Una conversazione con..., Deborah Fasola

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Terry78
icon12  view post Posted on 24/9/2013, 21:46




Ciao Deborah e benvenuta nel mio piccolo spazio virtuale. Oggi sono particolarmente felice dato che parleremo del tuo libro che non è ancora uscito, ma che uscirà il 28 ottobre 2013. Ma prima di parlare della tua nuova opera, scopriamo un pochino qualcosa di te. Tu non scrivi soltanto, ma sei laureata e lavori. Collabori anche come editor e consulente editoriale presso case editrici e agenzie letterarie e inoltre sei articolista per alcune riviste. Beh... essendo una editor avrai sicuramente visto passare davanti ai tuoi occhi parecchi manoscritti. Quindi, qual è, secondo te, l’errore principale che commettono gli scrittori nel presentare ad una casa editrice il proprio manoscritto (poca cura nella sinossi, molti errori di battitura, etc.)? E quindi cosa consigli loro di fare quando si accingono a fare il grande passo, e cioè presentare il proprio manoscritto ad un editore?
Ciao e grazie per avermi ospitato qui e per quest’intervista. Grazie anche a tutti quelli che la leggeranno. Io sono nata come lettrice e scrittrice, nel senso che ho iniziato prima a scrivere (molto presto a dire il vero, anche se solo per diletto) e poi ho cominciato a interessarmi dell’editoria in tutte le sue forme e collaborato con case editrici o svolto il lavoro in maniera autonoma. Ho sicuramente letto molti manoscritti e devo dire che questo lavoro mi piace anche per questo: leggere è il primo motivo ma poi sicuramente anche conoscere, e per conoscere intendo non solo cose e mondi nuovi, ma anche gli autori in sé; dentro uno scritto, un romanzo, un’opera, c’è l‘anima degli autori e posso davvero affermare di conoscere più gente attraverso i loro scritti che realmente. Ed è bellissimo, loro sono bellissimi.
Circa la tua domanda non mi sento di consigliare che di fare un lavoro accurato sul proprio testo, eliminando errori e refusi, ovviamente, ma anche controllando che tutto fili e che la storia tenda le sue trame verso il lettore. Ho notato che molti aspiranti hanno fretta, che non danno il giusto peso al ‘grande passo’, ossia l’invio alle case editrici, quindi il mio consiglio è semplicemente questo: credete nei vostri libri e imparate a cullarli anche dopo averli terminati, educateli, fateli crescere insieme a voi, prima d’inviarli alla casa editrice. E, soprattutto, presentatevi al meglio, cercate di attirare l’attenzione e obbligare l’editore a leggere e scegliere il vostro libro al posto di un altro proprio perché qualcosa ha smosso violentemente la sua curiosità e attenzione.

Rimaniamo sempre nel campo dell’editoria e della consulenza. Qual è secondo te il genere che per ora va per la maggiore? Perché? Scrivere è, può essere, qualcosa che va di moda oppure bisogna avere l’intuito e creare da soli la tendenza?
Credo, per quanto banale possa apparire, che un autore debba scrivere ciò che è nelle sue corde e che gli piace. Va benissimo l’avventurarsi in nuovi generi e il mettersi in gioco, ma sulla mia pelle – e qui parlo più d’autrice che da editor – ho imparato che se piace ciò che si fa, allora lo si fa meglio. Io per prima evito di seguire le mode o di ‘dare’ al lettore quello che vorrebbe e che è ‘in’ al momento, perché altrimenti snaturerei la mia scrittura. Credo anche che scrivere non sia per tutti, così come pubblicare; che si debba fare un buon e lungo lavoro dietro la stesura di un romanzo, e per fare tutte queste cose occorre appassionarsi per primi di quello che si sta facendo. Quindi, no, io le mode e le tendenze non le seguo per scelta. Al momento è tanto in voga l’erotico, dopo la punta e la decaduta (ma mai per gli amanti del genere) del fantasy classico, adesso si è concentrati sul paranormal romance, urban fantasy, young adult (miei generi, per altro) e appunto sui libri erotici… credo che i periodi e i generi si alterneranno in base alle mode del momento, ma gli appassionati sapranno sempre quale libro comprare e perché. Inoltre, penso che a ognuno di noi appartenga in particolar modo un genere, che ci resta cucito addosso, se non come ruolo, sicuramente dentro al cuore.

Dicevamo che hai incontrato lungo il tuo cammino tanti giovani e nuovi autori. Credo che anche tu l’avrai notato: sono tantissime le persone che scrivono! Secondo te, da cosa nasce questa esigenza di mettere su carta le proprie emozioni e le proprie storie?
Come dicevo prima credo che scrivere non sia per tutti, perché non tutti sono portati, eppure tutti lo fanno. E va bene così. Sento e leggo di gente che si lamenta proprio di questo: tutti scrivono. Credo invece che sia una cosa meravigliosa, sebbene sappia che non tutti andrebbero pubblicati, l’hobby della scrittura è una passione sana, che non lede nessuno, che aiuta tanto. Quindi ben vengano gli scrittori, forse – e dico forse – se ci fossero meno case editrici che pubblicano di tutto, il panorama editoriale italiano sarebbe più pulito.

Quando e perché hai deciso di iniziare a scrivere? Grazie all’impulso delle letture dei manoscritti o perché anche tu sentivi l’esigenza di raccontare, di raccontarti? Parlane brevemente...
Come dicevo prima sono nata come scrittrice, infatti, scrivo da quando ero una ragazzina, per hobby, sui quadernoni, interi libri (fantasy) che non hanno mai visto (né mai vedranno) la luce, ma che mi hanno formato e fatto scattare una scintilla. Da allora non mi sono più fermata, ma soltanto dopo moltissimi anni (nel 2010) ho deciso di tentare la via della pubblicazione.

“Il potere del sangue” (il libro che andremo a parlare tra poco), non è il tuo primo libro. Hai anche scritto due romanzi dello stesso genere, racconti e manuali. Cosa preferisci, dunque, di gran lunga scrivere: i romanzi o i racconti? Perché?
Sicuramente preferisco i romanzi. Mi calo nei miei mondi, che essendo nati da me, sono fatti su misura per la mia fantasia, e lì ci perdo secoli interi, talvolta, mi perdo io stessa. Scrivere romanzi è senza dubbio la cosa che amo di più fare anche se, alle volte, mi piace spaziare e provare anche altre cose, come manuali oppure racconti. In ogni caso è scrivere che conta.

Bene... parliamo de “Il potere del sangue” edito prossimamente dalla 0111 edizioni. La copertina è fantastica! Chi l’ha realizzata? L’hai scelta tu oppure è stato un lavoro di squadra insieme alla Casa editrice?
La copertina del mio libro mi è stata fatta scegliere dalla mia splendida casa editrice tra un catalogo davvero vastissimo d’immagini. La casa editrice l’ha poi approvata e ci ha lavorato su, rendendola per me perfetta. Appena ho visto quell’immagine ho capito che doveva essere lei, la mia copertina. Era perfetta e racchiudeva il senso del libro.

Ed ora, alcune domande (forse un po’ scontate) di rito: com’è nata l’idea di scriverlo? Quanto tempo hai impiegato? Perché l’hai intitolato così? Hai utilizzato “scalette” e “schede personaggio”, oppure scrivevi senza alcun schema fisso e secondo l’ispirazione del momento?
L’idea di scrivere i miei romanzi nasce per caso: una piccola scintilla, di solito legata alla figura del personaggio principale, in questo caso Cassandra. Mi è venuto in mente il suo nome e da lì è partito tutto. La sua storia mi è scivolata tra le dita e non ho potuto far altro che raccontarla. Per il titolo è stato molto più particolare: oltre a conformare lo stesso in base alla trama del libro, devo ammettere di avere una passione per il sangue, non solo a livello ‘fisico’. Il sangue che lega le persone, le persone legate dal sangue (la famiglia) e quello che il sangue rappresenta per la vita. Decisa la protagonista e l’idea di creare una trama che rotasse intorno al sangue, tutto è venuto da sé. Questo è stato il mio primo e unico libro tra i molti che ho scritto, ha essere iniziato e terminato in tempi davvero ristretti. Ci ho messo moltissimo per la revisione, ma la storia è scivolata dalla mia ‘penna’ al ritmo dei battiti del cuore. E ci sono molto, molto legata.
Di solito, infine, non preparo mai schemi o altro, proprio per il piacere di lasciare che sia la storia a trasportarmi; mi piace scoprire lentamente cosa accadrà, per stupirmi e continuare a tenere alto anche il mio interesse. Le poche volte che mi sono fatta schemi, ho abbandonato il libro a metà. Invece lascio che siano i miei personaggi a raccontarmi la loro storia… e a quel punto tra di noi è amore.

La protagonista della storia è Cassandra Lee Adams. Una strega un po’ fuori dal comune, perché un po’ pasticciona. Come mai hai voluto creare questa sorta di “anti-eroina”, perché tu lo sai... in genere i protagonisti nelle storie hanno ben pochi difetti...?
Cassandra è un po’ come me. Lei non è imbranata nella vita, è una persona che si gestisce bene, che ama stare sola, che ha carattere e non ama uniformarsi o scendere a compromessi. Però, nella magia, quella parte così intima e profonda che la possiede, è una frana. E se all’inizio non voleva accettare di essere una strega (moderna) con il tempo per lei diviene importantissimo. Non è la classica ragazza che resta a guardare gli eventi e non lotta, ma pur essendo una strega, non ha superpoteri che la possano salvare da ogni brutta situazione. Deve cresce, maturare, e lo farà nel corso del libro, forse anche grazie all’amore di chi incontra e ha intono.
Punto focale della storia oltre all’amore è anche, appunto, il sangue, poiché spicca in ogni storyline e soprattutto dà molta valenza ai rapporti familiari di Cassandra.

Risate, ironia e colpi di scena sono sicuramente assicurati in questo fantasy italiano. Come mai hai scelto di renderlo anche divertente e ironico?
Perché Cassandra è così, sarcastica anche nelle situazioni peggiori. E autoironica. Pur avendo molti difetti (per esempio, è molto permalosa e incline all’autocommiserazione), la sua simpatia spero catturi, condita da un po’ di acido sarcasmo, che spicca in tutte le occasioni.
Ogni autore si sa ama tutti i suoi personaggi, però tu concretamente quale prediligi e soprattutto perché?
Sicuramente Cassandra è la mia preferita, proprio perché è il mio specchio. Mi è già successo un’altra volta (nel mio libro pubblicato l’anno scorso: Ambrosia) di mettere molte parti di me in uno dei miei personaggi, ma con Cassandra ho inserito soprattutto i lati peggiori del mio carattere. Sì, avete capito bene, i peggiori, per trovarmi faccia a faccia con loro, e devo dire che mi ha fatto bene. Tutto sommato Cassandra è anche divertente e la crescita che farà nella storia, sarà significativa.
E se Cass è la mia preferita, del protagonista maschile (Sam) sono invece segretamente innamorata!

Quale tipo di lettore speri di raggiungere con il tuo scritto: qualsiasi, gli amanti del genere, i giovani o i meno giovani, o i curiosi (quelli insomma che leggono un po’ di tutto)?
Io spero che tutti possano leggere la mia storia e non solo gli appassionati del genere; la trovo adatta a ogni tipo di pubblico, che spero di raggiungere prima o poi.

Progetti per il futuro. Qualche anticipazione?
Oltre al desiderio di dare un seguito a questo libro (per la prima volta da quando scrivo), attualmente sono alle prese con l’editing di un mio vecchio romanzo, stavolta un fantasy per ragazzi. Spero di mettermi presto al lavoro, inoltre, per la scrittura di una nuova storia che mi frulla per la testa da un po’, anche se è difficile perché tra il lavoro, la famiglia e il resto, il tempo disponibile è davvero poco.

Vuoi aggiungere qualcosa, prima di concludere questa bella chiacchierata?
Voglio anzitutto ringraziarti per l’intervista e lo spazio concesso. E poi desidero ringraziare tutti coloro che leggeranno il mio romanzo. La cosa più bella dello scrivere è la possibilità di volare insieme a coloro che ti leggono. Il brivido infinito che dona una persona che ti dice: ”Ho letto il tuo libro” è la cosa che più mi fa battere il cuore e desiderare d’inseguire sempre questo mio sogno. Non ho grandi pretese se non quella di continuare a scrivere. Quindi, ringrazio sin da subito chi volerà insieme a me.
E, infine, un abbraccio a te e a tutti gli amici del tuo blog.


Potete leggere l'intervista anche qui: http://terrysfantasy.blogspot.it/2013/09/u...rah-fasola.html
Dove potrete vedere anche la cover del libro
 
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