!
 
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