Pezzi di ricambio

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HAL-9000
view post Posted on 27/4/2012, 22:25




Questa notte ho fatto un sogno talmente vivido che non ho potuto scordarlo. Così, visto che il sogno mi aveva sconvolto quando lo avevo vissuto, ho deciso di riportarlo su carta, con alcune piccole modifiche per renderlo meno assurdo (per esempio nel sogno io e i miei due zii ci trovavamo proprietari di un negozio di pezzi di ricambio e non si sa per quale strana ragione li stavamo cercando in mezzo alla campagna). Spero vi piaccia

Lo sentivano, questa era la volta buona. Da anni aspettavano l'occasione giusta per svoltare, per dare una sterzata decisiva alle loro mediocri vite. Avevano fondato quella piccola impresa quasi per gioco: un'occasione come un'altra per sfuggire alle speranze dei genitori di vederli diplomati, con un lavoro ben retribuito, una bella macchina, una bella casa, una moglie sempre sorridente e un'orda di marmocchi schiamazzanti. No, quella vita non faceva per loro. Amavano l'avventura, il rischio, ma più di tutto desideravano l'assenza totale di responsabilità. E così da cinque anni quei tre gestivano la P.R corporation, un modo sofisticato e truffaldino per nascondere la principale attività del loro presunto business: vendevano pezzi di ricambio. Già, non facevano altro che questo: non sapevano costruire, né riparare, né progettare, né avevano la minima idea di quali complicati leggi fisiche stessero alla base del funzionamento ultimo dell'oggetto finito. No, nel loro universo esistevano solo i pezzi e l'allocco a cui venderli. Ma non erano degli incapaci, nient'affatto. Anzi, a loro modo avevano capito la natura umana e le sue interazioni con la tecnologia ben più di molti eminenti studiosi. Amavano citare in continuazione i postulati che stavano alla base della loro attività imprenditoriale, i quali recitano:

1 Qualsiasi oggetto è destinato a rompersi.

2 Quando un oggetto si rompe, il possessore incolperà l'oggetto di essersi guastato.

3 Qualunque danno riceva l'oggetto, anche il più insignificante, a giudizio del possessore esso avrà bisogno di un pezzo di ricambio.

Conoscevano troppo bene la natura umana e la sua tendenza ad evitare qualsiasi sforzo psico-fisico in cerca di una soluzione più comoda e meno dispendiosa. E allora non c'era da meravigliarsi se quell'assurda cooperativa fruttava loro quel minimo indispensabile per mangiare. Era soprattutto grazie alla pigrizia dei loro concittadini se potevano alimentare la loro svogliatezza. Nel loro piccolo erano stati dei geni: avevano sfruttato le proprie debolezze per truffare il prossimo. Ma l'aspetto più geniale dei loro affari era la provenienza della loro rara merce. La società infatti non aveva alcuna spesa, ma solo ricavi, tanto da potersi permettere di pagare persino le tasse annesse all'attività. Il loro più grande segreto, la cosiddetta legge zero sulla quale tutto il giro d'affari traeva vitalità e nuova linfa, era quanto di più semplice ma allo stesso tempo ingegnoso avessero teorizzato quei tre perdigiorno.

0 Qualsiasi oggetto, se non riparabile in modo semplice attraverso pezzi di ricambio, è destinato ad essere buttato.

Già, i loro preziosi aggeggi venivano dalla discarica cittadina, magari, anzi senz'altro dagli stessi compratori a cui rifilavano il loro prodotto. Sì, era nato per gioco quel mestiere, ma un gioco così proficuo era destinato in breve a diventare una professione e così era stato. E adesso stava per passare un treno che forse avrebbe reso la piccola P.R corporation una società in grado di allargarsi su scala nazionale. Quello era infatti il limite del business, che riduceva le entrate: la carenza di materia prima. Era pur vero che di sciocchi se ne trovavano ovunque. Ma in un paese piccolo come il loro la piaga della coscienziosità aveva colpito grandi quantità di individui e solo una minima parte obbediva all'incuria e alla negligenza. Ma fortunatamente il sindaco faceva parte di quella ristretta cerchia e aveva firmato da poco, in segreto, l'accordo con alcune cittadine adiacenti, di utilizzare le grandi campagne attorno al piccolo paesino come discarica provinciale. Quel giorno stesso sarebbe iniziato il deposito di rifiuti nelle aree limitrofe. Non potevano lasciarsi perdere un'occasione simile. Senza ulteriori indugi chiusero il negozio e con il solito furgoncino si recarono nel luogo stabilito. Lo spettacolo che si parò dinanzi a loro aveva dell'incredibile. Era semplicemente fantastico osservare quei catasti di televisori semidistrutti, mucchi di tostapane arrugginiti, il gradevole odore di batterie al sole. Era il loro paradiso e intendevano goderselo fino in fondo. Caricarono quanta più paccottiglia possibile, ritornando al negozio carichi di euforia. Sognavano di trasferirsi in una delle grandi metropoli e continuare l'attività, di arricchirsi sulla stupidità altrui. Come se fosse un segno del loro grandioso futuro, un altro misterioso aggeggio comparve sulla soglia della bottega. Sembrava un telefono, ma infinitamente più tecnologico e in potenza più redditizio. Uno dei tre stava per raccoglierlo, quando una strana voce inumana gracchiò qualcosa:

“Numerosi studi sono stati fatti su questo mondo e la totalità di essi è arrivato ad un unico risultato: è un mondo inutile, senza civiltà o intelligenza, una sorta di discarica senza valore. Ma oggi, noi tre dai rifiuti e dai vizi della nostra gente, desiderosa di vita eterna e giovinezza, inauguriamo la P.R.O
corporation”

Non ebbero il tempo di domandarsi cosa significasse quella O. Riuscirono solamente a voltarsi, a vedere un enorme oggetto nero a oscurare il sole e una luce accecante venire verso loro. Poi più nulla.
E il mondo tacque.
 
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view post Posted on 19/4/2015, 10:17
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Ho letto questo tuo breve racconto ma, personalmente, non mi ha convinto del tutto.
Probabilmente la sua brevità mescolata al fatto che tutto rimane molto generico e abbozzato, imho, lo penalizzano.
Forse si potrebbe usarlo come base per un racconto più strutturato, in cui mostrare un po' di più quel che accade e come i protagonisti interagiscano verso i clienti o nel recupero dei pezzi di ricambio. Giusto per dare un po' di profondità e corpo all'intero spunto narrativo.
D'altro canto, rimangono validi certi messaggi e denunce che il testo lancia, in fatto di consumismo, spreco e danno ambientale contrapposti alla possibilità di recuperare, riusare o riparare.
 
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