La sindrome di Baudelaire, Misure di morte

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EskerRidge
view post Posted on 15/5/2010, 02:11




Tornò sui suoi passi e le diede un’altra pedata in faccia.
“- Ti avevo detto di stare zitta, stronza!”
Le aveva detto anche: non muoverti, non toccarmi, non guardarmi. E prima ancora: lavati con questo, niente profumo, nessuna biancheria. Niente di personale. L’aveva pure pagata bene per questo ma era stato più forte di lei.
“- Ti piace così eh?” aveva detto dopo un po’.
“- Zitta per favore…”
“- Tu sì che sei un po’ strano eh?” aveva proseguito.
“- Vuoi stare zitta cazzo!?”
“- Ooh calmati bello eh?… Se non si può nemmeno respirare trovati una morta allora!”
“- Sarai tu se non stai zitta…”
“- Ma chi cazzo sei? Sei pazzo!?… Ma capitano solo a me quelli… Basta! Vattene via! Via! Subito!”
Si era divincolata respingendolo con forza con le mani e le gambe ed era scivolata fuori dal letto. Si era messa a strillare e a gesticolare come una demente. Non aveva avuto paura abbastanza quando si era alzato e le si era avvicinato. Non aveva pianto dopo il primo schiaffo. E ora giaceva sul pavimento, con il collo spezzato e una faccia che non somigliava più a nessuna.
“- Non avevo finito… Puttana…”

Non gli piacevano le donne. Nessuna. O forse quando piangevano. Sì, erano belle quando piangevano, tutte, ma solo in quel momento. Il loro viso convulso e bagnato aveva qualcosa di magnetico, s’illuminava di una luce propria che lo alleviava per un po’ dal suo tormento. Ma non tutte piangevano. Ed erano purtroppo il mezzo incontornabile attraverso il quale riusciva a raggiungere una pace necessaria, vitale, seppure momentanea. Perché era costretto a fare quella cosa con loro. Per forza. Ne aveva bisogno. Ma solo in determinate condizioni. E le odiava, non tanto per quel che doveva compiere con il loro corpo, ma perché erano lì, e perché potevano guardarlo, sentirlo, pensarlo mentre era nelle loro mani e si agitava e sudava sopra il loro corpo, debole, ridicolo e volgare come una lurida scimmia appesa ad un sottile ramo di vetro, incosciente e vulnerabile fino a quando il ramo non si spezzava e non lo liberava dal loro ventre permettendogli di essere di nuovo se stesso. Perciò non dovevano guardarlo, non dovevano toccarlo e non dovevano assolutamente parlargli.

Scese nella prima stazione metropolitana che trovò sul suo cammino e si presentò agli sportelli automatici. La ragazza era di spalle, lo sguardo rivolto verso il retro di un distributore di biglietti. Era immobile, e avrebbe potuto illudere anche una mente all'erta come un manichino o un pannello pubblicitario dimenticato lì se dopo un po' non si fosse strofinata il naso con il dorso della mano. Si fermò e la osservò meglio. Con quei vestiti sembrava una di quelle giovani rom che fanno l’elemosina per le vie della città. La ragazza si strofinò di nuovo il naso e si asciugò la bocca con la manica della sua giacca di lana, macchiandola di aloni scuri. Lui si avvicinò di qualche passo e cercò di vederle la faccia. Lei lo senti perché girò leggermente la testa e gli rivolse uno sguardo veloce con la coda dell’occhio. Poi si nascose di nuovo dietro la capigliatura disordinata. Tirò su con il naso. Lui si avvicinò ancora.
“- Tutto bene?...” disse. Annusò l’aria e provò a sentire un odore qualunque.
“- Allora? Stai bene?...”
La ragazza si girò e lo fissò senza nessun’esitazione. Il suo sguardo era senza espressione ma deciso. Aveva un livido recente sullo zigomo e sangue strofinato attorno al naso e sulle guance. Il labbro superiore era gonfio e percorso da un lieve tremore. Piangeva, ma senza rumore, come se non sapesse di piangere. Lui si frugò nelle tasche alla ricerca di fazzoletti ma scorse l’insegna di un tabaccaio più avanti nella galleria.
“- Aspettami qui…”
Quando tornò la ragazza era sparita. La cercò tra un’estremità e l’altra della galleria e la vide appena in tempo sulla scala mobile mentre veniva assorbita dalle luci della superficie.

La ragazza lo stava aspettando sul marciapiede di fronte alle porte della stazione. O così gli sembrò perché lo fissò appena sbucò dalle scale. La raggiunse e le si piazzò davanti. Non piangeva più. Non esprimeva né paura, né dolore, né tristezza, né fastidio, semplicemente lo fissava. Tendeva la mano palmo in su. Le porse i fazzoletti e provò a sorriderle. Ma il suo viso non si mosse. Non espresse nulla. Continuò a fissarlo.
“- Hai fame?” le chiese. Fece forse segno di sì perché lui s’incamminò verso uno snack bar dall’altra parte della strada. Non provò a voltarsi ma sperava che lo stesse seguendo.



"Una notte che giacevo presso un'orribile Ebrea, come un cadavere disteso presso un cadavere, mi diedi a pensare, vicino a quel corpo venduto, alla malinconica bellezza di cui il mio desiderio si priva. Mi figuravo la sua nativa maestà, il suo sguardo armato insieme di forza e di grazia, i capelli che le fanno un casco profumato e il cui ricordo in me riaccende l'amore. Avrei con ardore baciato il tuo nobile corpo e passato il tesoro di profonde carezze dai tuoi freschi piedi alle tue trecce nere, se, qualche sera, o regina crudele, con un pianto ottenuto senza sforzo tu potessi solamente offuscare lo splendore delle tue fredde pupille." (Charles Baudelaire)
 
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Roberto Sonaglia
view post Posted on 19/5/2010, 11:55




Eccellente! Un viaggi nei tunnel (e qui la metafora della metropolitana è davvero azzeccata) di una mente disturbata, senza i soliti fronzoluti tentativi di comprenderne le meccaniche per cercare di spiegarle. Solo la linea diretta fra 'bisogno malato' e ricerca di soddisfazione quasi necrofila. L'estremizzazione delle 'perle nel fango' che diventa crimine contro l'umanità. E dico umanità perché, in pochi paragrafi, ci hai inserito anche qualche accenno di critica sociale.
Un racconto denso e pieno di particolari, pur nell'apparente semplicità e linearità, 'disturbato' al punto giusto per farmelo piacere senza riserve.
Te l'ho detto che la tua scrittura mi sta intrigando, Esker ;)
 
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EskerRidge
view post Posted on 20/5/2010, 00:03




Mi stai circondando, qui e sul mio blog, mi stai mettendo le spalle al muro: spari tali complimenti che devo decidere se lasciarmi guadagnare dalla paralisi o continuare a scrivere per farti andare al tappeto. Mi sa che sarà dura.
A parte gli occhi sgranati e i silenzi della mia compagna - qualche volta - dopo aver letto un mio pezzo, il tuo commento sul mio blog è il più incorraggiante che abbia mai ricevuto. Sei il primo in assoluto ad aver commentato "La sindrome di Baudelaire", un testo che di solito provoca solo disagio. Io non so commentare, e non so quindi da dove ti viene tutta questa generosità. Ma ti ringrazio. I calci nel sedere sono anche benvenuti.
 
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Roberto Sonaglia
view post Posted on 20/5/2010, 11:29




Si, un assedio in piena regola, con profusione di complimenti il mio, e chissà che davvero la mia sia una strategia per eliminare pericolosi avversari e rimanere il più bravo sul campo. D'altra parte mi sto sbilanciando negli elogi, con te e gli scritti di un altro utente, parimenti 'dubitoso' se non stia in qualche modo eccedendo volutamente in chiave di dileggio, e chi mi conosce sa quanto parco sia di critiche positive.
Il fatto è proprio questo: a volte la mancanza di commenti e/o reazioni è un commento di per sé, e come te molto spesso mi sono scontrato con apparenti muri d'indifferenza, mancanza di stimolazioni dall'esterno, incitazioni e anche calci in culo, che sono sempre i benvenuti, quando dati con finalità costruttive, naturalmente (e che non risparmierò, se sarà il caso). C'è voluta la mia fidanzata Samy, e la sua totale obiettività nel giudicare i miei scritti, per farmi capire che, comunque, sentire un parere su qualcosa che hai fatto è sempre molto meglio che dover indovinare le ragioni di una reazione smorzata, se non indifferente. Per questo cerco, per quanto posso, di dire la mia anche sulla roba altrui, nella maniera più chiara possibile. E quando devo essere generoso, non mi risparmio, anche se so come, in un ambiente come quello degli 'scrittori', dove ognuno tira, per quanto può, acqua al proprio mulino, questo può essere interpretato in maniera ambigua.
In questi ultimi giorni, qui dentro, ho trovato almeno un paio di cose (le tue, e quelle dell'utente di cui sopra) che considero sopra la media, e quindi gongolo.
Aspettando l'uppercut, o un jab, ma non la paralisi narrativa, mi raccomando.
Per quanto riguarda La Sindrome di Baudelaire, non mi stupisce abbia raccolto disagio. In parte è quello che cerca di fare, dopotutto. Al disagio spesso si risponde col silenzio, che come ho detto è un commento abbastanza chiaro. Per quanto mi riguarda, e per le ragioni che ti ho già esposto nel commento precedente, questo genere di racconti è my kind of meat.

 
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Samanta Sonaglia
view post Posted on 20/5/2010, 16:50




Roberto è stato il primo a commentarti questo pezzo, perché io l'ho letto solo ora, altrimenti ci avresti trovato il mio commento, per primo. Se i complimenti di Roberto (che è la persona più generosa che conosco, ma anche la più sincera in assoluto, soprattutto quando si tratta di creatività) ti stupiscono tanto, ti sottovaluti. Il che è anche positivo, ma senza eccessi. Una cosa che ho imparato stando nel web, è che spesso l'assenza di commenti equivale a un 'è troppo bravo per lasciargli un commento', o a un 'se gli lascio un commento e questo per ricambiare viene a leggere le mie cose, ci faccio una figura di merda con le stronzate che scrivo'. Questi sono solo due piccolissimi esempi. Fatto sta che sei bravo... e a noi nessuno ci paga per dirtelo... quindi non dubitare della nostra obbiettività. ;) Se Roberto ti ha seguito al blog (sei la prima persona che ha avuto 'l'onore'), è perché è rimasto veramente impressionato dalle tue cose... e credo che io lo imiterò. ;)
Riguardo questo racconto, trovo più che giuste le osservazioni di Roberto. La cosa che mi è piaciuta è il modo in cui descrivi senza descrivere la psicologia del personaggio. Sai una cosa? Questo tuo modo di rendere la personalità dei personaggi (e questo lo dico perché l'ho notato anche nell'altro racconto che ti commentai), mi ricorda il film 'Seven', che è uno dei miei preferiti del genere... e questo la dice lunga. ;)
I calci in culo fanno benissimo quando sono meritati, così come fanno bene i complimenti, quando sono meritati. E a te li faccio con il cuore.
 
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Alice111
view post Posted on 21/5/2010, 15:51




Ecco, questi sono i racconti che mi intrigano..m'inkiodano e mi piacciono fes...
PS..Mi hanno fatto notare, ke le k disturbano...tenterò di eliminarle dal mio vocabolario... nn sarà facile x me, eliminare questo vizietto!!...però cercherò..ma soltanto x nn deturpare oltre la nostra lingua italiana..
Che la mente disturbata, abbia trovato un'altra mente simile alla sua?? L'altra sua metà insomma?? Una mente ke lo salverà dalla pazzia? Una ragazza che, esclusa la sua fissità...nn lo guarderà, nn lo toccherà e nemmeno gli parlerà...Fatalmente attratto dall'indifferenza????
To be continued spero!!!
 
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Samanta Sonaglia
view post Posted on 21/5/2010, 20:47




E come vedi, adesso siamo in tre che ti diciamo la stessa cosa ;)
 
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Giovane Scrittore
view post Posted on 23/5/2010, 14:32




bello
 
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Giovanni Pili
view post Posted on 5/6/2010, 16:31




Congratulazioni.
Impegnati di meno la prossima volta, sennò finisce che ti pigli il monopolio delle premiazioni a furia di scrivere racconti cosi fighi. lol

Bellissimo racconto.
 
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EskerRidge
view post Posted on 6/6/2010, 02:59




Grazie Giovanni. Senza saperlo hai messo in evidenza un problema che devo sempre affrontare quando scrivo: l'impegno. Riesco difficilmente a non scavare in profondità, a resistere alle mille nuove opportunità narrative che mi offrono le combinazioni di parole che scelgo per descriverne una, come altrettante porte che devo assolutamente aprire e superare. Mi perdo, e il racconto diventa presto incomprensibile, una mappa mostruosa che rintraccia le mie peregrinazioni in storie parallele che pretendo poi con molta arroganza di riuscire ad integrare al racconto iniziale. Ma non sono James Joyce.

Ne "La sindrome di Baudelaire" sono riuscito per la prima volta a resistere, a proseguire senza aprire alcun porta, a "disimpegnarmi", ad avere il massimo distacco e a tenere saldi i nervi. Sono molto contento della povertà – della crudeltà in un certo senso - della scrittura. Quando l’ho terminato ho capito che ero vicino a qualcosa che cerco di raggiungere da molto tempo. Mi piace scrivere pensando che sto attraversando un lungo corridoio senza porte né finestre, tipico dei sottosuoli di edifici industriali o di ospedali, accompagnato da tubi che entrano e escono dalle pareti e dal pavimento di cemento grezzo, e guidato parzialmente e per intermittenza da una luce artificiale e fredda che non mi permette di vederne la fine ma allo stesso tempo mi suggerisce di non tornare sui miei passi. Nessun impegno concreto, solo la paura di rimanervi per sempre. Quindi avanzo, e in fretta. E' una definizione abbastanza valida dell'efficacia. Non devo avere scelta, il meno possibile.
 
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alfredo sgarlato
view post Posted on 7/6/2010, 14:50




un bel racconto
 
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EvAsA86
view post Posted on 20/6/2010, 19:05




Complimenti!
Il tuo racconto è davvero molto intrigante e intenso e mi piace moltissimo il modo in cui scrivi!!!
P.s. E' molto che volevo commentare il tuo successo ma non sapevo come, non volevo risultare banale!
Sono rimasta molto colpita dalla tua bravura!!! :)
 
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Sandra Q
view post Posted on 1/7/2010, 22:47




Non avevo dubbi!
 
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bibbothegreat
view post Posted on 21/7/2010, 20:43




^_^ Bel racconto.
Ci tenevo a dire anche la mia, quando ne sono convinto. E credo non mi capiti così spesso. Sono nuovo qua, ma posso dire con una certa obiettività di non essere un gran commentatore, "seminatore" di bontà e tanta allegria. :P
 
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Samanta Sonaglia
view post Posted on 21/7/2010, 20:50




Bibbo, la sincerità è la prima regola di rispetto verso un autore, per cui dici sempre quello che pensi e non preoccuparti. Le critiche, quando sono 'ben fatte', espresse con obbiettività ed educazione, non possono far altro che bene.
In quanto a Esker, ho avuto modo di leggere un po' di sue cose... e posso dire che è sicuramente uno dei nostri Autori più bravi. E' davvero un grande! :ok:
 
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16 replies since 15/5/2010, 02:11   1565 views
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