Uno dei nostri

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Giuseppe Novellino
view post Posted on 25/3/2014, 12:25




UNO DEI NOSTRI

Lucio si avvicina alla recinzione. Imbraccia un fucile da caccia e si guarda intorno come se fosse un commando dietro le linee nemiche.
Villa Gandoni. Le luci sono spente, il cancello e la porta d’ingresso spalancati in un silenzio rotto solo dal canto dei grilli. Le lucciole danzano nel buio e disegnano effimeri arabeschi luminosi.
La casa, circondata dalle piante del giardino e dei frutteti, è spettrale.

Lucio è un amico di Mauro Gandoni e abita nelle vicinanze. Quando ha sentito del casino scoppiato a Sondrio, si è barricato in casa.
Poi ha sentito, in lontananza, quel rumore come di vetri infranti.
Solo dopo che la moglie si è addormentata con un paio di pillole, ha preso il fucile ed è uscito con l’intento di dare un’occhiata in giro. La zona gli è sembrata tutto sommato tranquilla. Nessuno in quell’ora notturna. Le poche abitazioni sparse apparivano avvolte nel silenzio dei meleti. Infine si è ritrovato proprio davanti alla proprietà di Mauro.

Nella bella villa del vicino c’è qualcosa decisamente fuori posto.
Che siano già arrivati quei pazzi scatenati che hanno messo a soqquadro alcuni quartieri della città?
Ma chi sono, si domanda Lucio, quei pezzi di merda? Dicono che non si tratti di extracomunitari. Dicono che è impazzita un bel po’ di gente, anche dei nostri, dei “nos”. Ma se si tratta di contagio, gli immigrati in qualche modo c’entrano. Non è forse assodato che, in un paese civile come la Padania, gli unici contagi riguardano il raffreddore, l’influenza e la varicella? Se è comparsa qualche strana malattia, deve venire da quei “brodegh” che stanno in Africa e in Asia.
Con quelle domande che gli frullano nella mente, Lucio varca il cancello. Tiene il dito sul grilletto.
Si ode un fruscio tra le piante vicino alla piscina. Sta un attimo in ascolto. Finalmente si decide a varcare la porta che immette nei locali.
- C’è nessuno? – chiama con voce rauca.
Silenzio. Un odore strano e nauseante.
Lucio inciampa in una sedia rovesciata. Pensa di tornare sui suoi passi, di raggiungere la moglie dormiente e chiudersi bene in casa, ma la curiosità e il sangue freddo hanno il sopravvento. Non è forse uno di quelli che ce l’hanno duro? Certo, deve andare fino in fondo per vedere che cosa sia successo in quella villa.
- È ora che le ronde scendano in campo… – dice a voce alta per farsi coraggio – e devono essere armate, cazzo!
Entra nel salotto buio.
La vetrata che dà sul giardino è stata infranta in almeno due punti. Cerca l’interruttore e accende la luce.
Ciò che vede lo lascia per un attimo come sospeso in un’altra dimensione.
Tutto è sottosopra. Spruzzi di sangue imbrattano il divano, le pareti e il pavimento. Accanto a una lampada rovesciata c’è un mucchietto di quelle che sembrano frattaglie, e sul tavolino si trova la testa di una ragazza con i capelli intrisi di sangue e il viso grigiastro. Gli occhi non sono chiusi nell’immobilità della morte ma ruotano in cerca di qualcosa su cui fissarsi. Come in un sogno confuso, lui impiega un po’ per rendersi conto che si tratta di Fiona, la figlia diciottenne dell’amico Gandoni.
Lucio libera un conato di vomito ed esce sulla veranda. Tiene una mano premuta sullo stomaco. Rimane un momento immobile con lo sguardo rivolto al giardino immerso nel buio. Un silenzio assoluto, spettrale. Adesso non si sente più nemmeno il canto dei grilli.
Poi, quello che sembra il ringhio di un cane, ma molto più distorto e sibilante.
Due piccole sfere rossastre spuntano dal buio e si materializzano davanti a lui.
L’uomo non fa in tempo a gridare.
L’amico Gandoni gli è addosso.
Prima di venire azzannato al collo, Lucio sente il freddo corpo dell’altro, vede la sua faccia grigiastra, la bocca grondante sangue…
Uno dei nostri.
 
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view post Posted on 11/9/2015, 20:32
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C'è un mix di vena sarcastica e polemica unito a un'atmosfera horror: come connubio e come idea, direi che ci siamo ^_^
IMHO, c'è da lavorare sullo sviluppo e sullo stile in modo che, pur restando nella brevità del testo, si riesca ad irretire maggiormente il lettore che, magari, potrebbe non essere della Padania e aver difficoltà nell'immedesimarsi.
Oltre a ciò, alcuni elementi della storia rimangono un po' troppo generici e rischiano di rovinare il finale che, se anche vuol esser di sorpresa, rischia di esser percepito come forzato o poco amalgamato con il resto.
 
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