Riverboat Sam

« Older   Newer »
  Share  
Roberto Sonaglia
view post Posted on 28/6/2010, 17:51




image

"- Mettiamo un po' di musica?
- Certo, la musica non deve mai mancare, durante il nostro viaggio.“

Lungo la Interstate 75, che unisce la Florida ad Atlanta, ho incontrato Riverboat Sam. A vederlo, sembra un businessman di colore in pausa pranzo. Conoscerlo superficialmente potrebbe portare a considerarlo un disperato come tanti, uscito da un racconto d'altri tempi, o un blues di Elmore James.
E' ben vestito, Sam, roba firmata, e parla molto. Anche troppo. E canta, come tutti quelli della sua razza. Riverboat Sam, che cazzo di nome! Dice che ce l'ha appiccicato addosso dai tempi in cui suonava sui battelli turistici del Mississippi. I marinai e l'equipaggio lo chiamavano così.
Comunque Sam è un tipo fuori tempo massimo, nonostante il completo grigio impeccabile e griffato sopra la camicia azzurra senza una piega, quando racconta i suoi aneddoti: uno di quei bluesmen che se ne andavano in giro, negli anni della Grande Depressione, a suonare dove capitava, raccogliendo storie da mettere in dodici battute, barattando saggezza e lamenti divini per pochi centesimi, o una minestra con brodo di pollo.
- Ho suonato per anni in quelle bagnarole - mi spiega, mentre viaggiamo sulla 75, fra campi e basse colline che si susseguono talmente regolari da dare l'impressione siano stati collocati lì apposta - e ho messo da parte un discreto gruzzoletto. Non l'avrei mai detto, sai?, ai tempi in cui mio padre mi insegnava i primi accordi, che ci potevi campare, col Blues!
Io invece si, l'avrei detto. Anzi, aggiungerei che il Blues è molto più popolare di altri generi considerati commerciabili. Probabilmente perché sposa bene con la birra e parla di sfiga, e tirando le somme, siamo tutti un po' sfigati, uomini, donne, bambini e Riverboat Sam.
Mi sembra di essere in un film, la mia prima tratta di strada in America, e la faccio con un bluesman di colore, nientemeno!
Sam continua a raccontare, e io mi immergo nel Mito. Naturalmente l'autoradio è accesa, una stazione di Atlanta, che trasmette selezioni musicali con pezzi di Allman Brothers e Tommy Brown. Migliore colonna sonora per la storia di Sam, non penso esista.
- Mio padre si spaccava la schiena lungo le ferrovie - racconta - operaio specializzato, molto bravo anche, ma un lavoraccio. La sera, quando tornava a casa, a volte era così stanco che si addormentava anche a metà della cena.
- Capisco... una vita difficile.
Sam sorride - Mica tanto! Cioè, è vero che si faceva il culo, ma portava a casa bei soldi. Non ha mai fatto mancare niente, alla sua famiglia... - si gira verso di me, con un ghigno sornione che gli scopre i bei denti bianchi, perfetti - Dì un po', amico?, che ti aspettavi? Una storia tipo Porgy & Bess?
Rido a mia volta - In effetti si...
- In questo paese ormai ci sono più milionari di colore che pannocchie di granturco! - dice - Pensa solo ai musicisti, gli attori...
- Il Presidente...
Sam sorride. La Interstate davanti a noi si dipana diritta e deserta. C'è solo un autobus, che ci viene incontro, proveniente da Atlanta... mi viene in mente quella canzone di Robert Johnson, Me and the Devil Blues: “so my old evil spirit can catch a Greyhound Bus and ride...”
Sam, verso i quindici anni, decise che non valeva la pena passare la vita a spaccarsi la schiena, come suo padre. Coi quattro accordi di chitarra imparati, e i vestiti che aveva addosso - probabilmente molto meno eleganti di quelli che sfoggia ora - andò a cercar fortuna sul Mississippi River.
- Ci sono rimasto vent'anni, sui battelli, a suonare per i turisti, i giocatori e le puttane. Poi ho detto basta.
Ha trentacinque anni, quindi, o giù di lì... lo facevo più giovane.
- Che ne dici se ci fermiamo un attimo? - gli chiedo - Ho bisogno di sgranchirmi un po', è da stamattina presto che guido.
- Va bene, amico. Anch'io devo fare una pisciata che sta chiedendo il permesso di libera uscita da almeno un'ora - ridacchia Sam.
- Perché non l'hai detto? Ci fermavamo prima...
Il bluesman sorride - Deve ancora nascere la pisciata che mi dà gli ordini! Magari, quando sarò più vecchio.
Sorrido e accosto la Chevy in una piazzola di sosta. Che tipo, Riverboat Sam! Mi piacerebbe sentirlo cantare, si.
Rimaniamo un po' nella piazzola, a sgranchirci le gambe. Prendo due sigarette dal pacchetto, e ne offro una a Sam.
Prima di accenderla, lui tira fuori di tasca una scatoletta di legno, che contiene una specie di olio profumato. Un profumo strano, dolciastro, ma buono. La scatoletta ha un aspetto antico, tribale.
- La porto con me da una vita - spiega - me l'ha data mio padre, e a lui mio nonno, e così via. Non so nemmeno quanti secoli abbia, questa scatoletta.
Viene dal luogo dove il bis-bis-bis-eccetera-nonno di Sam fu preso, racconta, per essere caricato sulle navi della tratta.
- Un posto in Senegal, inutile ti dica il nome, nemmeno riusciresti a pronunciarlo, e dopo un minuto te lo saresti già dimenticato! - conclude, ridendo.
- E quell'olio che roba è? Un filtro magico? Fatto dai tuoi antenati?
- Collutorio alla menta e vaniglia - risponde Sam, continuando a ridere - comprato due giorni fa al drugstore della stazione di Jackson, Alabama! Mi serve per ripulire le corde vocali, e schiarire la gola, dopo una sigaretta. Devo prendermi cura del mio strumento, i bluesman non hanno la previdenza!
Sorrido, e gli porgo lo Zippo.
Sotto il sole della Georgia, un bluesman nero in completo Armani e un surfer europeo con una t-shirt dei Ramones, che fumano appoggiati a una Chevrolet rossa impolverata, con sul tettuccio una longboard argento, assicurata con dei cavi elastici. Passasse Robert Johnson, di certo ci scriverebbe una canzone.
Invece passa, e si ferma, una famigliola in camper, diretta presumibilmente ad Atlanta. Una bella famigliola, in salute, tutti leggermente sovrappeso, per non dire obesi.
Scendono dal camper in fila indiana, rigorosamente matriarcale, e tutti vestiti come personaggi di una sit-com politicamente corretta: la mamma, seguita dalla figlioletta sui dodici anni, il marmocchio di circa dieci, infine Daddy, che si asciuga il sudore dalla fronte, sbuffando.
- Che caldo! - esclama il bimbetto.
- Perché sei grasso - lo prende in giro la sorella, facendogli le boccacce.
- Ha parlato l'anoressica! - risponde lui, subito prima di ricevere un'occhiataccia assassina da Mom, che gli smorza la risata in bocca.
- Billy! Non dire mai queste cose a tua sorella!
“Il che significa”, penso, “che al resto del mondo può dirle”.
I due ragazzini continuano a prendersi in giro a ghigni e gesti, ma in silenzio, mentre i genitori si avvicinano a noi.
- Fa caldo, vero? - ci fa Dad, girando lo sguardo intorno.
- Nemmeno troppo, per questi posti, e in questa stagione - risponde Sam, finendo la sigaretta, e gettando per terra la cicca, che spegne con la punta della scarpa.
Dad continua a guardarsi intorno. Campi coltivati e collinette basse. La strada dritta sotto un cielo azzurro striato di nuvole allungate.
- Andate anche voi ad Atlanta? - chiede.
- Si - rispondo.
I due marmocchi, intanto, hanno cominciato a strattonarsi, darsi calci e piccoli pugni sulle braccia. Mom si volta verso di loro, e sta per dire qualcosa, ma Sam la anticipa.
- Hey, ragazzi - dice - vi va di sentire una canzone?
Billy e la sorellina si voltano verso di lui.
- Che canzone? - chiede la bimba.
- Un Blues.
- E cos'è?
Sam si volta verso di me, mi fa l'occhiolino. Ho capito. Apro il bagagliaio della Chevy, e Sam prende la sua chitarra, tirandola fuori dalla custodia rigida. E' una bellissima Martin, di legno chiaro, col battipenna e i segnatasti in madreperla.
Sam la imbraccia, come fosse parte della sua anatomia - e probabilmente è così - iniziando ad accordarla.
Bastano quei primi suoni, e i due ragazzini si fermano, mettendosi di fronte a lui, con un'espressione di attesa dipinta sul volto. Mom e Dad rimangono poco dietro, anche loro come ipnotizzati.
Finalmente Sam inizia ad arpeggiare un Re. Poi un La. Riconosco subito il giro armonico di If I Had Possession Over Judgment Day.
La voce del bluesman si alza, lentamente, strofa dopo strofa, accompagnata dall'arpeggio gentile, ma biblico, delle dita sulle cinque corde. E' una voce che viene dal profondo dell'organismo di Riverboat Sam, fatta di sangue e spirito, fibre di cuore e piume d'anima. Canta del Giorno del Giudizio quasi fosse una festa di paese, e di Dio che è un tipo piuttosto simpatico, ma un po' egoista, visto che vuole sempre riservarsi l'Ultima Parola. Parla di come ci sente dopo aver percorso mille milioni di miglia, per ritrovarsi sempre nello stesso posto, e di come, a quel punto, bisogna percorrerne altre mille milioni, perché la strada non finisce mai, e c'è sempre qualcosa da scoprire, prima che Gesù Redentore ci chiami tutti quanti a rendere il Conto Finale.
La famigliola lo ascolta, immobile, rapita, mentre la figura del bluesman si staglia contro il cielo della Georgia, e ora non sembra più un businessman nero in vacanza, ma un Angelo menestrello, che il Padreterno in persona ha mandato quaggiù, sulla terra, per raccontare gli affari di condominio del Regno dei Cieli.
Chi ha detto che il Blues è la musica del Diavolo, non l'ha mai sentito cantare da uno come Riverboat Sam. E probabilmente non ha mai pregato davvero, in vita sua.
 
Top
Helter Skelter
view post Posted on 2/7/2010, 18:12




Mi ha tenuto incollata allo schermo fino alla fine...
è molto bello, molto personale. Mi sembra un estratto di "on the road" di Kerouak... c'è tutta qulla speranza, quella voglia di "andare"....e ,inoltre, l'incontro con questo personaggio, così insolito, ma così magico ha un che di unico.
 
Top
Samanta Sonaglia
view post Posted on 2/7/2010, 20:51




CITAZIONE
Mi sembra un estratto di "on the road" di Kerouak

Allora se Robi decide di postare gli altri capitoli avrai da divertirti! :ok:

ps. rilettura e commento rimandati a quando ho tempo di gustare tutto con calma :lol: ;)
 
Top
Roberto Sonaglia
view post Posted on 2/7/2010, 21:37




Come ha detto Samy, questo è un "capitolo" di una narrazione più ampia, una sorta di romanzo 'on the road', con echi anche Kerouachiani, del quale sicuramente metterò altri episodi. Come hai visto, Helter, può essere letto anche a se stante, credo, e mi fa un immenso piacere tu l'abbia apprezzato in questo modo. Riverboat Sam ti dedica un giro di Mi e la prima strofa di Crossroads ;)
 
Top
Maria Papa
view post Posted on 11/7/2010, 19:43




Come si può fare per dire che quello che scrivi è eccellente senza usare sempre le solite parole...che davanti a tanto talento risultano così povere?? <_<
 
Top
Roberto Sonaglia
view post Posted on 14/7/2010, 17:35




Dai che mi emoziono :shy: A parte gli scherzi, grazie davvero Maria. Questo racconto è 'estrapolato' da una narrazione più ampia, un viaggio (immaginario) negli USA dei miei miti. Magari ne posto altri, così mi dici che ne pensi :)
 
Top
Samanta Sonaglia
view post Posted on 2/8/2010, 22:45




CITAZIONE
la figura del bluesman si staglia contro il cielo della Georgia, e ora non sembra più un businessman nero in vacanza, ma un Angelo menestrello, che il Padreterno in persona ha mandato quaggiù, sulla terra, per raccontare gli affari di condominio del Regno dei Cieli.

Ogni volta che leggo questa parte, mi vengono i brividi, davvero. Sarà perché mi fa riflettere sul fatto che Dio, quando vuole, si fa sentire. O perché la Musica è probabilmente l'unica cosa (vera) che somigli al Paradiso. O perché con le parole sei un Mago, letteralmente. Altrimenti non trovo altra spiegazione. Quale trucco usi, per incantare tutti? ;)
Davvero Robi, quante volte avrò letto questo racconto, tra tutte le stesure che hai scritto? Ed ogni volta è sempre un'emozione diversa.
I miei umili complimenti, Maestro.
 
Top
Roberto Sonaglia
view post Posted on 4/8/2010, 18:02




Hai ragione, la Musica è probabilmente l'unica cosa (vera) che somigli al Paradiso. Mi viene in mente una citazione del grande critico musicale Lester Bangs - non la metto qui perché prima o poi voglio metterla nella Sezione degli aforismi e citazioni - a tal proposito.
Qui, nel mio racconto, mi sono voluto 'divertire' a prendere una musica che viene proverbialmente definita "la musica del Diavolo", il Blues, e dargli connotati Divini.
Se ci sono riuscito, o sono riuscito a dare un senso a quanto ami la musica, ne sono felice :)
Che trucco uso per incantare tutti? Te lo dirò quando avrò incantato qualche editore... anche se mi sa che quelli si sciolgono al suono dei dineri, non di una chitarra acustica :D

Anyway, i miei ringraziamenti di fiamma, Discepola.
 
Top
MisticOccidentale
view post Posted on 16/8/2010, 20:48




I miei commenti sono superflui...lo sai già cosa penso. Sono stato tra i primi a leggere le tue magnifecenze...e continuo a emozionarmi, di fronte ad un tuo testo, come se ti stessi leggendo per la prima volta. Grande Robi.
 
Top
lagrandefame
view post Posted on 20/8/2010, 01:24




Leggendo questo racconto in viaggio ho fatto con piacere un tuffo nel passato. Sono cresciuto ascoltando e suonando blues, anche quello bianco. Inventare blues era per me come scrivere delle storie, o meglio: pensare a delle storie. In realtà non cantavo alcun testo; ululavo sugli accordi, e intanto la mente viaggiava. I bluesman sono personaggi su cui ho spesso fantasticato e il blues, in passato, s'affacciava sovente nelle primissime storie che ho scritto. Oggi i miei gusti sono un po' cambiati ma ogni volta che mi capita di strimpellare un paio di note roche e fumose, il mio cuore balbetta emozionato. E più o meno è accaduta una cosa simile leggendo questo tuo scritto.
 
Top
Roberto Sonaglia
view post Posted on 20/8/2010, 11:25




@Simoncino
E' un piacere immenso sapere che le mie cose continuano a piacerti. Se poi ti emozionano, il piacere diventa commozione. E non sto scherzando.

@Luca
Un percorso simile, il mio, e credo si possa intuire da questo racconto: tanto blues in gioventù, ascoltato o strappato sulle corde della chitarra, poi altra musica, di tutto e di più, ma quando la mano torna ad appoggiarsi sui tasti, la prima cosa che ne esce è il suono familiare e sempre in mutazione delle dodici battute. Da lì poi parte tutto il resto, da lì poi è sempre partito tutto il resto. Con questo racconto ho cercato, in qualche modo, di omaggiare l'unica grande vera potente e indomabile forma d'arte e cultura dei nostri tempi, la Musica Popolare.
Se Dio suona uno strumento, è sicuramente una Fender.
 
Top
lagrandefame
view post Posted on 20/8/2010, 14:34




...Telecaster
 
Top
PierTheAngel
view post Posted on 20/8/2010, 21:01





A PROPOSITO DI CROSSROADS .... MI HAI FATTO RIPENSARE AI MITICI CREAM


Sono andato al crocevia (1), mi sono inginocchiato
Giù al crocevia, mi sono inginocchiato
ho chiesto al Signore lassù "salvami se lo ritieni giusto" (2)

Sono andato al crocevia, cercavo di beccare un passaggio
Cercavo di beccare un passaggio
Sembrava che nessuno mi riconoscesse, tutti mi passavano davanti

Bene, sto andando giù a Rosedale(3), per portare il mio cavaliere dalla mia parte
Puoi ancora (andare) al bar (che sta) sulla riva del fiume (4)

Sto andando giù a Rosedale, per portare il mio cavaliere dalla mia parte
Sto andando giù a Rosedale, per portare il mio cavaliere dalla mia parte
Puoi ancora (andare) al bar (che sta) sulla riva del fiume

Puoi correre a dire al mio giovane amico Willie Brown (5)
puoi correre a dire al mio giovane amico Willie Brown
che io sto (ancora lì) al crocevia, penso che sto affondando?

Sono andato giù al crocevia , mi sono inginocchiato
Sono andato giù al crocevia , mi sono inginocchiato
ho chiesto al Signore lassù "pietà, salva il povero Bob, se lo ritieni giusto"

Stando al crocevia, cercavo di beccare un passaggio
Stando al crocevia, cercavo di beccare un passaggio
Sembrava che nessuno mi riconoscesse, tutti mi passavano davanti

Il sole sta calando, l'oscurità sta avvolgendomi, quaggiù
l'oscurità sta avvolgendomi, quaggiù
(e) non ho (ancora) avuto nessuna dolce compagna che mi ha amato e si è presa cura di me (6)

Puoi andare di corsa e avvertire il mio amico Willie Brown (...)
che io sto (ancora lì) al crocevia, penso che sto affondando?



 
Top
Samanta Sonaglia
view post Posted on 24/8/2010, 22:46




CITAZIONE (lagrandefame @ 20/8/2010, 15:34)
...Telecaster

Magari gialla, col mascherino nero!!! :hoho: Ho la netta sensazione che tu e il mio Robi andrete moooooolto d'accordo :lol:
 
Top
lagrandefame
view post Posted on 24/8/2010, 23:21




Spero proprio di si!...Telecaster forever!
 
Top
16 replies since 28/6/2010, 17:51   588 views
  Share