Due chiacchere con..., Elisabetta Ossimoro

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Terry78
icon12  view post Posted on 6/7/2011, 08:23






1) Ciao Elisabetta e benvenuta nel Forum. Ti va di presentarti?


Ciao Terry e ciao forum, grazie del benvenuto caloroso. Sono Elisabetta Ossimoro, ho 24 anni, vivo e Torino e adoro dormire! Tra una dormita e l’altra ho trovato il tempo di laurearmi in Lettere (sono un’apprendista filologa romanza) e di scrivere articoli di cinema, letteratura e teatro su riviste culturali e forum. Sono una bibliofila accanita, amo le lingue vive e morte, i manoscritti medievali, gli ebook e il trucco.



2) “Nix” edito dalla Sangel Edizioni è il tuo romanzo d’esordio. Com’è nata l’idea di scriverlo? E perché hai scelto questo titolo per la tua storia?


Nix è il mio romanzo di esordio, pur non essendo il mio primo romanzo. Il primo, di ispirazione fantasy - scritto a 17 anni - è ad oggi inedito. Nix è stato scritto tra il 2006 e il 2007, quando avevo da poco concluso la Maturità. L’impulso scatenante che ha fatto nascere in me il desiderio di scrivere una storia sull’ultimo anno di liceo è scaturito da alcune poco edificanti letture (“quelle dei lucchetti a Ponte Milvio” e compagnia), nelle quali gli adolescenti sono rappresentati in un modo che francamente disapprovo. Quanto al titolo, Nix è la contrazione massima del nome del protagonista - che non vi svelo! -, ma è anche una particella negativizzante, che richiama il nicht tedesco: suggerisce l’idea del nichilismo, uno dei temi centrali del romanzo.



3) Nix è un ragazzo speciale di diciannove anni. Ha due amici, Ermanno e Ottilia, e una fidanzata. Ma Nix ha degli incubi ricorrenti. Quali sono questi incubi? E credi che i sogni possano essere premonitori?


Nix ogni notte sogna di essere alla guida di un veicolo, di varia entità - dalle utilitarie agli autotreni! - e di schiantarsi da qualche parte. Il sogno è l’espressione della sua paura di guidare, che è per certi versi lo specchio della sua - più grande - paura di vivere. Personalmente non credo nei sogni premonitori, anche se mi capita spesso di avere dei deja-vu. In compenso credo che la componente onirica sia un ottimo stratagemma letterario per fornire dati sugli aspetti più suggestivi e più nascosti della natura umana.



4) Compongono tutta la figura del protagonista, di Nix, tutta una serie di qualità che lo fanno sembrare fuori dal comune. Quali sono queste qualità? E come hai costruito il tuo personaggio principale così fuori dagli schemi? Ti sei ispirata a qualcuno in particolare?


Ho scelto come protagonista un personaggio controverso, che tuttavia non è quel controverso romantico, ribelle ed eroico che va tanto di moda nei libri indirizzati agli adolescenti. In Nix è la contraddittorietà a trionfare, come testimonia il suo nome, che significa “vincitore tra il popolo”: è un ragazzo che sfoggia un savoir vivre impeccabile, bravo a scuola, elegante, colto e mondano. Mentre in realtà prova un profondo disagio nel trovarsi in mezzo alla gente, non riesce ad intessere rapporti con la maggioranza dei suoi coetanei, che perlopiù disprezza. Cela le proprie debolezze e la propria “inettitudine” solo grazie alla grande consapevolezza che ha di sé. Nessuna persona in particolare mi ha ispirato Nix: le sue tante qualità sono una mescolanza di caratteristiche che ho trovato un po’ovunque, nelle mie conoscenze reali e letterarie. I suoi difetti, invece, sono tutti miei, temo!



5) Attorno al mondo del protagonista si svolge la quotidianità, vita scolastica prima di tutte. Perché questa esigenza di ambientare il libro a scuola? Quanto c’è di personale o autobiografico nel libro e quanto invece è stato enfatizzato dalla tua fantasia?


La scuola è stata il luogo cardine della mia adolescenza, una scuola vissuta con passione. Potrebbe sembrare un’ovvietà, perché tutti gli adolescenti vanno a scuola, ma per una persona che ci è - quasi - sempre andata volentieri, assume un significato particolare. Ho ambientato Nix in uno scientifico, mentre io mi sono diplomata in un classico con indirizzo linguistico: ho voluto ricostruire la tensione, il lavorio dei cervelli, le simulazioni della terza prova, i sogni e le incertezze di questo periodo così cruciale. Un tratto decisamente autobiografico è senz’altro la gita a Barcellona - che occupa numerosi capitoli nel romanzo - anche se paradossalmente la maggior parte degli eventi che vi sono narrati sono del tutto inventati.



6) Sembra che attorno alla trama ruotino degli interrogativi, a cui verrà data risposta nell’ultimo atto, come l’inquietudine e l’incertezza per il futuro, nonché un certo disincanto verso ogni cosa. Hai voluto così regalare mistero al protagonista. Ma qual è il modo in cui Nix supererà questi interrogativi?


Resterà un mistero fino all’ultimo capitolo!



7) Le parole affilate di Nix sembra abbiano quasi una soluzione per tutto, pur tuttavia il libro si propone di raccontare la fine dell’adolescenza. Credi che nonostante tutto gli adolescenti abbiano una particolare saggezza dalla loro parte?


Sì, lo credo. Una saggezza ancora acerba, ma fulgida e splendente in alcuni casi, come nel mio protagonista, che spesso spiazza gli adulti che ha intorno con la precisione e talvolta l’asprezza delle sue affermazioni. Un’altra caratteristica con la quale Nix osserva il mondo è l’ironia, di cui il libro è letteralmente pervaso. Rileggendo il romanzo a quattro anni di distanza da quando l’ho scritto, mi accorgo di essere molto cambiata da allora; la lontananza mi ha permesso di mettere a fuoco con più chiarezza un altro dei caratteri fondamentali – e troppo spesso dimenticati – quando si parla di adolescenza: la severità. Nix, come molti adolescenti, è severo con sé stesso e con gli altri, pretende moltissimo dal mondo che lo circonda. Con l’età adulta si arriva ad acquisire maggiore elasticità e compassatezza. Ed è un peccato, per certi versi: si rischia di spegnere quel fuoco sacro, eccessivo ed iconoclasta, che caratterizza gli anni dell’adolescenza.



8) Quale personaggio del libro prediligi? Perché?


Ho un affetto particolare per Ermanno, il migliore amico del protagonista. Il suo nome significa “guerriero”, è ricco di famiglia e ha un padre commercialista che lo vuole al più presto laureato in economia e sposato. Ma, anche in questo caso, il suo vero volto è diverso da quello che è costretto a mostrare al mondo: è sensibile, altruista e appassionato di letteratura.
La contraddittorietà caratterizza, dunque, molti dei personaggi di questo romanzo. Mica per niente il mio pseudonimo è Ossimoro!



9) Quale parte del libro è stata per te più bella da scrivere? Perché?


E’ stata una sfida molto stimolante scrivere i capitoli ambientati a Barcellona, in modo particolare le riflessioni che scaturiscono dalla situazione anomala che porta i personaggi a confrontarsi su un terreno diverso da quello scolastico: vi sono capitoli scoppiettanti, in cui le divertenti “goliardate da gita” hanno il sopravvento, spesso seguiti da altri di riflessione, in cui gli eventi assumono una dimensione esistenziale, spesso dolorosa. I registri del dolore e dell’allegria si intrecciano in continuazione all’interno del tessuto romanzesco, creando un effetto a tratti straniante.



10) Quale consiglio di scrittura senti di dare ai lettori del Forum? Spiega brevemente come scrivi le tue storie? C’è un momento della giornata in cui ti senti maggiormente ispirata? Deve esserci una particolare atmosfera attorno, o scrivi benissimo ovunque?


L’unico consiglio di scrittura che ritengo valido e che dispenso sempre (soprattutto quando presento Nix davanti a un pubblico giovanissimo) è di leggere tanto: autori passati e contemporanei, di paesi vicini e lontani, classici o sperimentali, di tutti i generi e le età, in traduzione ma anche in lingua originale. Di leggere libri belli, di fare tesoro di ciò che ogni libro ci insegna e di imparare ad usare quello strumento meraviglioso che è la lingua. Perché scrivere la stessa cosa con altre parole non è scrivere la stessa cosa.
Quanto a come e quando scrivo, io prediligo le ore notturne, in cui la calma è assoluta e le parole possono girare in testa senza incagliarsi in telefonate, impegni, conversazioni, stritolate dalla routine. Lo stato d’animo ideale che mi è congeniale alla scrittura è la malinconia divertita, un atteggiamento contraddittorio - tanto per cambiare!-, che mi consente di creare questo stile altalenante che è espressione esatta del mio essere. Scrivere significa innanzitutto sapere ascoltare se stessi.



11) Progetti per il futuro. Qualche anticipazione.


Dunque, progetti per il futuro… prima di tutto conseguire la laurea specialistica. Poi, a me piacerebbe insegnare, anche se in questo periodo storico e in questo paese per i futuri insegnanti tira una brutta aria. E spero, naturalmente, di ricominciare presto a scrivere: di sicuro, visto il mio carattere mutevole, sarà qualcosa di tutt’altro genere rispetto a Nix.
E grazie a tutti voi per il tempo che mi avete dedicato! Se deciderete di leggere Nix, potete scrivermi a [email protected] per pareri e curiosità e anche per farvi inviare una dedica personalizzata!

Potrete leggere l'intervista anche qui:
http://terrysfantasy.blogspot.com/2011/07/...a-ossimoro.html

Nix

 
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