La metrica: sì o no?

Ma chi se ne frega della metrica, se viene viene, l'importante è se manca il cuore.
A proposito, un pornazzo è una bella cosa

La metrica deve essere compagna del poeta: non è costrizione, ma strumento per ottenere la liricità a cui spesso si ambisce. Odio quelli che si sforzano di comporre in metro ottenendo come risultato una serie scollegata (meglio ancora se pure sgrammaticata) di telegrammi e si ostinano a denominarla poesia. Comunque pure i versi liberi sono un ottimo espediente poetico (io rientro fra coloro che spesso li utilizzano) in quanto riescono a trasmettere inquietudine, tristezza, oppure euforia, sconfinata libertà.

Quanto è bella la poesia quando il poeta la vive!

Chi rinnega la metrica spesso è proprio chi non la conosce, e questo è grave. Anche Montale riteneva la rima noiosa ma lui POTEVA dichiararlo perché, essendo poeta, sarebbe tautologico dire che conoscesse la rime e la metrica stessa. Tutti, chi più chi meno, usano la metrica; chi consciamente o chi inconsciamente. Penso che i più furbi la studino per avere un ulteriore stumento da usare a proprio vantaggio oltre all'orecchio e l'ispirazione. Quindi prima di rinnegarla la metrica conoscetela!